39) Tornare in pista

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Niall era tremendamente testardo. Lo era sempre stato e talvolta se si metteva qualcosa in testa, nessuno poteva fargli cambiare idea. Proprio come quella volta.
Niall si sentiva bene. Lui stava bene. Ormai aveva anche capito che uscire di casa non era più un problema. Aveva riacceso il televisore e aveva guardato i programmi di Formula 1. Odiava il modo in cui parlavano di lui, come lo compatissero dicendo di immaginare come potesse sentirsi quando in realtà non sapevano un cazzo. Era vero, un infarto a venticinque anni era difficile da affrontare e perdere la possibilità di gareggiare quando è tutta la tua vita lo è altrettanto, ma ancora loro non sapevano un cazzo. Ed erano state proprio tutte le voci in televisione ad inculcargli quell'idea nel cervello, così radicato che nessuno avrebbe potuto far nulla per toglierglielo. Tutti parlavano di lui, del suo incidente e del fatto che tutto si fosse rimesso in gioco riguardo ai punteggi e alla classifica. Niall era ancora primo con 376 punti, nonostante mancasse l'ultima gara. Zayn Malik era secondo, con 357 punti. Sebastian Vettel terzo con 352 punti. Ed erano gli unici che effettivamente, se fossero arrivati primi all'ultima gara avrebbero mandato a puttane il distacco di Niall e tutto il duro lavoro, rubandogli il titolo e vincendo il campionato al suo posto. Il pilota era stato un pomeriggio intero con carta e penna, a fare conti, supposizioni e percentuali in base ai possibili risultati. E cosa era uscito fuori? Quel pensiero maledetto. Gli era sorto spontaneo, ovviamente. E non lo aveva detto a nessuno, ovviamente. Perché sapeva che nessuno sarebbe stato d'accordo.
Niall continuava a battere la penna sopra al foglio su cui aveva trascritto tutti i suoi calcoli e passava lo sguardo dal televisore, in cui due cronisti parlavano proprio del suo incidente, al foglio e infine al suo petto. Fino a quando la porta non si era aperta e Niall era saltato in aria, colto alla sprovvista. Aveva cambiato canale, rigirato il foglio, cercato di coprirlo con le mani. Aveva capito che se non parlava proprio con Alexia o gli altri di auto e campionato, era decisamente meglio. In quel modo loro credevano che lui si stesse riprendendo del tutto e che si stesse abituando all'idea di vivere senza il suo lavoro.
E invece Niall si era fatto semplicemente più furbo. Erano passati quasi due mesi, la depressione e le lacrime sembravano essere sparite, il suo corpo sembrava stare alla grande e cercava di usare a suo favore le visite con il dottor Hardin, il suo amato psicologo. 
Alexia era apparsa in salotto, con un sacco di buste in mano, che aveva lasciato all'ingresso. Niall non si era neanche voltato. Non prima che lei si avvicinasse e gli baciasse la testa. «Ciao, amore.»
«Oh hey, piccola.» smise di scrivere, alzando lo sguardo verso il televisore come se fosse davvero interessato.
«Che stai facendo?» chiese Alexia, lasciandosi cadere sul divano accanto a lui e poggiando la carta di credito di Niall sul tavolino. Lato positivo di avere un fidanzato milionario? Niall che le diceva di spendere quanto le pareva, di farsi una bella giornata di shopping con Cheryl solo per rilassarsi e staccare la spina da lui. Non che Niall fosse un peso, non che lei si stancasse di lui. Quello mai, ma non riusciva a rifiutare una bella seduta di shopping regalata direttamente dal pilota della sua vita. Le aveva perfino detto che aveva intenzione di fare un conto direttamente a suo nome, che avrebbe riempito ogni tot di tempo, ma Alexia aveva rifiutato. Ne avrebbero riparlato magari una volta che si fossero effettivamente sposati. Inizialmente, Alexia era un po' titubante sul fatto di spendere in quel modo soldi che erano di Niall, che si era faticato, quando in realtà lei aveva uno stipendio. Ma il pilota le aveva detto chiaro e tondo che non era affatto un problema, che lui era ricco da far schifo e che da solo, di tutti quei soldi non se ne faceva nulla. E poi era contento di spenderli per far felice lei.
«Nulla, scrivo musica.» Niall aveva iniziato a scriverla davvero. Gli veniva naturale e le canzoni che stavano nascendo erano perfino carine. Alexia ne era entusiasta, pensava che davvero potesse iniziare a fare il cantante. «E guardo la tv.» Aveva avuto pure fortuna, visto che cambiando era finito sul canale del golf. Almeno sarebbe stato maggiormente credibile. «Ti sei divertita? Che hai comprato?» chiese alla fine, voltandosi verso l'ingresso. Guardò le innumerevoli buste e fece un fischio. «Per fortuna abbiamo una stanza piuttosto che un armadio.» affermò con tono divertito. «Hai comprato qualcosa pure per me?»
«Certo e tra le cose che ho preso per te c'è un set di calzini fantastici.»
«Con diverse fantasie?» gli occhi del pilota si erano illuminati. Andava matto per i calzini colorati.
«Ovviamente.»
Niall le rivolse un sorriso enorme. «Ti amo da impazzire, piccola.»
«Anche io.» aveva risposto lei, sporgendosi a baciarlo. E Niall si dimenticò del foglio che aveva davanti. Per il momento andava bene così. 

Ad Alta Velocità ||Niall Horan||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora