Stavo imparando a fare una delle cose più difficili della vita, forse la più ricercata e assurda: viaggiare con la mente, entrare in un'altra dimensione. Stavo imparando? No, in realtà nessuno mi aveva mai spiegato come si facesse ed io non avevo mai chiesto certe spiegazioni, non si può imparare, è un processo naturale. Si viaggia fisicamente col corpo, non mentalmente con la testa. I veri viaggi sono quelli in cui prendi un mezzo per spostarti realmente da un posto ad un altro, non quelli in cui resti fermo dove sei convinto di esserti spostato. Invece no, errato: viaggiare è anche spostarsi nel tempo, non solo nello spazio. Io con la mente, ogni giorno, dalla Sicilia arrivavo in Lombardia, dal Paradiso all'Inferno e viceversa, dalla Lombardia alla Sicilia, dall'Inferno al Paradiso, per il viaggio di ritorno.
Sapete quando i bambini parlano con gli amici immaginari credendo che quel mondo fantasioso esista davvero? Il mio "amichetto" era Chicco e la mia dimensione immaginaria era per assurdo la realtà. Forse stavo iniziando a stare bene, forse ero felice, forse avevo incontrato una persona speciale, tanto che iniziai a sentirmi sul serio in un'altra dimensione. Sarà perché il benessere, la felicità e la fortuna di incontrare persone speciali come poche sono eventi improbabili ed estranei alla dimensione terrestre in cui viviamo? O sarà perché io stavo impazzendo? Non saprei, molto probabilmente per entrambe, ma una cosa era certa: volevo rimanere lì per molto altro tempo ancora.
Quella mattina mi svegliai presto per andare in università, avevo dormito poche ore (da quando parlavo con Chicco in realtà mi capitava spesso di dormire meno, passavo la notte sveglia a parlare con lui, facendo quasi sempre le tre, nonostante alle sette suonasse la sveglia), ma paradossalmente non sentivo la stanchezza, l'influenza di Chicco emanava un'energia vitale incredibile, mi "velocizzava la vita", come egli stesso mi disse una volta. Appena aprivo gli occhi, il primo movimento era quello di stirare il braccio, allungare le dita ed impugnare il cellulare che si trovava sul comodino di fianco al mio letto, non per spegnere la sveglia o vedere l'orario, bensì per trovare un messaggio di Chicco. In me era ancora forte la speranza di poter far chiarezza dopo gli strani dubbi della notte. Intanto afferrai il cellulare e lessi il nome di Chicco sul display, mi aveva cercata, ero pronta per affrontare serenamente quella giornata.
<<Buongiorno, stamattina non sto molto bene.>>
<<Cos'hai?>>
<<Un po' d'influenza.>>
<<Povero. Dai che tra poco torni a casa e ti metti sotto le coperte.>>
Era a lavoro, mi rispose molte ore dopo.
<<Mi sono un po' ripreso.>>
<<Ah, già fatto quindi, e io che pensavo di dover far qualcosa per farti riprendere ah ah. >>
<<Beh se vuoi fare qualcosa sei sempre libera di farlo, anzi...ben volentieri.>>
<<Va bene, allora adesso mi faccio accompagnare a Palermo, prendo l'aereo così arrivo, ok?>>
<<Sai...c'è una sorpresa.>>
<<Bella o brutta?>>
<<Bella, molto bella.>>
<<Posso saperla?>>
<<No, è una sorpresa!>>
<<Ma per me?>>
<<Certo, per te. Voglio vedere la tua faccia.>>
<<Cosa vuol dire? Come farai a vederla? Dai dimmelo, ti prego, non resisto alla curiosità.>>
<<Stai serena che la tua faccia la vedrò, non ti preoccupare.>>
<<Se mi dici così, a rigor di logica significa che ti stai organizzando per venire da me in Sicilia, ma una cosa di queste è impossibile! Dai dimmelo, per favore...>>
<<Può essere o non può essere? Chissà! Forse sono già in viaggio e tu nemmeno lo sai.>>
<<No, non ci credo. Però, dall'altra parte, l'unico modo per vedere la mia faccia è questo. No davvero Chicco non posso stare sulle spine, me lo dici o vuoi continuare a fare il vago? Tanto non sai nemmeno dove abito esattamente.>>
<<Sicura che io non sappia dove sei? Ah ah ah! Faccio il vago e chissà che domani mattina non ti svegli con il sorriso...>>
<<Ovvio che non sai dove sono, cioè aspetta, un modo per saperlo in effetti ci sarebbe. Ma tanto lo so che non è questo...>>
<<Beh se sei sicura...! In realtà capire dove abiti è semplicissimo, ho un sacco di informazioni se non ti ricordi. >>
<<Mi ricordo di averti detto il nome del paese qualche volta di sfuggita, ma tanto inutile, non ci credo.>>
<<Vedremo. ❤️ >>
<<Implicitamente mi stai facendo capire che la sorpresa potrebbe essere questa. Mi stai solo prendendo un po' in giro, lo so...>>
<<Ah ah ah, vedrai! Non sai quanto io sia pazzo alle volte! >>
<<Ah, quanto ti stai bagnando il pane! Potrai anche essere pazzo, ma non fino a questo punto, non così presto più che altro.>>
<<Mi sto bagnando il pane?! Comunque fidati, non mi conosci ancora. Sono completamente pazzo. >>
<<È un modo di dire siciliano. Non sai cosa significa bagnarsi il pane?>>
<<No -disse ridendo- sono ignorante in materia. Spiegami.>>
<<Sostanzialmente significa che ti stai prendendo beffa di me.>>
<<Non sto scherzando Musa, fidati. >> Continuava a ridere.
<<Ma allora svelami la sorpresa.>>
<<NO NO, te la svelerò quando sarà il momento e di certo non per messaggio.>>
Una volta ad un ragazzo dissi: "la mia indole è caratterizzata dalla curiosità", una perifrasi ad effetto solo per dire che ero curiosa. Sì, sono estremamente curiosa, odio gli stati di incertezza, se c'è qualcosa che mi riguarda devo saperla immediatamente, altrimenti in ogni momento della giornata non smetto di pensarci. Ma niente, Chicco non mi volle dire nulla. Cambiò proprio argomento, però diventava sempre più piacevole ed intrigante parlargli. Mi disse:
<<Comunque poi ti riempio una felpa con il mio profumo e te la spedisco.>>
<<Sì, per favore fallo.>>
<<Dammi la via.>>
<<Dovresti saperla.>>
<<Ti mettevo alla prova, ovvio che la so. Domani te la mando!>>
<<Certo certo, domani ci vediamo in quella via allora. Non tardare eh!>>
<<Non hai ancora idea ah ah ah.>> Sì, lui rideva mentre io mi scervellavo nell'intento di capire quale potesse mai essere questa misteriosa sorpresa.
<<No e non penso di farmela.>>
<<Devo decidere che felpa darti piuttosto.>>
<<Ma no dai, non darmi nulla, non è giusto che sottrai una felpa al tuo armadio per darla a me.>>
<<Ma come, prima mi dici di sì e poi di no?! Sono pieno di felpe, tranquilla.>>
<<Certo, perché in realtà la vorrei, però al contempo mi dispiace che non puoi usare una felpa per mandarla a me.>>
<<La vuoi o no? Deciditi ah ah! >>
<<Decidi tu dai.>>
<<Allora SÌ.>>
Ero felicissima ovviamente, lo tempestai di cuori e faccine con gli occhi a cuoricino.
<<Se non ti piace, la butti.>> Mi disse.
<<Secondo te butterei mai una cosa tua? Non scherzare sù! >>
<<Che dolce che sei.>>
<<Dai, vediamo se riesci ad esserlo anche tu. Esiste questa sorpresa?>> Insistevo scherzando, ma in realtà non riuscivo a resistere più.
<<Certo che esiste. Mi devi amare già solo per la sorpresa, te lo dico ah ah ah. >>
<<Ah, quindi già ti dovrei amare per il solo fatto che mi stai facendo una sorpresa e non appena sarò al corrente di questa sorpresa, cosa dovrò fare allora? >>
<<Ah non lo so, starà a te.>>
<<Chicco, verrai qui?>>
<<Ah boh, perché mai lo chiedi a me?>>
<<Forse perché sei l'unico che potrebbe saperlo?!>>
<<Non te lo dicoooo!>>
<<Beh, tanto non sarà quello. Mischi troppo le carte in tavola però!>>
<< Tu non hai idea di cosa sono capace di fare se mi impegno.>>
<<E dimmi, questa volta ti sei impegnato?>>
<<Eh già, non poco! Adesso son cavoli tuoi.>>
<<Continuo a non capire, ma basta non ti chiedo più nulla. SILENCE proprio! >>
<<Ma dai, puoi aver capito, punto a darti i giusti punti di domanda più che le risposte.>>
Era sabato, lui era fuori con amici, so che generalmente bevono qualche birra insieme, perciò gli dissi:
<<Ubriacati tanto tanto tanto stasera, così magari esce fuori qualcosa ah ah ah.>>
<<Nooo, aspetta e spera. Se bevo troppo perdo il controllo.>>
<<Questo è l'intento.>> gli dissi scherzando.
<<No, poi dico cose eccessive...>>
<<No, teoricamente quelle che pensi...>>
<<Tu stai cercando di trarmi in inganno, io lo so, non va bene questa cosa.>> E rideva.
Continuammo a parlare, poi iniziammo a scherzare mandandoci audio in dialetto siciliano, milanese, napoletano, spagnolo e non so che altro sinceramente. Fin quando poi mi disse: "Facciamo un gioco?"
Vi risulta familiare questa frase? Fu così che mi disse del viaggio in Spagna. Quella notte che doveva portarmi consiglio per poi risvegliarmi in una mattina più chiara e lontana dai dubbi, in effetti arrivò sul serio. Lì capii realmente che Chicco si stava prendendo di me. Arrivò la chiarezza, ma rimase la confusione. Sapete già quale fu la mia reazione, in due parole ero: spiazzata e confusa. Sì, stupita dal suo gesto, dalla sua proposta, dai suoi sentimenti nei miei confronti, da lui in generale, dal suo essere così folle e per questo unico; e scombussolata per la velocità con cui stava crescendo il nostro legame.
Il vero "gioco" era appena iniziato, altro che. Avremmo vinto? Avremmo perso? Avrebbe vinto lui? Avrebbe perso? Avrei vinto io? Avrei perso? O più semplicemente a lungo andare ci saremmo arresi? Lucio Battisti ci forniva la risposta a questi quesiti in una sua canzone:
"ma il sentimento era già un po' troppo denso, e son restato!
Chissà, chissà chi sei chissà che sarai
chissà che sarà di noi
lo scopriremo solo vivendo
Comunque adesso ho un po' paura
ora che quest'avventura
sta diventando una storia vera
spero tanto tu sia sincera!"
La risposta l'avremmo ricevuta SOLO VIVENDO, per cui non restava che viverci.
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Sconosciuti amanti come in tela di Magritte
ChickLitQuesta è la storia infinita di due ragazzi che da sconosciuti, in quanto inizialmente anonimi, a distanza e in poco, pochissimo tempo, si sono presi l'uno dell'altra. È una storia fuori dagli schemi, assurda e paradossale, bellissima e tristissima...