Benjamin apre la porta di casa lentamente trascinandosi dietro lo zaino con le cose che ha portato da Ivy per quei due giorni. Ha fatto bene a passare un po' di tempo da solo a riflettere, deve assolutamente parlare con Federico, devono trovare una soluzione che permetterà loro di stare insieme. Ha capito che non gli interessa nulla di quello che pensa sua madre, e nemmeno Daniel, non gli importa niente di niente se non li accetteranno, se si opporranno alla loro decisione di stare insieme, non vuole più che qualcuno controlli la sua vita. Si è stufato di fare sempre quello che gli altri si aspettano che faccia, si è stufato di fingere di essere quello che non è. Lui vuole stare con Federico, ed è ora di fare finalmente qualcosa per se stesso.
Si chiude la porta alle spalle e sente immediatamente i passi di sua madre che gli vengono incontro rapidamente, ha l'aria stanca e triste e lo guarda con espressione dispiaciuta, "Ben" sussurra.
"Mamma" replica lui in tono duro, mentre anche Daniel arriva all'ingresso e "Benjamin" inizia quasi dolcemente.
"Che c'è?" ora è confuso "perché siete entrambi qua? Non intendo parlare con voi, voglio parlare con Federico" dice e si dirige verso le scale, ma la voce dell'uomo lo blocca.
"Ben" ripete mentre Kirsten si morde il labbro e guarda in basso "non..." inizia poi sospira e abbassa la testa.
No.
No. No. No.
Benjamin ha capito, ma spera con tutto se stesso di sbagliarsi, mai nella vita ha sperato così tanto di aver capito male.
Li guarda con occhi sbarrati e lascia cadere lo zaino che si appoggia a terra con un tonfo sordo, i due non dicono più nulla ma si guardano preoccupati.
Benjamin non apre bocca, gli sembra di essere in un sogno, o meglio, in un incubo, mentre sale le scale facendo gli scalini due a due e corre fino alla porta di Federico. Afferra la maniglia, ma si blocca trattenendo il fiato, sa cosa troverà, anzi, sa cosa non troverà, solo non è sicuro di avere le forze per affrontarlo. Prende un respiro profondo e chiude gli occhi per un momento, poi abbassa la maniglia e apre la porta molto lentamente, solo dopo averla aperta completamente alza le palpebre e le sbatte un paio di volte osservando la stanza.
Il letto è perfettamente rifatto e le tende sono tirate, la scrivania è completamente libera se si esclude un piccolo calendario e un portapenne, le pareti sono spoglie e bianche, nell'angolo c'è la piccola poltrona azzurra e un'anta dell'armadio è leggermente socchiusa. Benjamin muove due passi lenti all'interno della stanza e chiude l'anta, per nessuna ragione logica, poi fa scorrere di nuovo lo sguardo dappertutto. Gli sembra di vedere il letto disfatto con le lenzuola bianche aggrovigliate, le foto appese alle pareti, le tende muoversi per il vento, gli sembra di vedere i vestiti ammucchiati ovunque, sul tavolo, sulla poltrona azzurra, la macchina fotografica appoggiata distrattamente sulla scrivania insieme a qualche libro consumato. Gli sembra di vedere Federico seduto sul letto con il computer tra le mani e per un secondo, uno stupido secondo, sorride.
Solo che Federico non c'è, le sue cose non ci sono, è tutto vuoto e grigio e lui è partito, se n'è andato via senza nemmeno salutarlo, senza nemmeno dirglielo.
"No" sussurra Benjamin mentre la rabbia prende rapidamente possesso del suo corpo, mischiandosi con il dolore "no" ripete, più forte, non può essere vero, non può essere partito senza dire nulla, non ora, non adesso che potevano finalmente sistemare tutto.
Afferra una cornice appoggiata sul comodino, prima conteneva una loro foto, una di quelle fatte a Palm Springs, prima ancora che si baciassero, ora è vuota. Osserva il fondo bianco, insignificante, poi con tutta calma la scaglia contro al muro con un gran fracasso, mandandola in mille pezzi. Fa qualche altro passo girando intorno al letto, sfiorando con un tocco leggero quelle lenzuola che più di una volta sono state testimoni del loro amore, non può essere tutto finito. Appoggia entrambe le mani al materasso, ha la sensazione che le gambe non siano più in grado di sostenerlo e si lascia cadere in ginocchio sul pavimento mentre lacrime amare rigano il suo volto, se n'è andato, l'ha lasciato solo.
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Driving down the 101 - [Fenji]
FanficDalla storia: Il problema è che quella estate, ovvero quei tre mesi di cazzeggio assoluto post-esami in cui Federico avrebbe potuto svagarsi con gli amici, passare le serate vagando tra i pub londinesi, andarsene al mare nel sud dell'Inghilterra o...