Lettera a Chicco.

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" 'È facile fare domande difficili. Il difficile è dare risposte facili.'
Un giorno mi dicesti di aver disegnato un percorso che io inconsciamente stavo solo seguendo, facendomi capire l'impossibilità di "slegarmi" da te, di costruire un muro. Mi hai spinto a legarmi nonostante ne avessi molta paura. Mi hai rassicurata con le tue parole dicendomi che il legame ormai si era già creato. Mi hai fatto toccare la felicità come nessuno aveva mai fatto prima. Vivevo nella mia dimensione, in un'altra realtà nel vero senso della parola. I bisogni primari non li avvertivo più, se avevo te, avevo tutto. Strano. Strano perché a distanza e in poco tempo, ma era così. Sei la persona più speciale che io in questi vent'anni della mia vita ho avuto il piacere e la fortuna di incontrare. Sei la persona più particolare e ineguale di sempre. Sei unico. I tuoi 'difetti', così come li chiami tu, sono pregi per me, perché io ti ho scoperto partendo proprio da quelli. Non mi dimentico nulla di ciò che è stato, delle sere passate a fare analisi di canzoni importantissime, canzoni facenti parte di un viaggio che ho avuto l'onore di iniziare e di intraprendere: quello del tuo io, poco noto alla stragrande maggioranza di coloro che ti stanno attorno. Non mi dimentico l'evoluzione del nostro legame, che è stato un crescendo. Non dimentico nulla, perché ricordare è facile per chi ha memoria, dimenticare è difficile per chi ha un cuore. Penso di non poter non pensare a tutto quello che ci è successo. Si è come creata una sorta di telepatia e connessione mentale fra noi. Se eri sveglio, io ero sveglia; se ti svegliavi nel bel mezzo della notte, mi svegliavo anch'io. Stavo bene, è questa la verità. La causa del mio star bene eri tu. Non so se per te era lo stesso. Insomma, mi chiedo come tu abbia fatto. Me lo chiedo e richiedo e l'unica risposta che trovo è che non hai fatto nulla. Sei solo stato te stesso per una volta e mi hai presa, mi hai tirata con te, ma non in negativo come pensavi. Tu hai solo fatto del bene nella mia vita. Mi hai permesso di essere felice e questo non succedeva da tempo ormai. Non te ne rendi conto, lo trovi impossibile e probabilmente non te ne frega nulla, ma io ci tenevo a ribadirtelo. Sei splendido, incredibile e fantastico proprio grazie alla tua storia, alle tue sofferenze. Sono proprio quelle che ti hanno reso il pugile che cade e si rialza sempre più forte di prima o che addirittura, ormai, non cade più. Mi intristisce vederti distante. Mi sento impotente di aiutarti, cosa che probabilmente non sono mai riuscita a fare, purtroppo! Mi intristisce l'idea di dover troncare tutto, di non doverci più sentire come prima, di non poter prendere dall'oggi al domani un aereo per partire insieme all'avventura. Mi intristiscono tante cose se ripenso al prima, ma non devo essere triste, perché ad ogni modo sono stata fortunata. È impensabile una vita rose e fiori, un mese pieno di assoluta felicità è già tantissimo, per me. Certo, più tempo con te più felicità, questo è logico, ma mi accontento, perché se per te oramai la situazione è cambiata e noi due non siam più quelli che eravamo, possiamo uscirne a testa alta, portarci dentro un'altra linea (di quel nulla dies sine linea), un altro segno indelebile che tu in me hai inevitabilmente lasciato. Mi hai cambiata, ma in meglio. Mi hai resa una persona più riflessiva, più attenta, più affettuosa, più dettagliata nelle cose. Mi hai resa migliore in parole povere. Io non avrò fatto su di te lo stesso effetto, ma spero che ogni mio piccolo consiglio lo custodirai e metterai in pratica e sai bene a cosa mi riferisco.
Se io e te non possiamo più essere Io e Te insieme, ti lascerò (a tempo debito capirai) una luce che per il resto della tua vita dovrai seguire, perchè quella luce non ti abbandonerà mai. MAI Chicco, ricordalo. Quella luce porterà il tuo nome, ma il mio ricordo. L'essenza della luce è la mia, la sua parvenza è la tua. Sei tu ma sono anche io, in un'unica luce. Potrai guardarla ogni notte. Lei sarà sempre lì, tu dovrai solo seguirla. Se non dovessi farlo, comunque, sarà sempre lì ad aspettarti. È una luce che fondamentalmente nemmeno ti serve. Non devi essere guidato da nessuno. Sei capace di camminare con i tuoi piedi, ma in momenti bui potrai contare su di lei, su quella luce che manderà via il buio, anche se molto molto lontana da te. Lei sarà in cielo e tu la guarderai dal basso, ogni notte. Sii forte! I piccoli problemi di adesso son nulla rispetto a quelli che hai già affrontato e da cui sei sempre uscito da vincitore, mai da vinto. Pensa anche un po' a quello che hai sempre detto a me, e cioè: non bagnarti prima che piova, pensa positivo. La legge dell'attrazione dell'universo dice questo. Allora fai questo. Per te! Non so cosa altro dire, a parte grazie. Grazie per quello che hai fatto per me, per il tuo modo di essere, per come sei. Mi hai fatto fare diverse promesse, una tra le quali era quella di non cambiare mai. Beh, ti invito a promettermi lo stesso. Non cambiare mai Chicco, perché la persona a cui mi ero legata fin dal primo momento è proprio la persona che sei adesso. Ho capito tanto, ma in poco. Questa confusione, ancora persistente, ha solo fortificato dei miei pensieri. Mi ha concesso di comprendere cosa saresti disposto a fare per una persona, cosa voglia significare tenere a qualcuno e, tutto ciò, indipendentemente dall'altra parte. Resta così, non ti abbattere, sii forte e continua a tirar pugni!
Con affetto,
la tua Musa."
Caro lettore, anche lei capirà a tempo debito il significato di quel " luminoso dono". Non voglio rovinare la curiosità, pertanto non darò anticipazioni al riguardo. Rimarrete stupiti dalla profondità del mio gesto, mi sono sorpresa io stessa di me. La chiave è non perdere, strada facendo, alcun dettaglio. Ognuno è fondamentale. Avevo scritto quella lettera poco dopo essere tornata da Milano, il 7 Dicembre per la precisione. Provavo a far finta di niente, ma dentro di me sentivo ardere un fuoco che mi stava pian piano bruciando. Stava andando in fumo la possibilità di vivere il presente. Ero cambiata io? Vedevo cambiato lui? O era cambiata la situazione in toto? Sicuramente il più grande cambiamento era avvenuto in me, stavo dimenticando tutti i grandi insegnamenti di quel periodo. Avevo scordato di vivere il tutto per tutto sempre come fosse l'ultima volta. Non tenevo presente che fasciarsi la testa prima di cadere e bagnarsi prima che piova, atteggiamenti che la mi mente aveva, da qualche tempo, imparato ad accantonare ed evitare, stavano nuovamente prendendo il sopravvento su di me. Non volevo più vivere quel legame per la paura di star male. "Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore" dice il titolo di un libro scritto dalla Casciani, una delle mie scrittrici preferite. Credo che il mio cuore volesse attivamente partecipare, era la mente che provava ad impedirglielo, ma al cuore non si comanda.
Volete conoscere la risposta di Chicco alla mia lettera? Mi disse esattamente questo:
<<Wow, ho ricevuto la tua lettera ed era strutturata benissimo. Ovviamente da te non ci si può aspettare altro se non questo. Sei davvero gentilissima Musa. In realtà mi aiuti un sacco anche tu, già solo con l'essere qui a sostenermi, sempre. Non capisco la luce. Mi viene in mente una morte o una stella. Non so, spiegati meglio.>>
<<Eh, per quella a momento opportuno capirai. Non serve saperlo adesso. Sappi che ci sarà una luce su cui potrai contare anche quando io non ci sarò più. Solo questo!>>
<<Mi spaventi...>>
<<Ma no, non devi...>>
<<Quel "non ci sarò più" mi spaventa Musa...>>
<<Non devi pensar per forza ad una morte fisica. Potrei non esserci più nella tua vita, se mai ci sono adesso, e, se questo dovesse capitare per volontà tua o mia o di entrambi, in ogni caso, tu potrai contare su quella luce che avrà la tua parvenza, ma la mia essenza. Tutto qui, nulla di preoccupante.>>
<<Nah, ti trattengo io. Tranquilla!>>
<<Ma tu vuoi così tanto? Sii sincero!>>
<<Ovvio! Perché dovresti sparire dalla mia vita? Possiamo sentirci tranquillamente come stiamo già facendo, no?>>
<<Certo, ovvio! Ma se ad esempio ti chiedessi "ti manco?" cosa mi risponderesti? Oppure se ti dicessi "verresti da me come volevi un tempo così dal nulla, alle nove di sera, pronto a fare quattro ore di strada?" Che risposte mi daresti? Comunque io anche ti voglio nella mia vita, sei diventato troppo importante per me. Davvero, non lo dico tanto per dirlo.>>
<<Ovvio che mi manchi! Per le quattro ore ti direi sì, se non fosse per la gastroenterite.>> Disse scherzosamente. Poverino, stava ancora male con lo stomaco. Non aveva più preso virus da quando era bambino, questo valeva per tutti quelle mancati.
<<Beh, scherzavo dai. Riprenditi piuttosto.>>
<<Almeno avrei i grattini però.>>
<<Li vorresti ancora?>>
<<Certo che sì.>>
<<È grazie a quelli che ci siamo baciati mi sa. Tu eri quello del "ti bacio appena ti prendo all'aeroporto" fra l'altro.>> Mi divertivo a prenderlo in giro. Per me era stato meglio il fatto che non l'avesse fatto subito in realtà.
<<Ah ah, eri troppo distante! Ho avuto il tempo di metabolizzare il tuo arrivo solo in aeroporto.>>
<<Non mi ricordo nemmeno com'è successo se ci penso.>> dissi con un sorriso sulle labbra.
<<Neanch'io, giuro...>>
<<Ti giuro che io ho provato a sforzarmi per ricordare, ma niente. Ho rimosso tante cose del nostro incontro...>>
<<Eh beh, immagino l'enorme confusione...un po' anche per me ovviamente.>>
Questi flashback non lasciavano l'amaro in bocca. Erano, anzi, dolci ricordi di una lunga serie da accrescere. In ogni lotta "cuorimentale" quasi mai riesce a decretarsi un vincitore. Dalla prevaricazione dell'una sull'altro nasce una grande confusione che a sua volta si fa portatrice di sconforto, incertezza e sofferenza. A volte sembra che il cuore non riesca a reggere il dolore. I sentimenti ci portano a soffrire, ma sono gli unici che ci fanno sentire davvero vicini all'altra persona. Grazie ad essi non dobbiamo fingere, perché non ci viene chiesto altro che essere noi stessi e darci completamente all'altro. L'amore è una "dolceamara invincibile fiera", potentissimo ossimoro saffico volto ad esprimere la fondamentale alternanza fra esaltazione e disperazione che lo caratterizza. Catullo si spinse oltre, rendendo, con l'efficacia assoluta della semplicità, la compresenza di sentimenti opposti che fanno parte dell'animo, un campo di battaglia fra contrastanti pulsioni. Si tratta di uno stato d'animo non coscientemente prodotto, bensì passivamente subìto.
Ecco perché non potevo avere alcun potere di controllo. Era complicato, ma non dovevo assolutamente cedere. Prendersi una rivincita è meglio di vincere subito. Per vincere la battaglia avevo bisogno di lui, non potevamo combattere separatamente o ci saremmo distrutti.

Sconosciuti amanti come in tela di Magritte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora