With a Little Help from my Friends

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Il Newport Beach Country Club è sicuramente il posto più elegante e chic in cui Federico abbia messo piede in tutta la sua intera esistenza. Non che ci voglia molto, dopotutto, visto che il pub di Chris, l'amico di Ed, dove passano la maggior parte dei loro sabati sera a Londra, si discosta decisamente da aggettivi quali elegante e chic. Le parole più adatte a descriverlo sarebbero più qualcosa come sudicio, disgustoso e...bè, ha reso l'idea, ma comunque, lui adora quel posto per circa una ventina di ragioni. Per prima cosa è aperto tipo sempre, nel senso di tutti i giorni, a tutte le ore, adesso che ci pensa non l'ha proprio mai visto chiuso. Per seconda cosa la birra costa pochissimo, e per lui che è amico del proprietario costa ancora meno, il che rende piuttosto semplice ubriacarsi per poche sterline. Per terza cosa, dista circa sette minuti a piedi da casa, massimo undici quando è ubriaco, caratteristica da non sottovalutare nel modo più assoluto. Le altre diciassette ragioni sono pur sempre ottime, ma irrilevanti, visto che le prime tre già bastano a definire quale sia la sua idea di locale perfetto in cui valga la pena trascorrere del tempo.

Il Newport Beach Country Club, già il nome è troppo pretenzioso secondo Federico, non ha ovviamente nemmeno una delle caratteristiche sopracitate, nemmeno mezza per la verità. Si tratta di un'enorme struttura immersa nel verde dei campi da golf, le aiuole esterne sono curate nei minimi dettagli ed estremamente rigogliose, nonostante il caldo torrido che caratterizza l'estate californiana, l'edificio è composto interamente da legno e vetrate, con diverse sale e terrazze, poste su diversi livelli. All'ingresso vengono accolti da una ragazza vestita in modo molto elegante e da un uomo, che ricopre probabilmente una posizione piuttosto importante, considerato il suo modo di fare, entrambi si trovano dietro un grande bancone in marmo e legno che fa da reception, sorridono educatamente e con un melenso "signora, signore, è un piacere vedervi" fanno loro cenno di entrare.

Un sorriso tirato è dipinto sulle labbra di Federico, i pantaloni blu eleganti che è stato costretto ad indossare, nonostante gli facciano un culo da favola a suo modesto parere, gli danno fastidio dal momento stesso in cui è uscito di casa, la polo bianca – regalo di Kirsten, orrore degli orrori – gli sta anche bene, deve ammetterlo, ma ha un solo, piccolo, insulso problema, e cioè che lo fa sentire un perfetto imbecille. Non sa bene il perché, ma è sicuro di perdere un punto di q.i. ogni minuto che passa con addosso quella cosa.

Entrano in una sala tanto sfarzosa quanto l'ingresso, anch'essa in legno e vetrate, varie persone sono sedute attorno agli eleganti tavolini, circondati da morbide poltrone, ma la stanza non è troppo piena, i camerieri ben vestiti si muovono silenziosamente prendendo gli ordini e portando vassoi su cui poggiano bicchieri di cristallo.

"Oh eccoli là" sussurra Kirsten a Daniel indicando un punto verso il fondo della stanza, dove Liam e quelli che devono essere i suoi genitori sono già accomodati.

"Dus" Daniel stringe la mano all'uomo "ti presento mio figlio, Federico"

"Ah finalmente ti conosco, non ho sentito alto che cose meravigliose sul tuo conto" il biondo gli stringe la mano ringraziando educatamente "mia moglie Nora" dice poi voltandosi leggermente verso la moglie " e mio figlio, ma a quanto ho capito già vi conoscete".

"Si, esatto" conferma Federico "è un piacere conoscerla signora" aggiunge poi "ciao Liam"

"Ah caro, assomigli tanto a tuo padre, è davvero scioccante" esclama la donna. Ma dai? Sono padre e figlio, Federico non la trova una cosa così scioccante.

Una volta che le presentazioni sono state fatte, prendono posto sulle poltrone. Sono veramente comode come sembravano e Federico vi sprofonda dentro sperando che la cosa duri il meno possibile. Si sente già dentro un grande, gigantesco clichè.

Driving down the 101 - [Fenji]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora