Capitolo 40

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Sono seduta sul divano con Izzy e Slash, nessuno osa parlare, di tanto in tanto il riccio mi guarda furtivamente ma io faccio finta di non vederlo.
Dopo aver mangiato mi sento meglio e riesco a camminare però non riesco a smettere di pensare allo sguardo deluso del riccio quando ha trovato quella busta di cocaina per terra.

La noia e lo stress stanno facendo la loro parte per ora, continuo a rigirarmi nel divano, sembro un pesce fuor d'acqua.
Sbuffo, mi lamento e l'ansia e il panico si impadroniscono di me.

-Io esco- dico piagnucolando come una bambina, mi alzo dal divano, nessuno di loro mi degna uno sguardo e non potrei esserne più felice.
Non ho per niente voglia di uscire da sola così inizio a cercare la mia giacca di pelle per prendere il biglietto da visita di Mark, quel ragazzo che ho conosciuto per caso.

Metto la camera a soqquadro e poi mi ricordo di averla lasciata all'ingresso sul mobile, mi do uno schiaffo sulla fronte e ritorno indietro.
Apro la cerniera della giacca e prendo il biglietto da visita senza farmi vedere da quei due.
Entro in camera mia e prendo il cellulare, digito il numero di telefono e aspetto che risponda.

-Pronto?- la sua voce mi riporta alla realtà, mentre aspettavo che rispondesse la mia testa era da tutt'altra parte.

-Sono Claire, la ragazza che piangeva seduta sulla panchina- mi sento piuttosto in imbarazzo nel ricordare quel momento in particolare.

-Ciao Claire, che piacere sentirti. Dimmi pure- ha una voce squillante e allegra, scommetto che in questo minuto sta sorridendo.

-Ehm, scusa se ti disturbo, volevo sapere se ti andava di uscire- mi gratto la nuca e controllo che nessuno stia origliando la conversazione.

-Certamente, tra trenta minuti alla panchina?- chiede.

-Perfetto- affermo, chiudo la chiamata e inizio a rovistare nel sacchetto dei vestiti per decidere cosa indossare.
Prendo dei pantaloni verde militare, una camicetta bianca, le mie vans nere e la giacca di pelle, non mi trucco e raccolgo i capelli in una coda.

-Sto uscendo- urlo appena varco la soglia di casa, non riesco a sentire quello che urla Izzy ma non mi interessa e inizio scendere le scale a due a due.

Esco dal palazzo e mi fermo di colpo, la strada è deserta, maledettamente vuota e sento dei rumori strani, sospiro e inizio a camminare.
Mi sento come se qualcuno mi seguisse, mi volto ma non c'è nessuno, sto diventando paranoica oppure qualcuno mi segue veramente.

Allungo il passo e svolto l'angolo, sento dei passi dietro di me e inizio a correre, sorpasso quella poca gente che è in giro a quest'ora e finalmente arrivo alla panchina dov'è l'appuntamento.

-Scusa il ritardo. Ehy ma stai bene?- chiede non appena mi vede affannata, mi alzo e lo saluto.

-Non amo camminare da sola la notte- faccio un mezzo sorriso e sistemo nuovamente i capelli.

-Ti va di andare a vedere una band emergente esibirsi in un locale qua vicino?-chiede sorridente.

-Certamente- esclamo contenta.

[...]

La serata procede bene, abbiamo chiacchierato e ci siamo goduti lo spettacolo di queste nuove band emergenti.
Ogni tanto mi sento osservata non da Mark ma da qualcun altro che non conosco.
Rabbrividisco al pensiero di qualcuno che vorrebbe uccidermi.
Mi agito un po' sulla sedia, sono di nuovo irrequieta, afferro il bicchiere di birra e bevo l'ultimo sorso.

-Tutto bene?- chiede Mark non appena mi vede mentre mi agito.

-Sì, penso sia ora di tornare a casa- mi sforzo di sorride e afferro lo zaino e la giacca che avevo posato sulla spalliera della sedia su cui sono seduta.
Prendo venti dollari dalla tasca e li poso sul tavolino.

Lui paga la sua parte e iniziamo a farci spazio tra la folla che balla, si agita e si struscia con altri corpi caldi, arriviamo all'uscita dopo aver faticato non poco e subito l'aria fredda mi investe.
Ho sempre avuto la cattiva abitudine di indossare solo giubbotti di pelle anziché delle giacche più pesanti e calde.

-Ti accompagno a casa? Possiamo prendere la mia auto, abito qua vicino- è gentile ma in questo momento non mi fido di nessuno, vedo tutti come delle minacce, ma devo essere prudente e camminare a piedi da sola di notte non lo è.

-Volentieri- lui inizia a camminare e io lo seguo, non dico niente e si sentono solo i nostri respiri.
Passiamo davanti le vetrine dei negozi illuminati, in questo marciapiede e in quello del lato opposto non c'è anima viva.
Ogni suono e ogni rumore mi mette in allerta, il mio cuore inizia a battere velocemente, tra poco mi verrà un attacco di panico se non mi calmo.

-Eccoci- afferma, si ferma davanti a un bel palazzo e inizia a cercare le chiavi.

-Per entrare nel garage devo prima passare all'interno del palazzo, vuoi venire?- chiede sorridente.

-Ti aspetto qui- abbozzo un sorriso, appena entra mi pento subito della mia scelta, fuori di notte da sola quando mi sento pedinata non è per niente una buona idea, sono solo una stupida e inizio a imprecare mentalmente.

Sento il rumore del motore dell'auto che esce dal garage e sospiro, accosta davanti a me ed io apro subito lo sportello, entro velocemente e allaccio la cintura...

Spazio autrice:
Da chi sarà pedinata Claire ?
A voi la parola 😉
Un bacio ~ Serena 🤘 

On the road ~ Dark trip [ #wattys2017 ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora