Nervosismo. Il sentimento che stava provando Niall praticamente da quando si era svegliato. Il suo psicologo gli aveva detto che non era una cattiva sensazione. Significava che gli importava ancora, e anche parecchio. Diavolo, Niall riteneva ridicolo il fatto che adesso che stava relativamente bene, dopo una vita di subire e di averne effettivamente bisogno, avesse uno psicologo. Non che gli avesse raccontato del suo passato. Sia mai! Però, aveva dovuto dirgli perché fosse così nervoso. Greg. Ma tutti continuavano a dirgli che il nervosismo andava bene e che Greg non sarebbe neanche dovuto essere un problema. L'importante era non trasformare il nervoso in ansia. Niall non capiva neanche quale fosse la differenza, ma per il dottor Hardin era evidente. E pure abbastanza. Niall non si era sforzato più di tanto di capire.
Il problema era un altro. Tutti gli avevano consigliato di vedere suo fratello, di dargli una possibilità: Alexia in primis, il dottor Hardin, Harry, Liam, Louis, perfino Elaja!
La sua ragazza gli aveva introdotto l'argomento un pomeriggio, mentre gli stava facendo un massaggio. Niall avrebbe dovuto immaginare che quella fosse solo una trappola. L'aveva fatto rilassare, con olio e candele profumate e poi gli aveva lanciato la bomba. E lui che avrebbe solo voluto fare l'amore. In quel periodo erano andati molto a rilento, per tutta quella merda, la mezza depressione di Niall, la ripresa da infarto e incidente. Ma alla fine, stavano tornando alla normalità e la voglia di entrambi era intensa. Non potevano giustificarlo, quindi, se quella volta avrebbe voluto un'altra fine. E invece era andata più o meno così: Niall sentiva le piccole mani di Alexia che piene d'olio, lo massaggiavano dalla base della schiena fino alle spalle. Dio, se era rilassante. La ragazza era seduta a cavalcioni sul suo sedere e si sporgeva di tanto in tanto a lasciargli qualche bacio. Niall pensava che lo stesse coccolando fin troppo ingiustamente. Ma poi lei aveva parlato: «Amore, sai chi mi ha contattato?»
Niall aveva solo fatto un verso di diniego.
«Indovina.»
Ulteriore verso per far capire che non era intenzionato a parlare e quindi tanto meno ad indovinare.
«Okay, lo dico io.» aveva borbottato la rossa. «Tuo fratello Greg.»
Alexia aveva sentito tutti i muscoli della schiena di Niall irrigidirsi sotto alle sue mani. Non aveva neanche risposto.
«Non mi chiedi neanche perché?»
«Non mi interessa.»
«Niall, mi dai qualche attimo di attenzione?»
«Te ne do fin troppi.» ricevette come risposta. Alexia era ormai abituata al Niall stronzo che veniva a galla quando era infastidito o arrabbiato.
Il pilota si rigirò sulla schiena con poco garbo, facendo ricadere sul letto la ragazza, la quale emise uno sbuffo.
«Niall! Hai appena spalmato la tua schiena piena d'olio su tutto il lenzuolo!»
«Chi se ne frega, cambia le lenzuola.»
«Cambiatele da solo, stronzo.»
Niall la guardò in modo fulminante per qualche attimo, poi fece per alzarsi dal letto. Alexia, però, avvolse le sue gambe intorno al busto di Niall, incastrandolo tra di esse e fermandolo.
«Dove vai?»
«Lontano da te.»
«Guarda, brutto idiota che non sei altro, che questa tua solita risposta stronza, non fa più alcun effetto su di me.» disse la rossa con tono da sapientina.
«Brava, buon per te.»
«Dai, uccellino mio, non volare via e ascoltami un secondo.»
Niall storse la bocca e le rivolse uno sguardo misto di disgusto e sconcerto. «Uccellino mio non volare via? Ma che diavolo, tu e tutti i tuoi soprannomi! E forse era meglio dire uccellone.»
Alexia iniziò a ridere senza poterne fare a meno, mentre Niall continuava a fulminarla con gli occhi blu. Si mordeva il labbro, però, per non scoppiare a ridere insieme a lei.
«Ti do solo dieci secondi per illustrarmi ciò che hai da dire su mio fratello, poi non ti ascolterò più. Usali bene.»
«Solo dieci? Che taccagno.»
«Ax, stanno per diventare cinque.»
«Okay, scusa. Grazie per i cinque secondi.»
«Sono già finiti.»
«Ma Ni! Non ho neanche iniziato a parlare.»
«Pazienza.» fece per alzarsi, ma Alexia strinse maggiormente la presa con le gambe, continuando a tenerlo imprigionato.
«Niall, a parte gli scherzi. Tuo fratello è preoccupato a morte per te.» disse con tono serio e leggermente abbattuto.
«Ma che gli frega?»
«Niall, ti abbiamo visto sbandare in pista, schiantarti ed essere adagiato a terra privo di sensi, come se fossi morto. Ogni tuo fan era preoccupato per te, pensa tuo fratello.»
«A lui non gli importa di me.» disse con un tono davvero poco convinto.
«Ti sbagli, piccolo. Quando ho parlato con lui...»
«Cristo, non farmi tornare in mente quel tradimento che mi arrabbio come non mai.» la interruppe.
«Se non mi hai ancora perdonata per quella piccolezza, allora perché viviamo insieme?» chiese la rossa, con tanto di occhi sollevati al cielo.
«Perché ti amo.»
Alexia sorrise dolcemente. Si sporse verso il pilota e gli prese il viso con entrambe le mani. Gli baciò la fronte, esattamente sulla cicatrice che era ancora alquanto marcata.
Niall si aggrappò alle braccia della ragazza, per poi spingere il viso contro il petto della sua ragazza. «Cosa vuole Greg?» chiese con tono leggermente affranto.
«Vederti.»
«Ma io non sono pronto.»
Alexia gli accarezzò i capelli, continuando a tenerlo stretto. «Perché no? Ci sarò io con te.»
«Non so se riesco a perdonarlo.»
«Ni, è passato tanto tempo. E Greg si pente di ciò che ha fatto ogni singolo giorno. Ci sta davvero male.»
«È stato un codardo.»
«Sì, ha avuto paura, esattamente come ne avevi tu.»
«Ma lui è scappato.»
«Solo perché lui poteva già. È scappato esattamente come hai fatto tu a diciotto anni.»
E in effetti, Niall non aveva mai considerato quella prospettiva. Sospirò sconfitto.
«Ho bisogno di una doccia.» aveva decretato alla fine.
«Sì, e pure io visto che ho olio addosso. C'è olio ovunque.»
Niall ridacchiò colpevole.
«Ni? Cosa dico a Greg, allora? Posso farlo venire qui?» chiese prima che si alzassero da lì.
Il pilota gemette frustrato. «Forse.»
«Lo prendo per un sì. E poi... non vuoi incontrare tuo nipote? È così carino! Ti somiglia un sacco.»
Niall la guardò con occhi sorpresi. «Lo hai già incontrato? Non mi dire di sì, ti prego.»
E adesso fu la ragazza ad avere una faccia colpevole. Niall non riusciva a crederci. La sua rossa era davvero incorreggibile. «Ax!»
E lei non poté fare a meno di mettersi a ridere, prima di alzarsi e trascinarlo in bagno per la loro doccia.
Da tutta quella situazione, quindi, era nata quella in cui Niall si trovava adesso. In attesa nel suo salotto, con il nervosismo alle stelle. Completamente da solo, visto che Alexia era andata a prendere Greg e suo nipote per poterli portare lì.
Sarebbe potuto scappare e non farsi trovare lì. Una passeggiata gli avrebbe fatto bene, visto che ormai usciva di casa solo per andare dal suo psicologo. Non dopo che Alexia lo aveva convinto ad andare al club di golf e aveva quasi avuto un attacco di panico per la gente che gli ronzava intorno e lo guardava con passione, facendogli sempre le stesse domande. Meno male che il golf sarebbe dovuto essere uno svago rilassante. Certo, forse lo erano i bagni silenziosi in cui si era chiuso e dai quali Alexia aveva dovuto tirarlo fuori con la forza.
Quindi no, uscire non era affatto una buona idea. E poi Alexia lo avrebbe ucciso. Adesso che lo aveva convinto a riappacificarsi... no, quella era una parola grossa. Ad approcciarsi (così andava meglio) con suo fratello. Glielo aveva perfino promesso prima che lei uscisse da casa: fai il bravo, sii ragionevole e cerca di dargli una possibilità.
Niall si alzò in piedi. Non aveva neanche acceso il televisore per distrarsi, visto che non lo avrebbe distratto comunque. Aprì la porta a vetri del salotto che lo collegava al giardino e si gettò senza pensarci due volte sull'erba leggermente umida. Altra cazzata, visto che si sarebbe sporcato di verde e sarebbe dovuto salire a cambiarsi prima che i suoi ospiti arrivassero. Ma che cavolo, era pur sempre suo fratello, che lo aveva visto in modi peggiori quando era bambino. Che gli aveva fatto da padre proteggendolo da tutto e tutti. Fino a quando non lo aveva abbandonato. Niall guardò in alto verso il cielo. Non c'era neanche il sole. Soltanto nuvoloni scuri che si spostavano sopra la sua testa, peggiorando l'umore di Niall. A breve sarebbe iniziato a piovere. Niall stava perfino per addormentarsi, con gli occhi semichiusi, quando un piccolo sole era sbucato sopra ai suoi occhi: il viso di Alexia. La ragazza lo guardava dall'alto, con un sorrisino sulle labbra. «Ciao, amore.»
«Sei da sola?»
«No. Stanno dentro.»
Niall grugnì e afferrò la mano che la ragazza gli porgeva, facendosi tirare in piedi.
Il pilota la abbracciò di slancio, cogliendola di sorpresa. «Grazie.» le sussurrò all'orecchio.
Alexia era confusa. «E per cosa?»
«Per tutto. So che fai le cose solo pensando al mio bene.»
Alexia sorrise e lo baciò. «Perché ti amo. Forza, andiamo dentro. Abbiamo temporeggiato abbastanza.» lo prese in giro.
Niall fece un verso di disappunto con la gola e seguì la ragazza, che era uscita dalla cucina, più che dal salotto. Così, quando insieme e con le mani intrecciate entrarono nella stanza in cui si trovavano gli altri due Horan, Niall se li trovò direttamente davanti. Greg era seduto sul divano, mentre un ometto biondo era in piedi, attaccato alla gamba di suo padre.
Nessuno di loro disse una parola per qualche secondo, poi a rompere il silenzio, fu proprio Theo: «Niall.» aveva detto semplicemente, indicandolo e guardando suo padre. Greg guardò il bambino e sorrise. «Sì, è Niall.»
Un Niall decisamente rigido e che non aveva la più pallida idea di cosa fare, se non continuare a stringere la mano della ragazza con la sua, che adesso era decisamente sudata.
«Non ha più la bua.» continuò a dire Theo. Evidentemente anche lui aveva visto l'incidente.
A quel punto fu Alexia a rispondere: «No, Theo. Adesso Niall sta bene. Perché non vieni qui a salutarlo?»
Il più piccolo degli Horan guardò il più grande in modo titubante, ma quando Greg annuì dandogli il permesso, non ci pensò due volte e raggiunse Niall. «Mi prendi in braccio?» gli chiese, agitando le mani verso di lui.
Niall cercò di parlare, ma la voce gli era uscita a malapena. Si schiarì la gola, prima di dire: «Certo.» e quando un Theo che ridacchiava fu adagiato sul suo fianco, finalmente Niall riuscì a sciogliersi. Alexia aveva ragione, quel bambino sembrava un piccolo lui ed era davvero troppo carino.
«Ti conosce praticamente da quando è nato. La domenica vediamo le tue corse. In casa nostra siamo tutti grandi fan, Theo in primis.» era stato Greg a parlare e Niall si voltò a guardarlo, incrociando i suoi occhi blu.
«Grazie per averlo portato.» il tono che aveva usato era un tantino piatto, ma Alexia era soddisfatta, orgogliosa di lui per quella semplice frase.
Sarebbe potuto essere un buon inizio.
Dopo svariati minuti in cui Niall si era ritrovato a confrontarsi con suo nipote, facendo ridere tutti e facendo pensare ad Alexia che Niall un giorno sarebbe stato un padre fantastico, la ragazza si appropriò di Theo, portandolo al piano di sopra per giocare un po'. E per lasciare i due Horan da soli.
«Vieni qui, non ho ancora iniziato a mangiare carne umana.» lo esortò Greg, vedendo suo fratello ancora in piedi.
Niall sospirò e andò a sedersi, sebben controvoglia, accanto a suo fratello. C'erano due divani e una poltrona lì dentro, ma la scelta di sedersi lì era stata comunque sua. Greg ne fu grato, perché se in Niall c'erano quei tipi di contraddizioni, doveva pur significare qualcosa.
Niall si portò le ginocchia al petto, guardando fisso davanti a sé. «Se stai aspettando che sia io a parlare, è tempo sprecato. Io non ti volevo qui, l'ho fatto solo per Alexia.» mise subito in chiaro il pilota.
Greg annuì. «Lo so. Infatti vorrei solo che mi ascoltassi.»
«Questo lo posso fare.»
«Grazie.» Greg sorrise, prima di iniziare a parlare: «Non ho mai smesso per un secondo della mia vita di volerti bene, Niall.»
Cristo, perché aveva dovuto iniziare il discorso in quel modo? Perché Niall aveva iniziato a piangere immediatamente? Era così dannatamente emotivo da quando aveva avuto l'incidente. Si diede proprio dello stupido. Era per questo che non voleva Greg lì, perché era perfettamente consapevole che se avessero parlato anche soltanto per un minuto, il muro di Niall sarebbe crollato all'istante. E infatti... si sentiva davvero così idiota. Lo era stato per tutto quel tempo.
Non poteva negare quanto Greg gli fosse mancato. Era la sua famiglia. E quelle braccia che adesso lo stavano stringendo a sé, cercando di calmarlo, lo facevano davvero sentire al sicuro.
«Mi dispiace così tanto, piccolo. Ho sbagliato e lo so, ti capisco. Ma ti prego, perdonami. Non riesco più a vivere con questo peso. Quando ti ho visto quasi morire il mese scorso, io... ho avuto così paura di perderti davvero. E il solo pensiero di non aver ancora risolto le cose con te e che magari non avrei più potuto farlo mi stava uccidendo. Sono tuo fratello, la tua famiglia. Voglio solo starti accanto come non ho potuto fare in questi anni.»
Niall aveva il viso premuto contro il collo di Greg quando aveva detto: «Ti prego, non lasciarmi ancora.»
E il più grande degli Horan era certo che non lo avrebbe più fatto.
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Ad Alta Velocità ||Niall Horan||
FanficAlexia Valery lavora come modella dall'età di sedici anni. È abituata a quella vita da riflettori, nonostante dietro il suo lavoro si nasconda una vita privata molto tranquilla, dove il centro del suo mondo resta la famiglia: suo fratello, sua sorel...