9) Russia

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Niall si sentiva stranamente nervoso. Si chiese da quando avesse iniziato a cercarla con lo sguardo prima di ogni gara. Dopotutto era solo la terza corsa della stagione, ma non averla sotto gli occhi era comunque un po' strano. Come se si fosse già abituato a quella costante presenza. Era anche un po' preoccupato, perché non gli era mai successo prima niente di simile. Ovviamente stava parlando di Alexia. L'unica ragazza che Niall aveva accanto quella domenica era Cheryl. Il pilota non aveva ancora chiesto perché la rossa non fosse venuta in pista con loro. Harry gli aveva solo detto una frase, quando lui si era ritrovato a cercarla tra le ragazze paddock, a cui non aveva neanche ribattuto: «Lei non c'è.»
Ma quando si era ritrovato con Cheryl, che gli teneva l'ombrello sulla testa per coprirlo dalla leggera pioggerellina, non poté fare a meno di chiedere: «E Alexia?»
«Non sta bene. È rimasta in hotel.» fu la risposta sbrigativa della ragazza.
«Ha già poca voglia di lavorare?» si ritrovò a chiedere con cattiveria e Cheryl lo fulminò con lo sguardo.
«Ritiene il lavoro molto importante, invece. Voleva essere qui, l'abbiamo costretta a restare a letto solo perché non riusciva a reggersi in piedi.»
Niall sentì il senso di colpa farsi strada dentro di sé immediatamente e decise che forse era meglio zittirsi.
Un giornalista, come al solito, si avvicinò a lui e gli fece qualche domanda di routine. E poi ovviamente anche su ciò che tutti ritenevano interessante. Niall si chiese che cavolo importasse alla gente della sua vita privata, ma se tutti erano contenti in quel modo, doveva solo dargli ciò che volevano.
«Quindi non sei più single. Credi che questo ti porterà buoni propositi e ulteriori motivazioni per vincere?»
«Io sono single, amico.» rispose, ricordandosi del volere di Alexia. Se davvero avesse voluto iniziare... qualcosa, avrebbe dovuto fare le mosse giuste.
«E con la ragazza rossa della scorsa settimana? È già finita?»
«Non è mai iniziata, in realtà.» rispose, ridendo di gusto.
Fortunatamente, in quel momento Liam lo richiamò ai box e Niall si liquidò. Poco dopo, così, venne distratto dalla sua Jane e dall'imminente partenza.
Inutile dire che quel giorno in Russia Niall fece schifo. Non era riuscito neanche a salire sul podio, con il sesto posto. David era perfino arrivato appena dietro di lui. Agli ultimi giri della gara Niall aveva quasi battibeccato con Harry nell'auricolare, a causa di un sorpasso che il pilota aveva azzardato di sua spontanea volontà senza considerare i rischi e che gli aveva soltanto fatto perdere altre due postazioni subito dopo.
Il risultato? Harry e Niall adesso non si parlavano, il primo aspettando delle scuse che non sarebbero arrivate. Se Harry aveva il compito di ingegnere, di consigliare Niall durante la gara, valutare tutti i fattori e indicargli le strategie e i momenti migliori un motivo c'era, no? Ma Niall era testardo. E niente avrebbe potuto smuoverlo in quei casi.
Arrivando sesto, però, Niall si era almeno risparmiato la conferenza stampa ed era fuggito direttamente in hotel. Si era fatto una doccia e aveva ordinato qualcosa in camera per cena, in modo tale che nessuno avrebbe potuto disturbarlo. Si sarebbe martoriato con musica depressiva o qualche film scadente in una lingua che non conosceva affatto.
Ovviamente quella pace (non proprio, dato che interiormente si sentiva uno schifo) non durò molto. Qualcuno bussò alla sua porta e Niall fu tentato quasi di non rispondere. I colpi però si fecero più insistenti e il pilota si alzò per andare ad aprire. Era Louis. «Va a chiedere scusa ad Harry. Adesso.»
«Va al diavolo.»
«Non capisci quanto si stia colpevolizzando?»
Niall spalancò gli occhi. «E di cosa, scusa? Sono stato io a non ascoltarlo. Lui mi ha detto di fare ciò che riteneva giusto, come sempre.»
«Ed era giusto?»
Niall non rispose. Non avrebbe dato a Louis quella vittoria. Magari ad Harry, ma non a Louis.
Il ragazzo castano serrò la mascella. «Va a chiedergli scusa.»
Niall sbuffò e spinse Louis mettendogli una mano sul petto. Gli passò accanto e percorse il corridoio, prima di entrare nella camera di Harry, che stava sul letto a guardare la tv e non aveva sollevato neanche lo sguardo quando la porta si era spalancata.
«Sono io quello che ha perso oggi, Harry. Non tu. Quindi non te la prendere.»
«Dovevi chiedere scusa.» la voce di Louis arrivava dalla porta.
«Ma perché dovrei chiedere scusa? Ho fatto una cazzata, d'accordo. Ma ci sono io in pista ed è un problema mio.»
In quel momento Harry si voltò a guardarlo. «Devi capire una cosa, Niall. Noi siamo una squadra. Io, te, Louis, Liam. Nonostante tu sia la vera star, non andresti da nessuna parte senza di noi. E noi senza di te. Se uno di noi sbaglia, sbagliamo tutti. Se uno di noi fallisce, falliamo tutti.»
Niall abbassò lo sguardo, non riuscendo più a sopportare quello di Harry. L'altro ragazzo aveva ragione, ma Niall era sempre stato abituato ad essere solo e spesso e volentieri lo dimenticava.
«Mi dispiace.» sussurrò alla fine.
Harry fece un piccolo sorriso. «Posso avere un abbraccio?»
Solo Harry poteva chiedergli una cosa simile e ottenerla così velocemente. Niall lo aveva raggiunto e si era sporto in avanti per poter passare le braccia intorno al suo migliore amico.
«Ti va di restare qui con noi a guardare un film?»
Niall scosse la testa. «Meglio che vada a deprimermi da solo.»
«Possiamo farlo in due. O possiamo chiacchierare di qualcosa tanto per distrarci.» aggiunse Harry.
Niall declinò l'offerta, non aveva molta voglia di conversare e temeva l'argomento che Harry avrebbe potuto scegliere. Forse sarebbe andato a dormire.
«Notte, ragazzi.»
Niall attraversò il corridoio lentamente. Cheryl e Liam uscirono dalla camera di lui e gli passarono accanto. Non chiese neanche dove stessero andando. Sembrava che anche loro lo stessero ignorando, ma poi Liam attirò la sua attenzione: «Ah Niall, domani non partiamo subito. Pensavamo di prenderci qualche giorno per far recuperare Alexia.»
Niall annuì soltanto, prima che loro scendessero le scale che li avrebbero portati alla hall. Magari stavano uscendo. Niall scrollò le spalle e si infilò in camera sua.
Nel momento in cui aveva poggiato la testa sul cuscino, Niall aveva capito che non sarebbe riuscito a dormire. Il sonno sembrava farsi beffe di lui, perché era completamente sparito. Sembrava quasi che la stanchezza del giorno della gara non gli avesse fatto effetto. Di solito lo rendeva un drogato, adesso era lucidissimo. Evidentemente non aveva faticato quanto avrebbe dovuto. Niall sbuffò, rigirandosi nel letto. Un pensiero gli sorse improvvisamente alla mente: se Cheryl era con Liam, significava che Alexia era da sola in camera. Stava male e l'avevano lasciata da sola? Non ebbe neanche il tempo di pensare a cosa stesse facendo, che era già uscito in corridoio e stava per bussare alla porta giusta. Con il pugno fermo in aria, si chiese che cavolo stesse facendo lì. Da quando i suoi pensieri andavano spesso e volentieri, senza che se ne rendesse conto, a quella ragazza dai capelli rossi? Sì, d'accordo. Era molto bella, una delle ragazze più belle che Niall avesse mai visto e che l'aveva colpito già dalla prima volta che si erano incontrati alla Syco, ma lui non dava mai tutto quel peso alle donne. Le aveva sempre ritenute una distrazione. E in effetti oggi sarebbe potuto essere uno dei motivi per cui aveva fatto schifo. Lei non c'era e lui si era distratto. Sembrava una logica un po' inversa, ma non del tutto sbagliata. La riteneva una distrazione, ma aveva fatto di tutto affinché le due ragazze lo seguissero ovunque. Era ridicolo. Niall si sentiva ridicolo.
Poteva sempre tornare in camera. Se per un giorno non l'avesse vista, non sarebbe cascato il mondo. E lei non stava bene. Avrebbe dovuto riposare e bussando l'avrebbe fatta alzare inutilmente. Ma stava male ed era da sola.
Niall abbassò la maniglia. Solo un tentativo, che andò a segno. La porta era aperta. E lei che lo prendeva sempre in giro per questo fatto: «Perché lasci sempre le porte aperte?» avrebbe dovuto farle la stessa domanda.
La stanza era buia, ma non del tutto. La lampada sul comodino accanto al letto singolo occupato era accesa. Gli occhi di Niall si soffermarono sul fagotto di coperte che doveva essere Alexia. Riusciva solo a vedere i capelli rossi sparsi sul cuscino, che formavano quasi una cascata infuocata. Rimase immobile per qualche attimo. Si sentiva quasi stupido e decisamente inquietante. Lui non doveva essere lì e se lei si fosse svegliata, le sarebbe venuto un infarto. Nel momento in cui la ragazza gemette nel sonno e iniziò a muoversi sotto le coperte, Niall fece dietrofront. Era meglio uscire da quella camera. Afferrò la maniglia.
«Niall.»
E ovviamente si bloccò. Il ragazzo spalancò gli occhi e il suo cuore iniziò a battere un po' troppo velocemente. Era una sensazione simile a quella che sentiva quando gareggiava. Solo simile, non di certo uguale. L'aveva detto nel sonno? Quella domanda era sorta nel cervello del pilota troppo in fretta. Fu per quello che si girò di nuovo. Doveva sapere la risposta.
Il battito del suo cuore iniziò a rallentare quando incontrò gli occhi aperti della ragazza. Cos'era quella che sentiva? Delusione?
«Che ci fai qui?» gli chiese con voce nasale, stringendosi maggiormente nelle coperte.
«Volevo... volevo solo sapere come stessi.»
La ragazza a quel punto non rispose, lo guardò semplicemente in silenzio.
Niall iniziò a sentirsi davvero a disagio. «D'accordo, vado via. Mi dispiace.»
Ma ovviamente continuava a restare immobile. Aveva bisogno almeno che lei gli annuisse. E invece, (forse perché effettivamente non voleva che se ne andasse?) parlò: «Scusa se oggi non ero in pista.»
Niall si sentì in colpa il doppio per ciò che aveva detto a Cheryl quella mattina. «Non importa.» sussurrò, mentre tutta l'amarezza di quel giorno, il cattivo risultato, lo investiva in pieno. Abbassò lo sguardo per qualche secondo.
«C'è qualcosa che non va in te.» constatò la ragazza a quel punto e Niall tornò a guardarla. Che cosa intendeva? Alexia si tirò a sedere a fatica e il ragazzo scoprì che indossava solo una maglia larga a maniche corte. Una maglia della Syco, che riconobbe subito. L'avevano messa in vendita l'anno prima. «Hai il mio cognome dietro quella maglia?» Niall era serio, neanche un mezzo sorriso. E Alexia che si sarebbe aspettata almeno una battutina.
«Solo perché era l'unica maglia che potevo utilizzare come pigiama che non fosse sporca. Era seppellita in valigia da quando mio fratello ce l'ha messa prima della mia partenza.»
«Quindi non è tua.» il senso di soddisfazione non sarebbe comunque sparito.
«No, è di mio fratello. Diceva che mi sarebbe potuta tornare utile. O forse come portafortuna, non saprei, non lo stavo ascoltando molto al riguardo.»
La ragazza rabbrividì e tossì quasi contemporaneamente.
«Hai freddo.» non era una domanda, anche se avrebbe potuto sembrarlo. Fece qualche passo in avanti, fermandosi soltanto quando fu accanto al letto. Si tolse le scarpe. «Fammi spazio.»
Non che ce ne fosse molto visto che si trattava di un letto singolo ad una piazza, ma ci sarebbero entrati.
«C-come?» balbettò Alexia, sorpresa. «Non puoi semplicemente cercare una coperta in più?»
«Non saprei neanche dove cercare. E io emano più calore.»
Alexia lo guardò titubante ancora per qualche secondo, poi cedette e fece spazio al ragazzo, sollevando appena le coperte. Niall si infilò sotto e distendendosi si rese conto che lei non indossava neanche dei pantaloni. Cercò di riprendersi dalla notizia, sdrammatizzando con la frase: «Come fai a sentire freddo? Sembra più una fornace qui. E tu vai a fuoco.»
Niall si chiese se quella fosse la mossa più stupida o più intelligente che avesse mai fatto in vita sua.
«Sai, non sto molto bene.» rispose lei, con un sospiro stanco. Okay, era decisamente la più stupida dato che Alexia gli si era appena accoccolata a fianco e gli aveva poggiato la testa sul petto. Niall titubò per qualche secondo, poi gli passò le braccia intorno. Non si sentiva affatto male a stare in quella posizione.
«Non avresti dovuto andare in giro mezza nuda quando siamo andati al pub.»
Le vibrazioni che emetteva quando parlava avrebbero nascosto il suo battito accelerato alle orecchie della ragazza? Sperava di sì. Ma che diavolo gli stava succedendo?
«Non ero mezza nuda.» Alexia avvicinò le gambe ancora di più a quelle ragazzo, avvinghiandole insieme. In effetti Niall emetteva un sacco di calore in più.
«Hai i piedi ghiacciati.»
«La gara non è andata bene, vero?»
Niall si irrigidì dopo aver sentito quelle parole. Nessuno le aveva detto nulla, quindi.
«Sono arrivato sesto.» sussurrò.
Alexia portò la mano sul suo viso e senza guardarlo lo accarezzò. La pelle era ruvida, la barba stava già ricrescendo. «È solo la terza gara.»
«Non posso permettermi di fare queste stronzate.»
«Ti rifarai con le prossime. Siamo solo all'inizio. Per adesso il punteggio e la classifica sono quasi irrilevanti.»
Niall sospirò. «Voglio vincere.»
«Lo so.»
«Non ho seguito i consigli... gli ordini che Harry mi ha dato durante la gara.»
«Fare di testa tua ogni tanto porta bene.»
E altre volte, nella maggioranza dei casi, portava a grandiosi disastri, le avrebbe voluto dire, ma era troppo concentrato sulla sua frase. Stava cercando di capire che cosa significasse, ma con scarsi risultati.
«Non voglio immischiarti nulla.» disse la ragazza con la voce assonnata, prima di tossire sul petto di Niall.
«Anche se lo facessi, da qui alla prossima gara avrei tutto il tempo per recuperare, non ti preoccupare.»
«Resti qui sta notte?» fu solo un sussurro.
«Non credo proprio, ma adesso tu dormi.»
Ultime parole cruciali. Entrambi si addormentarono in quella posizione e quando Cheryl tornò fu in quel modo che li trovò. Era rimasta bloccata a fissarli senza capire per una manciata di secondi, poi era fuggita da Liam, senza svegliare i due piccioncini.
Ovviamente il giorno dopo tutti avrebbero saputo che Niall aveva dormito con Alexia, anche se non avrebbero commentato per paura di essere assassinati violentemente. Le prove erano comunque certe quando anche Niall aveva iniziato a tossire.
«Devo smetterla di andare in giro senza giacca.» aveva dichiarato come scusa davanti agli altri.
Sì, Niall. Come no.

Ad Alta Velocità ||Niall Horan||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora