Capitolo 31

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Nel cuore della notte...

Sento delle urla, poi il rumore di oggetti che si frantumano, urla di dolore.
Mi alzo, cerco il corpo di Axl ma lui non è accanto a me, scendo dal letto, non vedo niente e rischio di cadere.
Mi aggrappo a tutto ciò che tocco, trovo la maniglia della porta dopo moltissimi tentativi.

Vedo una luce infondo al corridoio, in punta di piedi mi avvicino al salone.
La porta è socchiusa, la apro, la prima cosa che noto è la cocaina divisa in strisce sul tavolo e una bottiglia quasi vuota di Jack Daniel's.
Il pavimento è pieno di cocci di vetro, Axl afferma la bottiglia di whiskey e sta per scagliarla contro il muro.

-Non lo fare- apro del tutto la porta e avanzo fino al divano stando attenta a dove metto i piedi.
Lui mi guarda e si blocca, sorride e viene verso di me, mi fa paura ma non posso scappare, lui non è un mostro, non sa gestire le emozioni.

Mi afferra da un polso e mi spinge sul divano, inizia a sbottonare i pantaloni.
Mi metto subito a sedere, cerca con tutte le sue forze di farmi distendere, lo spingo via e salto in piedi.

-Cazzo lasciami- mi afferra violentemente dal braccio, continuo a spingerlo, riesco a liberarmi e arretro, cado su i cocci di vetro.
Sento che la schiena brucia, inizio a piangere, corri verso il bagno e mi chiudo a chiave.

Tolgo subito la maglietta e mi guardo allo specchio, ci sono più di cinque pezzi di vetro di dimensioni differenti.
Allungo il braccio verso la scapola, il dolore è assurdo, non dovrei neanche muovere le braccia, qualcun'altro li dovrebbe rimuovere.

Levo il primo pezzo e mi scappa un urlo che cerco sin da subito di soffocare, sento Axl che bussa alla porta ma lo ignoro.
Tra lacrime e piccoli urli riesco a rimuovere il vetro, non sembrano profondi i tagli, li disinfetto e riempio la vasca di acqua calda.
Continuo a ripetermi mentalmente che lui non è un mostro ma il cuore pensa tutt'altro.

La verità è che prima di conoscerlo ero felice nella mia povertà e con le mie amiche, non fumavo e non sniffavo cocaina.
Lui continua ancora a bussare e io continuo a piangere, voglio ritornare a Los Angeles, voglio dimenticarmi per sempre di lui e stare con le mie amiche.

-Claire, piccola scusa- sento i suoi singhiozzi ma non mi farò commuovere, Blondie mi aveva avvisata e io non l'ho ascoltata, è colpa mia.
Mi immergo nella vasca, i tagli bruciano tantissimo, gli occhi mi bruciano, il mio cuore è distrutto e la mia mente sconvolta.

Axl (punto di vista)

Divido in strisce sottili la dose di cocaina, prendo una banconota e sniffo cinque strisce.
Prendo la bottiglia di whiskey e la bevo, mi sdraio sul divano e mi addormento.

-Vedi Axl, così si tratta una donna.-
Mio padre prende mia madre e la sbatte con forza contro il muro, lei inizia a piangere, provo a fermarlo però mi spinge e mi fa cadere.
Sbatto con forza la testa, sento le voci di mia madre, vedo sfocato, sbatto ripetutamente le palpebre e vedo in modo più nitido.
Lui prende il coltello poggiato sul tavolo e lo preme contro il collo della mia mamma, inizia a uscire un po' di sangue, poi sposta il coltello verso il suo petto.
-No- urlo, mi rialzo ma lui mi prende dalla gola e sbatte la mia testa contro il muro con tanta forza.

Mi sveglio urlando, era solo un sogno, solo un sogno ripeto mentalmente.
Forse non era un sogno ma un ricordo, allungo il braccio e afferro la bottiglia, ne bevo un lungo sorso e la riposo.
Le immagini si ripetono continuamente nella mia testa e non riesco a smettere di pensarci.

Prendo un bicchiere e lo lancio contro il muro ed inizio ad urlare, i ricordi iniziano a riaffiorare, non voglio ricordare, voglio solo dimenticare il mio passato.

-Non lo fare- sto per lanciare la bottiglia di vetro ma la voce di Claire mi impedisce di fare qualsiasi cosa.
Mi volto ma non vedo lei, vedo mio padre che ride di me, mi scappa un sorriso maligno.

Mi avvicino a lui e lo spingo sul divano, voglio picchiarlo, prenderlo a colpi di cinta.
Si alza e cade.

Sento Claire piangere ma non la vedo, tutto intorno a me diventa buio, scuoto la testa e strizzo gli occhi.
Vedo Claire distesa sui pezzi di vetro che piange, ora mi rendo conto di cosa ho fatto, sono un fottuto mostro, provo ad avvicinarmi a prenderla tra le mie braccia ma scappa in bagno.

La sento urlare e piangere, busso con forza...

Spazio autrice:
Capitolo triste 😢
Cosa ne pensate?

Kiss, Serena 🙋



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