Alexia continuava ad agitarsi ormai da un po'. Non era più interessata al film che stavano guardando al cinema. Per giunta, era qualcosa sullo sport, ciò che Niall adorava, ma che a lei faceva schifo.
Di conseguenza, con la ragazza che si muoveva ripetutamente sulla poltrona accanto alla sua, anche Niall non riusciva a concentrarsi. Tirò fuori la mano dal cartone dei pop corn e si leccò le dita, voltandosi a guardare verso il viso della ragazza. Le loro facce erano illuminate perfettamente dalla luce che arrivava dallo schermo. E Alexia seguiva con gli occhi le dita nella sua bocca. Niall sorrise malizioso e lei gli afferrò la mano, stritolandola con forza.
Il pilota fece una smorfia, non perché Alexia gli stesse facendo male, ma perché aveva ancora le dita umide di saliva e a lei sembrava non importare.
Si sporse verso il suo orecchio. «Che cos'hai? Sembri epilettica e mi stai facendo diventare nevrotico.»
«Andiamo via?»
Niall fece il broncio. «Ti fa così schifo?» chiese, indicando con il pollice lo schermo.
Qualcuno dalle file dietro intimò loro di fare silenzio.
Alexia lo ignorò palesemente. «Mio fratello mi ha detto una cosa.»
Niall fremette. Era più che sicuro che il ragazzo non le avesse detto niente sul loro progetto. Ma allora di che parlava?
Niall si sentiva già un po' in colpa per averla esclusa in quel modo, ma pensava che fosse la cosa giusta da fare. Quindi avrebbe omesso quei particolari. E omettere dopotutto non significava propriamente mentire.
Guardò dentro al cartone enorme di pop corn, che aveva mangiato praticamente da solo. Afferrò l'ultimo pugno e si ficcò tutto in bocca, prima di alzarsi in piedi e fare segno ad Alexia di seguirlo. La ragazza si mise a ridere e si aggrappò al braccio di lui, facendosi leva e tirandosi su.
Niall aveva continuato a masticare fino a quando erano usciti dal cinema. Aveva buttato il cartone in un cestino e aveva passato un braccio intorno alle spalle della rossa.
«È Niall Horan?» sentì dire ad una ragazza, rivolta al moretto che aveva accanto.
Niall sbuffò. «No, non sono io.» disse per poter andarsene, ma Alexia lo fermò.
«Sì, è lui.»
Il pilota la fulminò con lo sguardo.
«Fagli almeno l'autografo. O la foto, se vogliono. Invece di fare lo stronzo.»
«Dovrei farlo più spesso con te lo stronzo, dolcezza.»
«Lo fai già abbastanza.»
«Forse un po' di tempo fa.»
«Possiamo fare un foto?» si intromise il ragazzo.
Niall finse un sorriso entusiasta. «Certamente.»
Non persero molto tempo visto che incapparono soltanto in quella giovane coppia, ma quando furono di nuovo liberi, Niall iniziò a lamentarsi: «Mi costringi ad uscire dal cinema a metà film e pure a fare foto con i fan. Sei intenzionata a rovinarmi la serata con qualcos'altro, amore?» chiese intrecciando le loro dita mentre camminavano.
Alexia sbuffò. «Probabilmente.»
Niall sospirò. Arrivarono alla sua auto e quando salirono, il pilota non sembrava intenzionato a farla partire. «Forza, dimmi.»
«Posso guidare Shelby?»
«No, posso solo io. Cos'altro posso fare per te?»
Alexia allungò una mano e gli accarezzò il viso. «Ti calmi? Non fare lo scontroso antipatico.» e poi lo baciò. Il dolce prima dell'amaro, giusto?
Alexia dischiuse le labbra e lasciò che Niall approfondisse il bacio.
«Dormi da me sta notte?» le chiese quando si separarono. Le loro labbra erano ancora a pochi centimetri di distanza.
Alexia deglutì. Avevano dormito in hotel insieme diverse volte, praticamente quasi tutte le sere da quando erano divenuti una coppia, ma adesso che stavano a Londra, a casa, era diverso.
«Non vorrai dormire con me dopo quello che ti chiederò.»
Niall aggrottò le sopracciglia. «È così tragica questa domanda?»
«So che non vuoi parlarne, ma Elaja mi ha detto una cosa che mi sta facendo impazzire da ieri.»
Niall capì subito. «Sulla mia famiglia, vero?»
Alexia si morse il labbro e annuì.
Il pilota sospirò. Dopotutto lo aveva detto ad Elaja. Perché non poteva dirlo a lei?
«I miei genitori sono morti quando ero piccolo. Un incidente stradale.» ripeté la stessa cosa per due giorni di fila.
«Mi dispiace, amore.» Alexia accarezzò la sua guancia con il pollice. Ci era rimasta male quando suo fratello l'aveva avvertita.
«Tranquilla, non ricordo neanche cosa ho provato. Tu hai sofferto molto di più.»
Alexia pensò quanto avesse potuto soffrire un bambino di cinque anni. E non era così tranquilla.
«È stato peggio dopo.» sussurrò il pilota. I suoi occhi si erano fatti improvvisamente vacui.
«Cos'è successo dopo?»
«Siamo stati affidati a mio zio August. Siamo cresciuti con lui.» stava sussurrando. Non riusciva a parlare a voce più alta.
«Siete?» Alexia sentiva troppo il bisogno di chiedere, adesso che lui stava rispondendo.
«Io e mio fratello maggiore.» e Alexia che credeva che lui fosse figlio unico.
Niall sentiva l'ansia crescere sempre di più dopo aver detto quelle frasi. Non voleva dire altro. Doveva fermarsi.
«Possiamo andare a casa?» aveva chiesto allora il biondo, senza darle il tempo di rispondere o continuare con le domande.
«Vuoi ancora che dorma con te?»
Niall annuì. Adesso lo voleva pure più di prima.
Alexia lo baciò, prima che lui accendesse l'auto e la portasse a casa.
Niall non aveva voluto neanche fare l'amore. Si era disteso dandole le spalle e lei lo aveva abbracciato da dietro. Non era la prima volta che si sistemavano in quella posizione. Niall sembrava apprezzarla da morire e Alexia non aveva mai commentato, a lei andava bene.
Non fu una notte tranquilla. Niall si era agitato fin troppo, aveva sudato e aveva perfino piagnucolato. Era oppresso dagli incubi. Alexia gli aveva sussurrato parole dolci all'orecchio più volte e gli aveva dato piccoli baci e lui si era calmato nel sonno.
La ragazza si sentiva in colpa. Chissà che cosa aveva fatto riaffiorare quella sera. Ed era solo colpa sua che aveva insistito per curiosità. In realtà, era anche di suo fratello visto che la notte prima Niall si era trovato nella stessa situazione, ma lei questo non lo sapeva.
Dopo quella notte si ripromise che avrebbe aspettato che fosse Niall a parlare. Avevano già fatto piccoli passi in avanti, dopotutto. Doveva solo farselo bastare.
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Ad Alta Velocità ||Niall Horan||
FanfictionAlexia Valery lavora come modella dall'età di sedici anni. È abituata a quella vita da riflettori, nonostante dietro il suo lavoro si nasconda una vita privata molto tranquilla, dove il centro del suo mondo resta la famiglia: suo fratello, sua sorel...