"Fede, posso?" chiede Benjamin bussando alla sua porta.
"S-si" risponde il più piccolo con tono affaticato "Caz-zo"
"Che stai...?" il moro entra in camera e alza un sopracciglio vedendolo seduto sopra la valigia stracolma, cercando di chiuderla pesandocisi sopra, senza ottenere alcun risultato "guarda che stiamo via una notte non due settimane"
"Si...lo so, è che io...non sapevo cosa portare" spiega mentre si alza rinunciando a chiuderla.
"Porta un cambio leggero e uno pesante, e qualcosa di elegante per la festa...ehm diciamo la cosa più elegante che hai, mio padre ci tiene a queste cose" si siede sul suo letto e butta un occhio all'interno della valigia, sistemandosi a gambe incrociate.
"Quelle sono..." socchiude gli occhi riflettendo "...almeno una decina di magliette" conclude mentre indica una pigna di vestiti.
"Ehm si forse non mi servono tutte" Federico si gratta la testa e tira fuori le magliette selezionandone solo un paio "è che non so mai quale mi va di indossare"
"Forse..." mormora l'altro in un ghigno.
Una ventina di minuti dopo la valigia è pronta e contiene solo il necessario, più o meno, forse due costumi non gli serviranno, ma gli piace essere previdente.
"Bene" il più grande batte le mani e salta giù dal letto "io vado a dormire"
"Sono le nove" ribatte Federico sorpreso.
"Si, ma alle sei di domani mattina io voglio partire, per evitare almeno il traffico mattutino di Los Angeles, perciò ti consiglio di fare lo stesso" con una scrollata di spalle se ne va augurandogli la buonanotte. Federico decide di seguire il suo consiglio, guarda un episodio di Criminal Minds e verso le dieci è già profondamente addormentato.
"Sei davvero di compagnia, intendi essere così loquace per tutte le sei ore e mezza di viaggio?" chiede Benjamin sarcastico mentre attraversano Los Angeles. Sono partiti da meno di un'ora e tutto quello che ha fatto Federico da quando si è svegliato è stato indossare i vestiti ancora con gli occhi chiusi, scendere dalle scale ancora con gli occhi chiusi - rischiando di spezzarsi l'osso del collo - mangiare un biscotto e mezzo, ancora con gli occhi chiusi, e salire in macchina.
"Mh...ho sonno" mugugna "tu come fai ad essere così attivo?"
"Caffè" suggerisce "c'è un thermos nel borsone se ne vuoi" Federico si volta ancora assonnato tastando con una mano alla ricerca del caffè, per poi prenderne due lunghi sorsi mentre il moro ridacchia.
Sono circa all'altezza di Santa Barbara quando Federico cambia stazione radio, dopo aver sbuffato, abbandonando finalmente le continue notizie sulla situazione traffico, con cui sospetta Benjamin sia leggermente fissato. Non contento, continua a passare da una stazione all'altra, borbottando perchè non trova nulla di interessante, poi attacca il suo cellulare sotto lo sguardo critico del più grande, che però non dice nulla.
Parte The man who can't be moved dei The Script, Federico sghignazza e inizia a cantare e Benjamin sbuffa, ma dopo meno di trenta secondi si unisce alla sua voce e cantano l'intera canzone a squarciagola insieme.
"Hai una bella voce" commenta il moro, facendolo sorridere.
Passano la successiva ora a cantare tutta la playlist preferita di Federico, scoprendo che il più grande conosce praticamente tutte le canzoni a memoria, fino a quando si fermano a fare una sosta in una stazione di benzina sperduta nel bel mezzo del nulla sulla statale 101.
"Vuoi fare cambio? Guido un po' io?" chiede Federico mentre addenta una ciambella stantia presa al bar. Sono da poco passate le otto, ma fa già piuttosto caldo, sono seduti fuori a un tavolino metallico in una specie di veranda coperta da una tenda di plastica rossa, che aumenta la sensazione di calura.
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Driving down the 101 - [Fenji]
FanfictionDalla storia: Il problema è che quella estate, ovvero quei tre mesi di cazzeggio assoluto post-esami in cui Federico avrebbe potuto svagarsi con gli amici, passare le serate vagando tra i pub londinesi, andarsene al mare nel sud dell'Inghilterra o...