La vita è una parola brevissima, ma probabilmente quella dal significato più lungo. È un ciclo, pertanto ha un inizio e una fine. È un viaggio. È una grande prova, una corsa ad ostacoli, caratterizzata da innumerevoli traguardi, raggiunti attraverso i più grandi valori e ideali insiti nell'uomo: amore, lealtà, sincerità, giustizia, libertà, legalità. È un percorso costituito da varie tappe, sancite dall'età, dagli anni. Beh, questa è la mia visione riassunta. La vita è una parola così carica di significato, così "viva", che per renderle omaggio senza sfigurarla, bisognerebbe scrivere pagine su pagine, libri su libri.
Qui invece, vorrei applicarla ad una delle sue prime tappe e in modo particolare alle favole. Vi è mai capitato di guardare o leggere una fiaba? Siamo stati tutti piccini in fin dei conti, perciò la risposta dovrebbe essere affermativa. Nel caso, lo avrete fatto da grandi, probabilmente insieme ai vostri figli. Pertanto la risposta sarebbe ugualmente positiva. Credete nelle favole, nei lieto fine? Credete che la vita possa paragonarsi ad una favola? Sì, a quelle della Disney per esempio, come fosse una Vita Cenerentola? Vi racconto un aneddoto, che è reale, nel senso che è un episodio vero, realmente capitato nella mia vita. Solitamente in una favola tutto è magico, ad ogni problema è direttamente proporzionale una soluzione. Non esistono tragedie, ma solo felici commedie. Tutto è lecito. Le regole passano inosservate e non destano drastiche conseguenze. Beh, andiamo a noi. Credevate che Cenerentola, piccola contadina quale era, ritenesse possibile conoscere e sposare il principe? Probabilmente no, ma ci ha creduto, con tutte le sue forze, contro ogni impedimento. Partiamo da qui allora: il crederci è l'incipit, il fondamento, la base e il punto da cui partire. Se nella vita non credi in ciò che fai, inutile farlo, inutile vivere.
Ma comunque, dovevo raccontarvi di me. Volete saperlo, no? Siete curiosi? Bene, vi accontento subito. Ho incontrato per puro caso un ragazzo, un fantastico ragazzo, così come Cenerentola incontrò nel bosco il suo principe, io incontrai il mio in un buio giorno d'inverno. Da lì, iniziò la mia favola. Era il 18 Ottobre, in maniera più ufficiale l'1 Novembre. Il 2 Dicembre volai da lui, partendo dalla punta del Sud fino a toccare quella del Nord, eravamo agli opposti, ma era una linea retta così precisa da essere destinata a durare all'infinito, lo dice anche la geometria eh. Mi sembrò di vivere in un film, ecco perché credo nelle favole. Magari non nei lieto fine, ma nemmeno nella fine. Nessuna fine. Finché siamo vivi, nulla è completamente finito. L'incertezza e l'imprevedibilità sono due variabili costanti della vita. Nulla è certo e niente è prevedibile. Il carpe diem scaturisce proprio da questa visione della vita. Non avendo in pugno verità assolute e certezze durature, non possiamo far altro che vivere alla giornata, dando ampio sfogo al nostro volere, senza mai sopprimere il piacere per far prevalere quel dovere morale che ci viene imposto. Certo, dobbiamo, per gran parte del tempo, stare coi piedi per terra, non possiamo vivere sempre nella nostra favola, nella nostra idealità fantasiosa e magnifica, dove tutto è come lo vorremmo e dove la felicità è all'ordine del giorno, ma non possiamo nemmeno privarci di ricercarla questa immensa felicità, nemmeno quando ciò comporta rinunce, sacrifici, piccole pause temporali e distacchi dalle abitudini quotidiane, perché questa è la nostra vita, ognuno ha la sua ed è per questo che non bisogna mai, e sottolineo mai, curarsi dei pareri esterni, l'unico parere che conta è il nostro con noi stessi. L'unico davvero. Hai preso una insufficienza a scuola perché le sera prima sei uscita con il ragazzo che ti piaceva? Hai mollato il lavoro per trasferirti dalla tua anima gemella? Sei stato licenziato perché, dopo una delusione d'amore, non eri più quello di prima? Hai saltato appelli d'esame rinviandoli ai mesi successivi perché sei stato preso a far dell'altro, qualcosa di mai sperimentato prima, come scoprire la vera essenza e consistenza della felicità, salvare una vita umana, comprendere il senso ultimo dell'amare e del tenere realmente a qualcuno?
Hai fatto la scelta più giusta e azzardata di sempre, corretta perché hai veramente capito cosa significhi vivere. Questa grande corsa ad ostacoli sei riuscito a vincerla solo se qualche volta sei andato fuori dagli schemi, se hai trasgredito le regole per giusti fini, se hai violato il principio della sincerità per una giusta causa, se hai, in parole povere, posto te stesso al centro di questo grande viaggio. Non esistono rimpianti e rimorsi se provi a prenderti tutto ciò che vorresti prendere. Non esistono delusioni se hai lottato fin in fondo per il tuo sogno, per il tuo amore, per la tua vita. Se non ci è dato sapere, perché la realtà in cui viviamo è velata da un abissale e profondo mistero che ci avvolge tutti, possiamo solo cogliere ogni attimo, senza cullarci sul tempo, perché quello vola, scorre nel senso eracliteo, e le occasioni si perdono, perché non ci viene più concesso di trovare una medesima situazione nello stesso stato in cui l'abbiamo lasciata. Eraclito diceva questo. Seneca affermava la grande disponibilità del tempo concessa all'uomo e purtroppo, di converso, la sua incapacità ad utilizzarlo al meglio. E in maniera più attuale, più vicini al ventunesimo secolo, anche Passenger con la canzone "Let her go" esprime chiaramente questo concetto, perché in genere ci si accorge dell'importanza delle cose, delle situazioni, delle occasioni e soprattutto delle persone, solo quando le si perde, solo quando le si lascia andar via.
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Sconosciuti amanti come in tela di Magritte
Chick-LitQuesta è la storia infinita di due ragazzi che da sconosciuti, in quanto inizialmente anonimi, a distanza e in poco, pochissimo tempo, si sono presi l'uno dell'altra. È una storia fuori dagli schemi, assurda e paradossale, bellissima e tristissima...