"In spiaggia"
Federico legge il messaggio, ripone il telefono in tasca e si dirige verso il mare passando per la solita stradina tra le case, mentre il vento forte gli soffia in faccia.
Arriva sul lungomare, l'acqua è agitata e colpisce con forza le rocce creando spruzzi bianchi, le onde si infrangono con violenza sulla sabbia, mentre i bassi arbusti sul limitare della spiaggia si agitano a causa del vento. Federico guarda verso il mare con i capelli che si muovono in tutte le direzioni e vede una figura seduta su una roccia qualche metro più avanti, una maglietta nera, i capelli scompigliati dall'aria forte e una sigaretta tra le dita. A passi lenti gli si avvicina e gli si siede accanto senza che l'altro si volti a guardarlo, vede il pacchetto di sigarette malamente appoggiato sulla sabbia dorata, ne prende una e la accende.
"Scusa" mormora Benjamin dopo un lungo silenzio trascorso con gli occhi fissi verso l'orizzonte.
"Non devi chiedermi scusa" ribatte il biondo scuotendo la testa e spegnendo la sigaretta ormai finita.
"Non ricordo tutto quello che è successo stanotte...ma sono sicuro di dovermi scusare" si scosta una ciocca di capelli dal viso ancora leggermente segnato dalla brutta nottata.
"Cosa ti ricordi?" chiede Federico voltandosi verso di lui.
Finalmente il moro lo guarda negli occhi "credo di aver dato di matto più di una volta" abbozza un sorriso "e tu mi hai aiutato, grazie"
"Ti va di raccontarmi come stanno le cose?" il biondo va dritto al punto e l'altro annuisce, prima di prendere un respiro profondo.
"Mio padre si aspetta che io finisca l'università, prenda la laurea in economia, sposi Ivy e inizi ad occuparmi dell'azienda" elenca "quattro anni fa mi era sembrata una buona idea far credere loro che io e Ivy stessimo insieme, insomma, siamo amici da tanto e mia madre ad un certo punto ha iniziato a crederlo da sola...li ho lasciati fare, mi è parso comodo, ora mi rendo conto che è una stronzata" si prende una piccola pausa per poi ricominciare "in più mi fa schifo economia, non mi interessa nulla dell'azienda, te l'ho già detto questo, ma mio padre è un tipo piuttosto autoritario e...bè...suppongo di essere un gran codardo..." si interrompe con un leggero sorriso amaro sulle labbra.
"Non sei un codardo" lo contraddice Federico "hai solo paura di deluderlo"
"Non ho paura, ne sono certo" rettifica "se dovesse scoprire che sono gay e che non voglio lavorare con lui...bè..." non finisce la frase "per te è diverso, tuo padre è fantastico e ti appoggia in tutto quello che fai"
"Hai ragione, sono fortunato" conferma il biondo annuendo "posso farti una domanda?"
Benjamin scrolla le spalle "tutto quello che vuoi"
"Cosa vorresti fare tu?" chiede Federico appoggiandogli delicatamente una mano sul braccio, il moro lo osserva e scrolla nuovamente le spalle "non ne ho idea, te l'ho detto che sono un disastro" si passa una mano sul volto stanco.
"Troverai qualcosa" lo rassicura Federico con dolcezza, poi cade di nuovo il silenzio ed entrambi si accendono un'altra sigaretta, mentre le nuvole si fanno più dense e scure sopra di loro ed il mare sempre più agitato.
"Senti...per quanto riguarda Trey..." riprende dopo un po' Benjamin, ma Federico lo interrompe subito "non sei obbligato..."
"No" il moro gli mette una mano sulla spalla per poi toglierla subito dopo "ti ho detto che ti avrei detto tutto, è giusto così, ho sbagliato con te fin dall'inizio, ma...ora so che mi posso fidare" sospira e un abbozzo di sorriso gli si disegna sulle labbra "è ironico, ma forse sei l'unico di cui mi possa fidare"
STAI LEGGENDO
Driving down the 101 - [Fenji]
FanfictionDalla storia: Il problema è che quella estate, ovvero quei tre mesi di cazzeggio assoluto post-esami in cui Federico avrebbe potuto svagarsi con gli amici, passare le serate vagando tra i pub londinesi, andarsene al mare nel sud dell'Inghilterra o...