La cosa più strana quando avvengono gli incidenti in pista, è che i primi ad arrivare sul luogo, sono proprio i piloti. Perché loro sono già in pista.
Zayn, che era solo riuscito a sentire il rumore dello schianto e non a vederlo, dato che aveva superato l'auto di Horan poco prima, non aveva esitato a rallentare, a fare inversione e tornare indietro, nonostante il suo ingegnere continuasse ad urlargli nell'orecchio che diavolo di intenzioni avesse. Zayn spense l'auricolare e si liberò del casco, mentre correva verso l'auto ribaltata in pista, che stava già andando leggermente a fuoco. Era uno spettacolo raccapricciante. E Niall Horan era ancora all'interno. Vettel aveva già avuto la stessa idea di Zayn e stava cercando di raggiungere il pilota della Syco, di tirarlo fuori senza pensare ai rischi. «Malik, aiutami, cazzo!» gli aveva urlato quando lo aveva visto. Niall era incastrato. E Vettel da solo non ce l'avrebbe mai fatta. Così Zayn si ritrovò a sollevare l'auto pesante come meglio poteva, mentre Sebastian afferrava Niall per le spalle. Altre due mani si unirono a Zayn, agevolando il lavoro dell'altro pilota. Era David, il secondo pilota della Syco. E poi Niall era fuori, tra le braccia di Vettel, completamente inerme. «Niall? Niall.» continuavano a chiamarlo, ma il pilota incidentato era fuori come una luce. Zayn si chiese se non fosse già morto, mentre lo allontanavano dall'auto che andava a fuoco. «Non gli togliete il casco.» li ammonì Sebastian, che aveva le mani che tramavano visibilmente e un'espressione sconvolta, visto che un suo collega era lì per terra e aveva tutte le sembianze di una persona morta. E per giunta, quel casco era ridotto uno schifo, ammaccato e scheggiato.
Fu tutta questione di secondi, poi uomini specialisti avevano invaso la pista. Chi cercava di spegnere il fuoco che si alzava da Jane, chi allontanava i piloti da Niall. Erano paramedici, che si stavano già mettendo al lavoro. Avevano tolto il casco di Niall e tutti riuscirono a vedere la testa sanguinante del pilota. Zayn e Sebastian si guardarono con la stessa espressione: terrore. Ed entrambi sollevarono lo sguardo verso il cielo quando un elicottero iniziò a fare vento sopra le loro teste. Erano altri soccorsi. Per il pilota.Harry era uscito dalla sua postazione con le lacrime che gli scendevano incontrollate sulle guance. Si era messo a correre senza neanche pensarci due volte e aveva raggiunto i box, solo per scontrarsi con Louis, che lo aveva afferrato, mettendogli le mani sul viso. Anche gli occhi blu del meccanico erano colmi di lacrime e cercava di non farle scendere a tutti i costi. Sia lui che Liam si sentivano dannatamente in colpa, credendo che fosse successo qualcosa con Jane.
«Si è sentito male. Ha avuto qualcosa. Lui... non sta bene. Si è sentito male.» ripeteva tra i singhiozzi il riccio, come se fossero le uniche parole che riusciva a dire. Intorno a loro regnava il caos. E qualcuno accanto a loro, che aveva sentito le parole di Harry, si mosse per dare quell'informazione a chi sarebbe potuta essere utile, mentre l'ingegnere continuava a piangere istericamente tra le braccia di Louis. Niall non poteva morire. Niall non poteva lasciarli. Nessuno di loro lo avrebbe sopportato. Non poteva fare una cosa simile. Dopo tutto quello che aveva passato, dopo tutte le volte che era riuscito a sopravvivere, non poteva lasciarsi abbattere da uno stupido incidente con la sua auto. Non poteva morire a causa di ciò che riusciva a fare meglio e ciò che amava più di qualsiasi altra cosa. E ciò che faceva più rabbia era che non si era trattato nemmeno di un suo errore in pista, ma di un fottuto malore.
Tutti sapevano quanto fosse rischioso il lavoro del pilota, ma in quel modo era davvero ridicolo.
Quindi, no. Niall non si doveva azzardare a morire.In casa Valery il silenzio era terribilmente affilato. Solo i singhiozzi che Elaja si lasciava sfuggire di tanto in tanto, rompevano quella quiete negativa. Erano tutti e tre i componenti davanti al televisore. L'incidente di Niall che si ripeteva davanti ai loro occhi più volte.
Elaja non riusciva a crederci. Si era sentito morire. Quello dentro la macchina ribaltata era davvero Niall, il migliore pilota in circolazione, il suo idolo, il suo migliore amico, suo fratello maggiore.
E poi Elaja si era alzato improvvisamente dal divano, avvicinandosi al televisore. «Devono tirarlo fuori da lì. Perché nessuno lo tira fuori da lì?» aveva detto con voce tremante, non riuscendo a smettere di piangere. Sia suo padre che Kara non riuscivano a dargli una risposta. E quando Vettel, Malik e Cavanaugh lo avevano finalmente tirato fuori, Elaja aveva poggiato la mano sul televisore.
«Niall non è morto.» iniziò a ripetere, nonostante dal pilota non ci fosse alcuna reazione. «Lui non può morire!» urlò alla fine, facendo sobbalzare gli altri due. Perfino quando era morta sua madre non aveva provato tutto quello, essendo troppo piccolo. Il suo cuore sembrava come se stesse per frantumarsi e quella sensazione non gli piaceva per nulla. «Niall!»
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Ad Alta Velocità ||Niall Horan||
Hayran KurguAlexia Valery lavora come modella dall'età di sedici anni. È abituata a quella vita da riflettori, nonostante dietro il suo lavoro si nasconda una vita privata molto tranquilla, dove il centro del suo mondo resta la famiglia: suo fratello, sua sorel...