The Kids from Yesterday

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Ha il respiro bloccato in gola da qualche secondo, è immobile e non riesce a staccare gli occhi dal ragazzo - Benjamin - che, ormai praticamente nudo se non per quel misero pezzo di stoffa nera lucida, continua a muoversi sensualmente su quel palco. Vorrebbe andare via, o per lo meno vorrebbe ricominciare a respirare normalmente, ma sente il sangue pulsare nelle vene e, nonostante tutto, l'eccitazione che gli ha provocato non è svanita, tutt'altro. Si morde con violenza il labbro inferiore senza spostare lo sguardo da quel corpo nemmeno per una frazione di secondo e ingoia un groppo di saliva, è il suo fratellastro quello là sopra e lui non dovrebbe assolutamente provare quelle sensazioni. Cazzo.

Non ha davvero alcuna intenzione di farsi vedere lì, non saprebbe come affrontare la cosa al momento, l'unica idea che ha avuto è stata quella di salire su quel palco e spingerlo al muro più vicino per toccare finalmente quel corpo definito, ma forse - forse - non è proprio la cosa migliore da fare al momento. Deve andare via di lì. Non vuole che Benjamin lo veda, e men che meno ha voglia di incontrare Trey, che fortunatamente sembra essere svanito nel nulla. Striscia lentamente tra la folla, diretto verso l'uscita, cercando di restare nascosto grazie all'oscurità che avvolge quel punto del locale e le persone ammassate. In breve tempo raggiunge la spessa tenda rossa e dopo aver lanciato un ultimo sguardo al fratellastro, che si sta ancora strusciando su quel dannatissimo palo a ritmo di una canzone di Britney Spears, si volta ed esce di corsa.

"Vai" dice solamente a Liam una volta che è salito in macchina e ha chiuso la portiera con un colpo secco.

"Finalmente" sta già dicendo l'altro "stavo per venire a cercarti, cos'è successo?" chiede poi vedendo la sua espressione affannata e leggermente sconvolta.

"Niente. Vai." ordina secco. Il castano assottiglia lo sguardo, probabilmente per cercare di capire qualcosa in più, poi rilascia un lieve sbuffo e parte sgommando.

Si trovano già oltre la città di Los Angeles, sulla strada che corre lungo la costa, diretti a Newport, ha iniziato a piovere da qualche minuto e quello delle gocce che si scontrano a gran velocità sul parabrezza è l'unico rumore che si sente all'interno dell'abitacolo, Federico guarda fuori dal finestrino, pensieroso, mentre Liam guida nervosamente con lo sguardo dritto davanti a sè.

Federico sospira.

"Scusa" dice poi voltandosi verso il ragazzo, che non sposta lo sguardo dalla strada buia.

"Per cosa esattamente?" cerca di essere disinteressato, ma un tremolio nella voce tradisce la sua rabbia.

"Io...per averti chiamato di punto in bianco chiedendoti la macchina, per averti costretto a guidare per cinquanta miglia e ritorno, per averti fatto aspettare mezzora fuori da un locale in una stradina sperduta della periferia di Los Angeles, e infine per averti fatto tornare indietro senza dirti una parola" snocciola sperando di aver fatto trasparire la sua sincerità. È davvero dispiaciuto.

"Suppongo tu non voglia dirmi cosa è successo o cosa hai visto là dentro, vero?" ancora non lo guarda, ma il tono è indubbiamente più dolce.

"Non è che non voglio, ma riguarda Ben...e non credo sarebbe giusto farlo, ecco tutto" spiega Federico sperando che Liam capisca.

"Si...capisco" sospira voltandosi finalmente verso di lui "accetto le tue scuse" continua poi accennando un mezzo sorriso "alla fine è stata un'avventura divertente" ridacchia, seguito a ruota da Federico.

"È stata un po' una follia in effetti" conviene Federico, rendendosi conto solo in quel momento che hanno veramente percorso cento miglia per seguire il suo stupido fratellastro, hanno quasi le lacrime agli occhi per le risate e continuano così fino a quando non raggiungono la via di casa.

Driving down the 101 - [Fenji]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora