13) Stupida consapevolezza

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Alexia aveva fatto un casino. Ne era stata consapevole dall'inizio, dallo stesso momento in cui aveva ritirato via la mano da quella di Niall. Ma era stata colta dalla sorpresa e dalla paura e aveva reagito comandata da quei sentimenti. Perché Niall le aveva afferrato la mano? Probabilmente perché era stato travolto dall'ansia pre-gara e aveva avuto soltanto bisogno di un appiglio. Appiglio che lei gli aveva negato. In un solo secondo le erano passati un sacco di pensieri per la mente, dannatamente sbagliati. Perché lei avrebbe voluto tenere quella mano come se fosse una cosa normale, ma lui era Niall Horan. Il pilota stronzo. Erano quei pensieri contrastanti che, al contrario, avevano reso lei stronza facendole mollare la presa dalla mano di lui.
Ne era stata consapevole quando lui si era allontanato senza neanche guardarla e dargli il tempo di augurargli buona fortuna.
Ed era più che consapevole di aver fatto un casino adesso che Niall la ignorava completamente. Era anche peggio di quando si erano appena conosciuti. Niall non la guardava neanche, non le parlava, era come se per lui non esistesse.
E ovviamente Alexia ci era rimasta male, perché non poteva essere così permaloso e offendersi in quel modo. Dopotutto era stata una stupidaggine, no? Alexia aveva pure pensato di scusarsi con lui, ma alla fine il suo orgoglio prevaleva e glielo vietava, perché non aveva effettivamente nulla di cui scusarsi.
Ed era per quel motivo che Alexia si era semplicemente adeguata alla situazione, ricambiando alla stessa maniera.
La settimana successiva a quella del Gran Premio di Monaco, visto che il seguente sarebbe stato quello del Canada, avevano deciso di andare a casa per prendersi una piccola pausa. Quindi si erano separati. Era stato bello per Alexia riabbracciare finalmente la sua famiglia. Le chiamate Skype non erano di certo la stessa cosa. All'aeroporto Niall non l'aveva neanche salutata. Insomma, aveva gli occhiali da sole addosso e aveva semplicemente esordito con una stupida frase: «Spero che questa settimana scorra lentamente, ho bisogno di tempo per disintossicarmi da voi e cercare di dimenticarmi le vostre brutte facce. Ci vediamo in Canada, stronzi.» terminò nonostante sarebbero partiti tutti insieme da Londra per la prossima tappa. Ma nessuno lo aveva corretto o commentato in nessun modo. Avevano soltanto sbuffato, mentre il pilota si dileguava.
La rossa era stata recuperata da suo padre. Era l'ora di pranzo e i suoi fratelli non erano ancora usciti da scuola, per questo si era evitata strani incontri, come quello tra Niall e suo fratello. Avrebbe rimandato quella evenienza il più a lungo possibile, nonostante Elaja ritenesse Niall uno dei suoi più grandi idoli. Dato il soggetto qual era Niall, Alexia credeva di agire solo per il meglio. Una volta a casa aveva gettato le sue due enormi valigie in un angolo della sua stanza ed era crollata sul colpo nel letto che le era mancato più di ogni altra cosa. Il suo letto. E nonostante sia Kara che Elaja l'avessero svegliata con la forza di due tornadi non appena erano tornati a casa e l'avevano riempita di domande delle quali sapevano già la risposta, non si era neanche arrabbiata. Perché era a casa e nulla importava.

Niall preferiva tantissimo lavorare e stare in giro per il mondo, piuttosto che passare le giornate a Londra senza avere nulla da fare. I ragazzi lo avevano preso alla lettera e non lo avevano cercato per tutta la settimana di riposo. E il pilota non aveva altri amici oltre a loro, quindi, dato che prevaleva il suo orgoglio, significava trascorrere il tempo in casa da solo. Il pilota non lo avrebbe mai ammesso, ma Harry era una persona fondamentale nella sua vita. Forse la più importante. Non che gli altri ragazzi non lo fossero, ma Harry lo capiva fino in fondo. E passava un sacco del suo tempo con lui durante il periodo in cui la stagione era chiusa. Non lo lasciava solo. Effettivamente Niall odiava la sua vita privata, anche se era riuscito a migliorarla grazie alla sua fruente carriera. Nonostante cercasse sempre di autoconvicersi che tutto quello andava bene e che non potesse andare meglio, restavano un sacco di vuoti nella sua vita. Volente o nolente, sembrava quasi che uno di quello si stesse colmando a poco a poco. Il che era stupido viste le circostanze. Aveva dei conflitti interiori e dei problemi che manco il creatore avrebbe saputo comprendere e risolvere. E ne era consapevole. Forse aveva bisogno di uno psicologo. O uno psichiatra. Rideva sempre di quei pensieri quando gli sorgevano involontariamente. Aveva solo bisogno di distrarsi. E quella settimana aveva cercato di farlo andando in un centro benessere e rilassandosi sotto alle mani delle massaggiatrici, aveva visto tutto lo sport possibile e immaginabile e anche qualche serie tv  e si era sfondato di cibo, mandando a quel paese per un po' il suo allenamento. Il suo personal trainer lo avrebbe ucciso se solo avesse saputo.
L'unico reale problema era che Niall aveva costantemente un pensiero fisso, che ovviamente corrispondeva alla figura di Alexia: più si allontanava da lei e più quel maledetto bacio lo tormentava; più fingeva di ignorarla e più si ritrovava a guardarla di nascosto, quando lei non se ne accorgeva; più si obbligava a non avere distrazioni, più ne aveva. Era arrivato ad ammettere con se stesso che il Gran Premio di Monaco non era stato vinto grazie al rifiuto di lei, ma grazie al pensiero di lei. Niall suonava quasi patetico, ne era consapevole.
Aveva perfino pensato di chiamarla durante quella settimana in cui non si erano visti, abbattendo le sue barriere e smettendo di comportarsi da idiota, ma la vita è ingiusta e Niall si era stupidamente reso conto di non avere neanche il suo numero. Dopo due mesi e mezzo in cui viaggiavano insieme. Quella sì che era proprio una cosa stupida!

Ad Alta Velocità ||Niall Horan||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora