22) Io sì, ma tu no

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Alexia tolse entrambe le mani dalla faccia, dopo aver emesso un gemito di dolore. «Scusa.» disse subito Niall, allontanando le sue mani da lei.
«Devi mettere la ciocca centrale sopra quella laterale e l'altra laterale sopra la precedente laterale.» ripeté Alexia per l'ennesima volta.
Niall guardava i capelli rossi che aveva davanti e che a causa sua sembravano non avere più un senso. «Non è che tu ti stia spiegando benissimo, amore. E io non dovrei avere tuoi capelli tra le dita.» borbottò, prendendo il capello rosso impigliato tra il suo indice e medio e lasciandolo cadere per terra. La brezza leggera lo avrebbe portato via.
Stavano sul terrazzino della villetta che avevano deciso di affittare per due settimane al posto dei soliti hotel. Erano immersi nel verde del Belgio, davanti a loro soltanto collinette e foreste all'ora del tramonto. Era davvero una bella vista.
Alexia era seduta tra le gambe aperte di Niall. Anche quella stava diventando una loro abitudine.
«Niall, è una semplice treccia. Perché non hai idea di come si faccia una treccia?»
Il pilota le afferrò il mento per poterla guardare negli occhi. «Credi che mi sia mai servito a qualcosa imparare a fare una treccia?»
Alexia sorrise divertita. «Ma adesso sì, quindi muoviti, ti sto insegnando.»
Niall sospirò e riprese le lunghe ciocche rosse della ragazza. «Non riesco neanche a tenere tre ciocche contemporaneamente. Ho solo due mani.»
«E un solo cervello che non sai come usare.» borbottò la ragazza.
«Heeey!» Niall protestò, prima di tentare di nuovo. «Quella centrale sulla laterale, quell'altra laterale...» diceva tra sé e sé, quando Harry lo fece saltare in aria dallo spavento, dicendo: «Stai sbagliando, devi mettere quella di destra su quella che adesso è centrale.»
Niall era concentrato! Per quel motivo se l'era fatta sotto. Harry da dove era saltato fuori?
Niall sbuffò. «Ma lei ha detto... oh al diavolo, perché non gliela fai tu se sei tanto bravo?»
«Niall.» lo ammonì la ragazza.
«Che vuoi?» si stava innervosendo davvero.
«Che mi finisci la treccia.»
«Se mai imparassi.»
«D'accordo, io me ne torno da dove sono venuto. Vado ad aiutare Liam con la cena.» annunciò Harry, rendendosi conto che tirava brutta aria lì fuori tra quei due. Inoltre, Liam stava facendo tutto da solo. Cheryl non era neanche venuta con loro. Aveva deciso di dilungarsi di più a casa e di raggiungerli direttamente il giorno della gara.
«Vuoi che te lo rispieghi?» disse Alexia dolcemente.
Niall continuò a fissare i capelli della ragazza che aveva sciolto di nuovo, passandoci in mezzo le dita e lasciandoli liberi sulle sue spalle. 
«Se le ciocche fossero di colore diverso, forse mi verrebbe più semplice.» disse senza guardarla negli occhi con un broncio adorabile.
Alexia si mise a ridere. «Vuoi che mi tinga i capelli?»
Niall alzò lo sguardo, spalancando un po' gli occhi dopo aver preso per vere le parole della ragazza. «No, assolutamente no!»
Alexia sorrise divertita. «D'accordo, basta, te la insegnerò un'altra volta.» allungò le mani verso i propri capelli e davvero velocemente, sotto gli occhi attenti ed esasperati del ragazzo, fece una treccia perfetta. 
«Ma...» iniziò lui e Alexia ridacchiò, prima di voltarsi un po' di più e passargli il braccio intorno al collo. 
«Sei uno stupido che non sa usare le mani.» gli disse ad un soffio dalla sue labbra.
«Io le uso molto bene veramente, ma in un altro modo.» rispose con sguardo malizioso.
«Sul volante delle auto?» chiese lei ironicamente.
Niall ghignò. «Anche.» e poi chiuse la distanza e la baciò.
Quando le loro labbra si separarono di nuovo, Alexia fu la prima a parlare: «Ti amo.»
«Ti amo anche io, Ax.»
La ragazza a quel punto si alzò in piedi, dopo aver sorriso. Era sempre una bella sensazione sentirgli dire quelle parole. «Vieni, andiamo a vedere che cosa stanno facendo gli altri.» aveva afferrato per il polso il pilota, trascinandolo all'interno della villetta. Era un posto rustico, davvero molto carino con il beige e l'arancione come colori predominanti.
«Che cucinate di buono?» chiese la ragazza, entrando in cucina e sentendo un odorino sfizioso.
In quel momento c'era solo Harry davanti ai fornelli, che mescolava qualcosa dentro ad una pentola.
«Pasta. E Liam sta di fuori a grigliare verdure e carne.»
Niall gemette. «Quando si mangia? Mi sta venendo tanta fame.» si appoggiò all'isola della cucina con le braccia e tirò fuori il cellulare dalla tasca, prestando attenzione ad esso.
«Resisti ancora un po', non manca tanto.» rispose Harry, con il tono che avrebbe usato con suo figlio.
«Vado ad apparecchiare la tavola, intanto.» disse Alexia ed Harry la ringraziò.
La ragazza aveva fatto avanti e indietro per prendere ciò che le serviva per la tavola già almeno tre volte e Niall non si era minimamente preoccupato di muoversi da lì. Continuava a premere lo schermo del telefonino con le dita, troppo velocemente.
Alexia si fermò a guardarlo. «Chi è? Con chi stai massaggiando?»
«Un amico.» fu la risposta vaga del biondo.
«Niall non ha amici a parte noi.» fu Harry a intervenire.
E il biondo alzò lo sguardo per guardare Harry sconcertato.
«In effetti non hai mai accennato a presentarmi i tuoi amici.» ci si mise anche la ragazza.
«Te li presenterò.» disse, infastidito.
«Piacere, sono Harry.»
E Alexia cercò di non ridere, mentre Niall borbottava qualcosa di incomprensibile e abbassava di nuovo lo sguardo sul telefono.
Alexia prese le posate e le portò a tavola. Quando tornò, Niall era nella stessa posizione.
«Mi dai una mano?» gli chiese, avvicinandosi e dandogli uno schiaffo sul sedere, che era esposto visto che il pilota era proteso in avanti. «O dimmi almeno chi è.»
«Tuo fratello.» cedette alla fine. Per di più, non aveva voglia di aiutare.
«Mio fratello?» ripeté lei.
«Sì. Tuo fratello è mio amico.»
Alexia sorrise divertita. «E che vi state dicendo?»
«Mi sta aggiornando su delle questioni.» disse in modo sbrigativo, con un gesto incurante della mano, prima di ficcare il telefono in profondità nella tasca dei pantaloncini. Se le avesse detto che Elaja aveva vinto la prima gara con Amelia, lo avrebbe ucciso, vero? Quindi nascose il suo orgoglio e fece finta di nulla.
In quel momento, Louis era appena entrato in cucina. «Ave, mondo.» esordì, posando una busta sul tavolo e andando dietro ad Harry, che stava ancora alla stessa postazione di prima. Gli passò le braccia intorno alla vita e gli lasciò un bacio dietro al collo.
«Questo è quello che si dice essere sposati e non saperlo.» disse Niall, guardando i suoi due amici.
«Noi lo sappiamo eccome.» disse Louis, senza voltarsi a guardarlo.
«Vuoi che lo faccia anche con te?» chiese Alexia, andando ad allungarsi sul corpo di Niall senza aspettare che lui rispondesse. Gli passò le mani intorno al petto poggiandole sui suoi pettorali e tastando scherzosamente le sue tettine.
Niall emise un verso divertito, mentre Alexia lo mordeva sul collo.
«Dove sei stato?» chiese Harry a Louis.
«A comprare della roba.»
«Che roba?»
«Quella roba. Stasera possiamo divertirci, visto che non stiamo più in hotel.»
Alexia non stava seguendo il discorso del castano, non capiva di cosa stessero parlando, ma Niall si era irrigidito di colpo sotto di lei.
«Ni, che c'è?» sussurrò, ma lui non le rispose.
Si rivolse direttamente a Louis: «Louis, che cazzo hai comprato? Dimmi che stai scherzando.»
Louis sbuffò, voltandosi verso di loro, mentre Harry spegneva i fornelli. «Non fare la rottura di coglioni, Niall. Non farai il guastafeste solo perché devi far vedere che ti sei messo la testa a posto.» disse il meccanico.
«Ma di che parlate? Che ha comprato?» chiese Alexia, senza allontanarsi da Niall.
«Erba.» era stato Harry a rispondere.
«Ah.» Alexia era rimasta davvero stupita. Insomma, non se l'aspettava. «Non ho mai fumato erba.» disse alla fine. Un pizzico di curiosità che le passava per la testa.
Niall voltò la testa per guardarla. «E non lo farai.» disse con tono severo.
Alexia si morse il labbro per non dire nulla e passò le braccia su quelle di Niall, fermando le mani intorno ai polsi del ragazzo, che erano poggiati sul ripiano.
Louis sbuffò di nuovo, prima di poggiarsi all'isola in modo speculare a Niall. «Certo che sei un tipo molto incoerente. Perché non le dici come ti sballavi con me il primo anno che sei entrato alla Syco? Perché non le dici quanto ci si sente da dio e gliela fai provare? Potete fumare insieme.»
Alexia sentì i muscoli di Niall che si tendevano, pronti a scattare verso l'altro. La presa di lei si rafforzò e strinse i polsi di Niall il più possibile, sperando che quello servisse per fermarlo. Stava uccidendo il suo meccanico con lo sguardo.
«Niall.» lo richiamò la rossa, mentre Harry allo stesso tempo diceva: «Louis.»
«Piantatela.» era stato Liam a parlare, appena entrato con un vassoio pieno di cibo grigliato. «Ognuno può strafarsi senza costringere gli altri. Ognuno può divertirsi come vuole.»
«Io non ho alcuna intenzione di usare quella robaccia. Alla fine della settimana ho una gara.» disse Niall categorico.
«Stronzate. Come se tu non sapessi che da qui a domenica smaltiresti una canna facilmente. Potrai arrivare primo sia fumando sia non facendolo, sta tranquillo.» continuò Louis.
«Sentite, andiamo a cenare. Dopo ne parliamo.» propose Harry, cercando di calmare le acque.
La cena fu fin troppo silenziosa. L'aria era tesa e solo quando i loro piatti erano ormai vuoti, tutti quanti avevano ripreso a chiacchierare. Tutti eccetto Niall, che si era chiuso nel suo mutismo. Sembrava che un ombra nera lo circondasse per quanto cattivo fosse diventato il suo umore.
Mancava poco che si alzassero per sparecchiare quando Louis aveva guardato Alexia e le aveva chiesto: «Vuoi fumare con noi dopo?»
Niall si alzò di scatto in piedi, facendo stridere la sedia contro il pavimento.
Alexia lo guardò in silenzio.
«Se fumi con loro, sta notte puoi dormire dove ti pare, ma non nel mio letto. A te la scelta.» poi girò sui tacchi e uscì dalla stanza.
Alexia sospirò pesantemente.
«Va da lui, ci pensiamo noi qui.» disse Harry, indicando la tavola piena di stoviglie.
«Grazie.»
Alexia si alzò e raggiunse la camera che condivideva con Niall. La porta era chiusa. La aprì senza neanche bussare. Niall si stava slacciando le scarpe, seduto alla fine del letto.
Non alzò neanche lo sguardo.
«Mi dici qual è il tuo problema?» chiese Alexia, che cominciava ad infastidirsi.
«Io ho un problema con te e qualsiasi tipo di droga nella stessa frase.» disse Niall.
«Perché?»
Niall finalmente la guardò. «Andiamo! Non voglio che fumi erba o che ti faccia di qualsiasi altra cosa!»
«Perché?»
«La smetti di ripetere perché ad ogni cosa che dico?»
«Però tu l'hai fumata. O Louis stava dicendo cazzate?»
Niall sospirò e scosse la testa. «No, diceva sul serio. L'ho fatto.»
«E allora perché tu sì e io no?»
«Io non la fumo più adesso.»
«Sarebbe solo una prova per capire cosa si sente, mica diventerei una drogata.»
Niall ribollì di nuovo. «Se ci tieni tanto, raggiungi gli altri. Ma ribadisco che stasera non dormirai con me.» disse, serrando poi la mascella. Non riusciva a calmarsi.
«Stai uscendo di testa per nulla! Che diavolo ti frulla per la mente quando ti comporti così? A che cosa colleghi questo pensiero?»
Niall si alzò in piedi e arrabbiato esclamò: «Lo collego al fatto che io quella roba la spacciavo pure!»
Il silenzio cadde improvvisamente tra di loro. Niall sospirò e si mise di nuovo a sedere. Non doveva dire quella frase.
Alexia era un po' confusa. Quella rivelazione l'aveva spiazzata.
Niall si passò le mani tra i capelli. «Scusa.» disse alla fine. «Non pensare male, io non volevo neanche farlo ai tempi. Era più una...» si fermò, non volendo usare la parola 'costrizione' o avrebbe dovuto spiegare troppo cose. E adesso non voleva. «Te l'ho detto... La mia vita in Irlanda faceva schifo.»
Alexia sospirò e si avvicinò a lui. «Ni, io voglio solo capire.» continuava a ripetersi che anche se fosse stato in quel modo un tempo, adesso non lo era più. Lei conosceva il Niall di adesso e non aveva nulla da temere con lui. Sentiva che fosse il vero Niall, dopotutto. Non ciò che era, ma ciò che era diventato.
«Capire cosa?»
Si sedette a cavalcioni su di lui e Niall non oppose alcuna resistenza.
«Un po' tutto, in realtà. Per iniziare, il ragionamento che fai riguardo all'erba, per te sì e per me no, per esempio.»
«Ma amore, quella roba fa male. E tu... sei la cosa migliore e pura che ci sia sulla terra. Non voglio che ti sporchi con quella robaccia.» disse finalmente in modo dolce.
«Esagerato.» borbottò lei, prima di passargli le braccia intorno al collo.
Niall le accarezzò la schiena e le baciò le labbra con un tocco leggero. «Nessuna esagerazione. E ci sono tanti modi diversi e anche migliori per potersi divertire.» terminò con un piccolo sorriso, che venne ricambiato dalla ragazza.
Alexia si era ripromessa che non gli avrebbe più chiesto del passato, dell'Irlanda. Che avrebbe aspettato fosse lui a riferirle tutto. Sapeva che a poco a poco sarebbe venuto a galla tutto ciò che voleva sapere. Adesso però era curiosa anche su un'altra questione. E con quella pensava di poter azzardare. «Mi racconti ciò a cui si riferiva Louis? Il primo anno nella Formula 1?»
Niall si morse il labbro, ma poi annuì. «Quando ho firmato il contratto con la Syco è stata un'emozione grandissima per me, puoi immaginarlo. Era il mio primo anno di Formula 1, dopo due anni che avevo passato nella F2, quella che oggi è il GP2 Series.»
Alexia annuì, facendogli capire che quei particolari li sapeva, grazie ad Elaja ovviamente. E ricordava perfettamente il primo anno in cui Niall era sbarcato nel massimo professionismo. Tutti dicevano che era un pilota dal potenziale enorme ed era venerato da tutti nella F2 dopo aver vinto per due anni di fila, entrambi gli anni da quando aveva iniziato a gareggiare.
«Ricordi come mi andò quell'anno?» le chiese. E Alexia annuì. La sua stagione non era stata per niente brillante, le aspettative di tutti erano calate e nessuno ci avrebbe più scommesso un centesimo. Fu l'anno lavorativo peggiore per Niall.
«Mi ero lasciato trasportare dai piaceri della fama e dai soldi. E anche Harry in realtà. Harry è il mio migliore amico da quando avevo quindici anni. È sempre stato la mente e io il braccio destro, quindi chiunque volesse me, avrebbe dovuto prendere anche lui. Pure alla Syco è stato così ovviamente.»
Quindi Harry viveva in Irlanda con lui... Altro particolare che Alexia cercò di memorizzare.
«Harry si era innamorato perso di Louis, io della bella vita. Bevevo, andavo a tutte le feste, scopavo con chiunque.» a quel punto Alexia fece una smorfia, che Niall non si perse. Lei aveva la gelosia accesa dietro agli occhi e lui non poteva fare a meno di esserne divertito. «E mi sballavo con Louis.»
«E stavi per mandare a puttane il lavoro.»
«Sì, da grande idiota. Simon.» parlava di Cowell ovviamente, il presidente della Syco «mi fece tutto un discorsetto alla fine della stagione. Era disposto a rinnovarmi il contratto. Ma la situazione sarebbe dovuta cambiare. Giustamente, non avrebbe buttato due stagioni nel cesso per colpa mia. Mi ha detto esplicitamente: tira fuori le palle che avevi in Formula 2, o non le metterai mai più su una pista, capito?»
Alexia si morse il labbro divertita. «Ti ha minacciato.»
Niall annuì. «E io me la sono fatta sotto.»
«E così hai messo la testa a posto. Niente più sesso.» disse soddisfatta.
«Emh... su questo avrei da ridire, ma diciamo di sì. Insomma, a poco a poco sì. L'obbiettivo è diventato vincere il campionato e quindi niente più sesso. Comunque avevo già abolito feste e bevute, a parte qualche eccezione, assolutamente no alle canne, ed era rimasto solo lavoro lavoro e ancora lavoro.»
«Insomma, eri una monaca di clausura in giro per il mondo.»
Niall scoppiò a ridere. «Beh, però sono arrivato ai miei obbiettivi.»
Il secondo anno nella Formula 1, infatti, Niall aveva superato il gradino e la sua bravura era stata rivalutata. Era stato ad un soffio dal vincere il titolo. Il terzo anno, cioè quello precedente a quello attuale, aveva vinto la stagione. E adesso concorreva per reclamare di nuovo il titolo.
«Monaca fino a quando non sei arrivata tu e hai rovinato tutto.» scherzò, facendole il solletico sui fianchi con le dita.
Alexia ridacchiò e allontanò le sue mani. «Sei un stupido.»lo insultò.
«E tu la cosa migliore che mi potesse capitare.»
Alexia sentì le lacrime pizzicarle gli occhi per la commozione. «Ma perché devi dire sempre stronzate?» sussurrò con voce tremante.
«Non stavo scherzando. Ho detto solo la verità.» la strinse di più a sé e la baciò intensamente. «Dormi con me sta notte?» le chiese alla fine.
«Ci divertiamo in altro modo?» chiese lei, sollevando l'orlo della maglia di Niall.
Lui ridacchiò «Oh sicuro!»
E alla fine dei conti, forse Niall si sarebbe pure potuto sballare quella volta, perché la frase di Louis sull'arrivare primo era risultata una stronzata. Insomma, era arrivato terzo e per un soffio aveva pure rischiato di non salire sul podio. Non che fosse un cattivo posto, certo. Ma sicuramente non era il primo.


Ad Alta Velocità ||Niall Horan||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora