24) Pagare le conseguenze

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Alexia piangeva. Continuava a farlo nonostante avesse gente intorno che la fissava con curiosità. La donna seduta accanto a lei su quell'aereo, le aveva perfino chiesto se stesse bene e le aveva offerto un fazzoletto, che Alexia aveva accettato con gratitudine. Ma la ragazza rossa non riusciva proprio a smettere di piangere. Si strofinò il palmo della mano destra. Era come se pulsasse ancora nonostante fossero passate ore da quando l'aveva usata per schiaffeggiare il viso di Niall. La scena gli si ripeteva di continuo nella mente. Era per quello che stava piangendo, più che altro. Dopo che suo padre le aveva assicurato che Elaja stesse bene e che non era nulla di grave. La fatidica chiamata era arrivata appena prima che loro andassero a cena. Si era allontanata per un attimo dagli altri, che erano rimasti comunque nella hall ad aspettarla. «Elaja ha avuto un incidente con i go kart.»
Le sue gambe avevano iniziato a tremare, nonostante Dan la stesse rassicurando che non si trattava di nulla di grave. E poi le aveva anche spiegato tutta la situazione di Amelia. Appena aveva udito quel nome, si era sentita morire. Come se qualcosa dentro di lei si fosse spezzato. Perché Niall le aveva tenuto nascosta quella cosa così grande e le aveva perfino mentito quando gli aveva chiesto spiegazioni.
Così, quando la chiamata era terminata e aveva messo via il telefono, era tornata dagli altri e aveva camminato spedita verso il pilota, che la guardava confuso, viste le sue lacrime agli occhi. Per Niall era stato uno shock ricevere quello schiaffo sul viso, che gli aveva fatto voltare la testa di lato e gli aveva lasciato i segni rossi delle sue dita sulla guancia. Non era riuscito a dire nulla, visto che lei lo aveva spinto, poggiando le mani sul suo petto con irruenza e facendolo indietreggiare. Niall le aveva afferrato i polsi, mentre lei esclamava tra le lacrime: «Come hai potuto farlo? Sei solo un maledetto stronzo!»
«Alexia, dimmi che è successo.» le aveva ordinato alla fine con decisione, come se fosse tornato improvvisamente in sé e ignorando completamente il fatto che lei lo avesse schiaffeggiato. Tutti li stavano guardando decisamente sconvolti.
«Elaja ha avuto un incidente con Amelia.» disse, calcando con enfasi negativa sull'ultima parola.
Aveva visto perfettamente Niall sbiancare di colpo. Alexia si era liberata dalla presa del ragazzo e si era diretta verso le scale per raggiungere il loro piano e la loro camera.
A Niall era venuta improvvisamente la nausea. Dopo qualche attimo a guardarla mentre lei spariva lungo le scale, aveva deciso di seguirla e quando era arrivato in camera, lei stava mettendo della roba a casaccio dentro ad una valigia.
«Sta bene?» aveva chiesto Niall, senza fermarla. Era ovvio che volesse andare a casa. Era giusto che fosse così. Quando la ragazza non rispose, allora ripeté: «Alexia, Elaja sta bene?»
«Potrebbe anche stare peggio. Ma non sta bene. Hai sentito che ho detto? Ha avuto un incidente con un fottuto go kart.»
«Che si è fatto, cazzo?» Niall si era ritrovato ad urlare quanto lei. Aveva bisogno di sapere.
«Non urlare con me, brutto idiota! La colpa è pure tua!»
Niall sospirò e si passò entrambe le mani tra i capelli, iniziando a camminare per la stanza.
«Leggera commozione cerebrale e un braccio rotto.» aveva detto alla fine e ovviamente era tornata a piangere.
Niall tirò un sospiro di sollievo, perché adesso sapeva che il ragazzo sarebbe tornato a stare bene.
Alexia si era morsa il labbro e aveva cercato di far smettere alla sua voce di tremare. «Devi dirmi quello che mi hai tenuto nascosto. E perché lo hai fatto.»
«Tuo fratello mi ha chiesto di non farlo.»
«Mio fratello ha quattordici anni, Niall! E io sono la tua ragazza! Che diavolo di rapporto è se non mi dici le cose? Se continui a mentirmi?» ovviamente non si riferiva soltanto a ciò che era successo con Elaja.
«Io... lo so.» aveva sussurrato. «Non me la sono sentita di dirgli di non farlo, va bene? Anche io a quattordici anni gareggiavo già. Che male c'è?» disse poi con gli occhi spalancati. «Perché dovete tappargli le ali?»
«E infatti hai visto com'è finita? Bravo, Niall. Sei davvero intelligente, cazzo!» continuavano ad urlarsi contro. No, Alexia non gliela avrebbe fatta passare liscia.
E Niall non aveva saputo come rispondere. La ragazza aveva chiuso la valigia e afferrato la borsa. 
«Devi capire una cosa, Niall. Stammi a sentire, perché non te lo ripeterò più.» iniziò, fermandosi accanto a lui, prima di poter uscire dalla stanza. «Elaja non è te. E tu... tu non sei suo fratello.» e poi era uscita dalla camera, lasciando Niall lì immobile con un fastidioso groppo in gola. 
E così, Alexia aveva preso il primo volo verso Londra e adesso stava tornando a casa dalla sua famiglia. Ma ancora, non riusciva a smettere di piangere.

Ad Alta Velocità ||Niall Horan||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora