5) Melbourne

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Svegliarsi con il rumore della pioggia la domenica mattina sarebbe stato un bel risveglio per Niall. Aveva sempre apprezzato lo scroscio delle gocce che si schiantano contro il suolo e l'odore di pioggia, del terreno bagnato.
Quindi sì, sarebbe stato un bel risveglio se non fosse stato in una camera d'hotel australiana e se non fosse il giorno della prima gara di campionato.
Si alzò dal letto, togliendosi di dosso le coperte e andò alla finestra. «Oh, cazzo!» furono le prime parole che disse. Il buongiorno si vede dal mattino, giusto?
«Fanculo!» Niall odiava gareggiare con la pioggia. A quella velocità rendeva tutto poco visibile e più difficoltoso. E pensare che il giorno prima, durante le prove ufficiali, c'era un sole cocente degno d'estate, lo faceva davvero imbestialire.
Quando scese a fare colazione, Liam ed Harry erano già lì, di Louis neanche l'ombra.
«Tutto bene?» fu Harry a chiederlo, quando Niall si sedette al tavolo con loro.
Il biondo annuì soltanto, guardando il cibo misero che aveva nel piatto.
«Dovresti mangiare di più.» aggiunse Liam. La gara dopotutto era alle due e Niall non avrebbe pranzato fino alla fine della gara. Anzi, se tutto andava bene, secondo i piani, avrebbe cenato direttamente. E tanti saluti al pranzo.
Niall continuava a non guardarli. «Vomiterei una volta arrivato in pista, lo sai.»
Tutti ricordavano le varie esperienze di Niall durante le stagioni precedenti. Molte delle quali poco piacevoli.
Nessuno aggiunse altro, era inutile anche dire una stupida frase di conforto.
Quando finì di mangiare, Niall si diresse verso gli ascensori, per poter salire in camera e prendere le ultime cose necessarie per la gara. Continuava a torturarsi le unghia con i denti, mentre le ante metalliche si aprivano davanti a lui. Fu una salita più lunga del normale dato che giunto al piano della hall, si fermò perché evidentemente qualcun altro lo aveva prenotato.
Niall sollevò lo sguardo per un attimo e in quel modo si rese conto che si trattava di Alexia, che senza dire una parola premette il tasto del suo piano, superiore a quello di Niall già illuminato. D'accordo, erano le otto e mezza del mattino e nessuno dei due aveva voglia di parlare, ma Niall si innervosì talmente tanto per il fatto che la ragazza non gli avesse neanche detto buongiorno, che prese la parola: «Niente battutine di prima mattina?»
Alexia lo guardò: «Battutine di cosa?»
«Qualsiasi cosa.» borbottò il biondo. «Dire buongiorno è solo educazione, però.»
Alexia spalancò gli occhi. «Neanche tu lo hai detto! E se sono nervosa io, immagino quanto lo sia tu. È per questo che non ho detto nulla.»
Niall si mise a ridere. «E per cosa dovresti essere nervosa tu?»
«È il mio primo giorno effettivo di lavoro.» si ritrovò a borbottare la ragazza, ma se ne pentì subito. Forse avrebbe dovuto soltanto ignorarlo.
«A sgallettare con il culo di fuori su una pista cercando di attirare l'attenzione dei morti di figa?»
Ad Alexia sembrava che tutta la saliva che aveva in bocca si fosse asciugata improvvisamente. Stava cercando una risposta da dargli, ma non riusciva a trovarla. Semplicemente non c'era. Vuoto.
Era come se quello che lei aveva definito progresso giorni prima sull'aereo fosse completamente sparito.
Le ante dell'ascensore si aprirono finalmente al piano di Niall. «Occhio ai capelli. Con questa umidità gonfiano.» se ne uscì con tono cattivo ed ironico per completare l'opera, prima di immettersi lungo il corridoio.
Alexia lo fissò mentre si allontanava fino a quando le porte metalliche si richiusero e l'ascensore riprese la sua corsa.

«È un viscido stronzo.» Cheryl era rimasta indignata solo al sentire le parole che Niall aveva detto. Per farsi dire da Alexia quale fosse il problema ci aveva messo circa mezz'ora, tutto il tragitto dall'hotel alla pista, ma alla fine aveva avuto successo.
«Sì, ma non importa.» borbottò Alexia, scendendo dall'auto che le aveva accompagnate.
Essere lì nella pista di Melbourne era un'emozione troppo grande per permettersi di non godersela. Suo fratello l'avrebbe uccisa. In realtà Elaja l'avrebbe uccisa anche se non gli avesse portato l'autografo di Niall che le aveva chiesto, ma quello era l'ultimo dei pensieri di Alexia. Probabilmente avrebbe chiesto più avanti a Louis o Harry di farsi fare un autografo dal loro pilota, così non avrebbe dovuto interagire con l'animale.
In quel momento decise solo di guardarsi intorno affascinata.
Presto dovette seguire Cheryl, per potersi cambiare. E d'accordo portavano dei tacchi vertiginosi e vestiti attillati che risaltavano il loro fisico, ma i pantaloni erano addirittura lunghi! Quindi il culo di fuori era l'ultima cosa che aveva. E lei che continuava a ripetersi che le parole di Niall non l'avessero influenzata più di tanto. Certo...
«Vieni, raggiungiamo i box. Per adesso abbiamo poco da fare qui.»
Nei box, che erano più grandi di quanto Alexia si aspettasse, c'erano le macchine dei due piloti della Syco e tutti i meccanici e tecnici al lavoro, mentre dei manager li guardavano con entusiasmo. Erano tutti davvero affaccendati e Liam, che si accorgeva sempre della presenza di Cheryl, quella volta non ci fece assolutamente caso. L'unica cosa che importava era Jane, quell'auto verde che doveva essere perfetta per l'inizio della gara.
Cheryl la prese per mano improvvisamente, facendola quasi sobbalzare. «Vieni, lì ci sono le altre.»
Cheryl presentò ad Alexia le ragazze paddock affidate a David Cavanaugh, Olivia e Sophia. Sembravano simpatiche, anche se un po' troppo atteggiate. Insomma, Alexia preferì decisamente Cheryl e ringraziò di averla come collega diretta. Eveline, che le spiegarono, era come la gemella di Julia, una restava a Londra, l'altra le seguiva durante le gare, spiegò loro un paio di cose prima di dileguarsi. «Due e due, mi raccomando.»
Una di loro doveva occuparsi del pilota, accompagnarlo e tenergli l'ombrello sopra la testa per non bagnarlo dalla pioggia, l'altra avrebbe dovuto prendere parte ad un set fotografico dopo la gara.
«Puoi andare tu con Niall?» chiese timidamente Alexia a Cheryl.
«Certo, tesoro.» la mora le sorrise. «Ti faccio vedere che cosa facciamo di preciso, il che è praticamente nulla, ma essendo la prima volta per te, è meglio così.»
Alexia ringraziò Cheryl per essere così apprensiva. «Sgalletto io accanto a Niall sta volta.» aggiunse ironicamente, facendole l'occhiolino e facendola ridere.
In quel momento Niall Horan, seguito poco dopo da David Cavanaugh che venne completamente oscurato dal primo, entrò nei box e Alexia non poté fare a meno di osservarlo: la tuta bianca e verde gli aderiva al corpo perfettamente e in testa aveva il solito cappellino con la visiera rivoltata.
Sembrava nervoso ed effettivamente lo era. Continuava a tormentarsi la cerniera laterale della tuta e Louis, che si era allontanato finalmente da Jane, aveva sbuffato: «Niall, finiscila. Tutta questa ansia non va bene.»
Alexia a quel punto venne distratta da Olivia che stava ridendo per qualcosa e aveva chiesto il suo parere, ma non sapeva neanche su cosa.
«La tuta sta meglio a Niall o a David?»
Non ebbe il tempo di rispondere che l'attenzione di tutte si focalizzò di nuovo su Niall. Il biondo adesso stava praticamente urlando: «È questa fottuta pioggia! Gareggiare in queste condizioni sarà impossibile e farò schifo. La prima figura di merda e...»
SLAP.
Alexia spalancò gli occhi, esattamente come fece Niall nel momento in cui Louis gli aveva tirato quello schiaffo sul viso.
«Porca puttana.» sussurrò Niall, portandosi una mano sulla guancia.
«Louis!» era stato Eddie a rimproverare il meccanico, che scrollò semplicemente le spalle.
«Lo sapete, è uno dei modi più semplici per fermarlo dagli attacchi d'ansia pre-gara.» si giustificò.
Le ragazze accanto ad Alexia ridacchiarono, portandosi le mani alla bocca per non farlo vedere. Niall in ogni caso, sollevò la testa verso di loro, ma incrociò lo sguardo solo con la rossa, l'unica che aveva un'espressione alquanto seria. Alexia aveva provato un grande senso di goduria alla vista di quello schiaffo e nonostante sapesse che non era il caso, avrebbe voluto ringraziare Louis, perché le sembrava quasi come se l'avesse vendicata dalle parole di quella mattina. Certo, se glielo avesse dato lei personalmente sarebbe stato più soddisfacente, ma era già qualcosa.
E quando i loro occhi si incrociarono, il blu che scrutava il verde, le guance di Niall presero immediatamente colore. E non era solo questione dello stampo delle dita di Louis sulla parte sinistra del viso. Niall era effettivamente arrossito.
Dire che Alexia era rimasta di stucco, era poco. Aveva appena assistito a qualcosa di impensabile per lei. Non aveva neanche capito il perché del suo essere arrossito, in realtà.
«Comunque non sta più piovendo.» disse Harry a quel punto, fermo a guardare verso l'esterno del box.
Solo allora Niall voltò la testa verso la stessa direzione del riccio, interrompendo il contatto visivo con la ragazza. «Ottima notizia.»

Niall arriva secondo. Come inizio della stagione non era un risultato affatto male, visto anche il tempo schifoso, ma il pilota non era molto soddisfatto. Non che lo desse a vedere. Il suo sorriso smagliante sul podio e la sua solita ironia durante la conferenza stampa nascondevano l'amarezza che aveva dentro e facevano capire che Niall aveva soltanto un obbiettivo in testa: vincere il campionato mondiale.
Quando era tornato in albergo era dannatamente stanco. L'adrenalina della gara era completamente sparita, il suo stomaco brontolava e i suoi occhi stavano per chiudersi senza volere.
Aveva raggiunto gli altri che stavano per andare a cena e senza concentrarsi su nessuno aveva annunciato che avrebbe cenato in camera e sarebbe andato dritto a dormire.
Aveva poi abbracciato Liam, che era il più vicino a sé e il moro non poteva che essere divertito. Niall sembrava drogato. Era così spesso dopo le gare.
«Buonanotte, piccolo.» gli aveva detto il moro, accarezzandogli i capelli. Poi Niall era barcollato via.
Liam stesso si assicurò che la cena arrivasse nella camera del pilota, perché un Niall in quelle condizioni si sarebbe fatto sfuggire sicuramente un particolare simile. Il biondo infatti era riuscito ad arrivare in camera e a gettarsi di pancia sul letto, senza neanche togliersi le scarpe. Era crollato subito.

Il set fotografico era stato noioso. Noioso come ogni set fotografico a cui Alexia aveva partecipato nella sua vita. Doveva soltanto eseguire gli ordini e mettersi in posa, mentre il fotografo faceva il suo lavoro e i flash le riempivano gli occhi.
Per di più erano solo donne. Rimpiangeva quasi i set fotografici con i modelli con cui aveva sempre lavorato.
Era tornata in albergo prima che la conferenza stampa finisse. Ottimo, così non era dovuta andare con Niall.
Quando entrò in camera Cheryl le sorrise e la informò che a breve sarebbero andati a cena con gli altri. Poi la ragazza mora uscì dalla camera e Alexia ne approfittò per chiamare a casa.
«Ti hanno ripresa solo di scorcio oggi. Quando starai accanto a Niall?»
«Ciao, Kara. Beh, spero mai.»
Questo fu l'inizio della loro conversazione.
Alexia parlò anche con suo padre del più e del meno per qualche minuto, poi suo fratello gli fece la telecronaca della gara di quel giorno. Come se lei non fosse stata presente.
Sospirò prima di chiudere la chiamata. La sua famiglia, Elaja particolarmente, le mancava terribilmente ed erano solo all'inizio della stagione. Non andava affatto bene.
L'ora di cena era arrivata e Alexia uscì dalla camera per raggiungere gli altri.
Si sedette sui divanetti della hall, dove anche gli altri erano in attesa di Niall. Forse aveva un'espressione davvero abbattuta, perché Harry si sedette accanto a lei e le diede un colpetto con il ginocchio. Si conoscevano solo da pochi giorni, ma lui, come Louis, sembrava propenso a interagire positivamente con lei. Dopotutto, avrebbero dovuto passare molto tempo insieme da quel momento in poi. «Hey.» iniziò a dire, ignorando gli altri che chiacchieravano di motori.
Alexia sorrise soltanto.
«Cheryl ha detto a Liam e Liam ha detto a noi cosa Niall ha detto a te sta mattina. Il giorno della gara è sempre peggio del solito, non te la prendere.»
«Oh, non preoccuparti. Ho compreso bene quanto sia stronzo Niall. Cercherò di stargli alla larga e ignorarlo un po' meglio.» rispose la ragazza, scrollando le spalle.
«So che è difficile trattare con Niall e che sarebbe la soluzione più facile, ma non credo che ti lascerà in pace.»
Alexia lo guardò con le sopracciglia sollevate.
«Non quando il motivo per cui tu e Cheryl siete qui con noi, sei proprio tu.»
«Non mi sembra di piacergli tanto.» borbottò Alexia. «Anzi, proprio per nulla. Sembra che mi odi.»
«Niall sembra sempre che odi tutti.»
La ragazza roteò gli occhi, leggermente infastidita.
Da quella posizione vide perfettamente quando Niall entrò in hotel. Li raggiunse e disse che avrebbe mangiato in camera e sarebbe andato a dormire. Bene, avevano anche aspettato per nulla.
Il pilota strascicava le parole e batteva le palpebre senza interruzione, come se gli occhi gli dessero fastidio. Non era ubriaco, Alexia lo aveva già visto in quello stato e non era lo stesso caso.
«È fatto?» chiese ed Harry si mise a ridere, mentre Niall abbracciava Liam.
«No. È solo distrutto dalla stanchezza.»
Alexia rimase in silenzio e guardò il biondo allontanarsi.
«Imparerai a conoscerlo anche tu.» disse Harry a quel punto.
Alexia voltò la testa verso di lui, ma prima che potesse dire qualsiasi cosa, Harry si alzò in piedi.
«Forza ragazzi, andiamo a cena.»

Ad Alta Velocità ||Niall Horan||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora