Capitolo 56

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Ci siamo riuniti in spiaggia intorno all'ombrellone su i nostri teli.
Sono ore che parliamo sul da farsi, se cercare Slash o lasciarlo calmare in santa pace.
Steven ha deciso di lasciare definitivamente la band, è molto legato al gruppo ma la sua salute conta di più e la droga non lo aiuta.
Abbiamo tutti delle lattine di birra fredda in mano e stranamente nessuno di noi ne ha ancora bevuto un goccio.
-Al diavolo, che se la sbrighi da solo, vuole mollare? Meglio così- Axl si alza e passa le mani sul suo costume per levare ogni traccia di sabbia, Blondie è più pensierosa del solito e non ne capisco il motivo.
-Non fare lo stronzo Rose, tutti voi avete bisogno di lui- interviene la mia amica che fino al quel momento non aveva detto una parola.
Il rosso si volta verso di lei e scuote la testa come segno di negazione.
-Io vado a cercarlo, vieni con me Steven?- domanda il corvino, si alzano anche loro, si vestono e iniziano a camminare.
Siamo rimasti io, Duff, Axl e Blondie, l'ansia mi sta divorando.
E se gli fosse successo qualcosa?
Il solo pensiero mi fa venire i brividi, mi alzo e senza chiedere il permesso al rosso apro il suo zaino e prendo le chiavi della sua auto.
-Non ti azzardare- mi sfida, è il solito stronzo egoista, Blondie mi fa cenno di andare, per una volta devo seguire il mio istinto.
Corro verso la strada e poi verso il parcheggio, ho il fiato corto non sono più abituata a correre, racimolo le poche energie che ho e mi fermo solamente quando riesco a toccare il ferro arrugginito di quel catorcio che Axl chiama auto.
Infilo la chiave nella tocca dello sportello e lo apro, mi infilo dentro e chiudo con violenza la portiera.
Appena accendo il motore sento Duff che mi urla di aspettarlo.
La pertica sale un auto e subito dopo aggancia la cintura di sicurezza, premo il pedale dell'acceleratore ed esco stile "razzo" dal posteggio.
Il paesaggio scorre velocemente fuori dal finestrino, sto cercando un posto preciso, un posto dove lui adora perdere i sensi.
-Non avrai pensato di cercarlo da sola? Se è svenuto cosa che credo plausibile come avresti fatto ad alzarlo?- la voce di Duff interrompe i miei pensieri.
-L'adrenalina- sbuffo e svolto bruscamente a sinistra, le macchine premono il clacson insistentemente, io da brava ragazza quale sono abbasso il finestrino e gli faccio il dito medio.
Il biondo accanto a me è preoccupato e si tiene con forza al sedile, io invece, stringo con tutta la forza che ho il volante fino a far diventare le mie nocche bianche.
Sono stufa di questa storia di merda, ora mi sta a sentire quello stronzo.
Dopo altri quattro isolati svolto a destra senza dar la precedenza a nessuno, rischio di sbattere contro un palo della luce ma sterzo verso sinistra e prendo il controllo del catorcio.
Mi fermo solo davanti al semaforo, sbuffo e poi prendo un sospiro di sollievo.
-Non vorrai fare un incidente?- domanda Duff preoccupato, prende le sigarette e me ne passa una, poi prede l'accendino e l'accende per me.
-Dopo questo semaforo siamo arrivati- aspiro la nicotina e il mio amato fumo, appena la luce del semaforo diventa verde riparto e dopo un paio di negozi svolto in un vicolo sulla sinitra, posteggio vicino alla porta secondaria di un ristorante ed esco dall'auto seguita dal biondo.
La puzza di tabacco si sente già dall'esterno del locale, spingo la porta di ferro verso l'interno del locale.
Questo posto è proprio come lo ricordavo, le luci sono basse addirittura è quasi buio, una decina di sgabelli sono davanti al vecchio bancone di legno rovinato, il resto della sala è riempita da tavoli e sedie.
A causa di questa luce fastidiosa non riesco a scorgere nessun volto familiare.
Duff mette il suo braccio intorno alle mie spalle con fare protettivo, la gente che passa le giornate qua non è per niente affidabile e qualcuno di loro avrà pure la fedina penale sporca.
Ci facciamo strada tra i tavoli e le sedie disposte in maniera confusionaria, cerco di non bruciare qualcuno con la sigaretta e riusciamo arrivare al bancone senza dare troppo nell'occhio.
Seduto sull'ultimo sgabello  a destra del bancone c'è Slash, ha sulle sue gambe una puttanella da quattro soldi, ma non una puttana chiunque.
Duff mi guarda negli occhi, anche lui l'ha riconosciuta.
Si forma un nodo alla mia gola, mi sento come se qualcuno mi stesse prendendo a pugni nello stomanco.
La troietta è Mandy, la stessa ragazza di cui Duff McKagan era innamorato perdutamente e la mia migliore amica.
Il riccio posa il bicchiere di vetro contente qualche liquore sul bancone e prende la sua "amata" per mano, vanno dritti verso il bagno.
Do le spalle ai due stronzi, vado verso l'uscita del locale ma Duff mi afferra delicatamente il polso.
-Siamo venuti qui per un motivo, aspettami qui, lo porteremo a casa- la delusione che sta provando la leggo nei suoi occhi, lo stesso dolore che sto provando pure io.
Lascio cadere la sigaretta a terra e lo seguo, è inutile fermarlo, cercherà di picchiare il riccio.
Appena arriviamo davanti al bagno degli uomini da un calcio alla porta, quella scena mi fa venire da vomitare.
Slash ha sulle proprie gambe Mandy, sono seminudi e a terra ci sono due siringhe.
La scena si svolge così velocemente che non mi rendo conto di ciò che accade dopo...

Spazio autrice:
A voi i commenti 😢
Don't cry~ Serena 🤘😩

On the road ~ Dark trip [ #wattys2017 ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora