32) Origini

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Niall non si era mai sentito più tradito in vita sua. Non lei. Non anche lei. Era la persona di cui si era fidato di più in tutta la sua esistenza, le aveva raccontato praticamente tutto e credeva che lo amasse come non aveva mai fatto nessuno. Lei doveva essere quella giusta, era per questo che non si sarebbe potuto mai aspettare una cosa simile. Evidentemente si era sbagliato ancora. Ma Niall ne era completamente innamorato. Non stavano insieme da così tanto, ma sembrava che il loro rapporto fosse progredito velocemente. Veloce come Niall sulla pista. E in quel rapporto il pilota ci metteva la stessa passione di quando stava sulle auto. Conosceva Alexia quanto la sua Jane, anche se aveva avuto meno tempo a disposizione per farlo. Niall era sempre stato un ottimo osservatore quando si trattava delle cose che amava. E adesso sapeva distinguere ogni rumore di Jane, così come ogni sguardo di Alexia. Non c'era neanche bisogno di parole. E dal modo in cui lei adesso lo stava guardando, sapeva che era cambiato qualcosa. Alexia sembrava dispiaciuta, sì, ma qualcos'altro la turbava. E non poco.
«Che cosa ti ha detto?» il cuore di Niall batteva all'impazzata.
Alexia aveva le lacrime agli occhi. «Lui... lui vuole risolvere con te. E farti conoscere tuo nipote.»
Il pilota era consapevole del fatto che lei avesse sviato la domanda di proposito.
«Non mettere in mezzo Theo.»
Alexia rimase di stucco. Allora Niall sapeva dell'esistenza di quel bambino. Ovviamente. Anche se le lettere di Greg gli venivano rimandate indietro senza neanche essere state aperte, Niall aveva comunque i suoi informatori su suo fratello. Perché non era mai riuscito a staccarsene davvero, nonostante dicesse di odiarlo tremendamente. Avrebbe voluto conoscere suo nipote, ma non avrebbe voluto per nulla dover fare i conti con Greg. Non adesso che lui era arrivato alle stelle da solo.
Niall stava ancora seduto sul letto, mentre la ragazza era incollata alla porta, come se volesse scappare da lui. Come se avesse paura. Solo per un attimo gli tornò in mente Emily: il modo in cui l'aveva guardato quando aveva scoperto che cosa gli facessero gli amici di August.
Se Alexia non lo aveva fatto prima, lo stava facendo adesso. Niall era convinto così.
Lasciò andare il biglietto che aveva tra le mani, come se scottasse. Si portò le mani alla testa, mentre quel lontano venti dicembre gli tornava in mente. Il modo in cui August gli avesse fatto sbattere la testa più volte confondendolo del tutto. Il dolore. Che tipo di dolore? August che stava cercando di... Niall non riusciva proprio a ricordare. Erano solo ricordi confusi. Troppo opachi.
Greg che fermava August, che lo colpiva come non aveva mai fatto in vita sua. Greg che piangeva cercando di rassicurare suo fratello, mentre lo aiutava a rivestirsi. Niall che allontanava suo fratello, che non voleva essere toccato da nessuno. La sua mente persa durante i giorni seguenti. Il Natale in ospedale.
Alexia aveva sobbalzato quando Niall aveva iniziato ad urlare: «Che cosa ti ha detto, cazzo?» il pilota respirava in modo decisamente più pesante. Serrò gli occhi e Alexia decise di avvicinarsi. Si accosciò di fronte a lui. «Niall.» lo chiamò dolcemente, con la voce un po' tremante. Il ragazzo la stava ignorando e lei allungò la mano per poggiarla sulla sua guancia ruvida e accarezzargli il viso con le dita. In un primo momento, pensò che Niall si stesse allontanando da quel contatto, lamentandosi appena, ma subito dopo sembrava averci ripensato, perché si era spinto maggiormente contro la mano di Alexia, ricercando quelle carezze.
Quando Niall aveva riaperto gli occhi, però, Alexia aveva detto la cosa più sbagliata in assoluto, mentre le lacrime tornavano a scenderle sulle guance, esattamente come aveva fatto nel taxi che l'aveva riportata in albergo. «August ha abusato di te?»
Niall si era alzato in piedi di scatto, facendola cadere per terra sul suo sedere. Si era allontanato da lei e aveva afferrato uno zaino, nella quale aveva iniziato ad infilare un po' della sua roba. La ragazza lo fissava senza capire le sue intenzioni. «Niall.» aveva ripetuto più volte dopo essersi alzata in piedi, ma lui continuava ad ignorarla. E quando il pilota stava per uscire dalla stanza, Alexia lo aveva fermato, afferrandolo per il braccio.
«Aspetta. Ti prego, rispondimi.»
Negli occhi del pilota riusciva a leggere chiara disperazione e quello la stava distruggendo definitivamente. «Che cosa cambierebbe se ti rispondessi? Io... io non lo so! Non lo ricordo!»
E solo allora la ragazza capì il motivo per cui Niall aveva omesso quella parte nel suo racconto. Greg aveva ragione soltanto da un lato: Niall aveva voluto dimenticare a tutti i costi. Giusto, ma in realtà, non lo ricordava per davvero. Probabilmente perché la sua mente aveva cercato di proteggerlo dall'inizio, cancellando l'evento traumatico. E anche perché aveva subito un trauma cranico, ma questo Alexia non lo sapeva.
Niall si asciugò con irruenza il viso, che aveva iniziato a bagnarsi di lacrime. «È già cambiato tutto.»
«Che vuoi dire?» chiese la ragazza, mentre l'ansia la investiva in pieno come un treno in corsa.
«È già cambiato tutto. Il modo in cui mi stai guardando... non credo di riuscire a sopportarlo. Tu... tu non capisci quello che hai fatto incontrando Greg, vero?»
«Niall, io... io ti amo, nonostante tutto. Devi saperlo.»
«No, lascia perdere.»
Il pilota aprì la porta.
«Dove stai andando?» chiese Alexia con voce bassa e tremante.
«Lontano da te.» rispose, spezzandole il cuore una volta per tutte. Uscì dalla stanza e si chiuse la porta alle spalle.
Alexia fissò il legno scuro della porta per una manciata di secondi, per poi lasciarsi cadere per terra e iniziare a singhiozzare, a liberarsi di tutte quelle lacrime che premevano prepotentemente.
Aveva appena perso Niall, lo sapeva. Per uno stupido incontro. Lo aveva tradito, a modo suo ma lo aveva fatto, volente o nolente.
E adesso, ci sarebbe voluto soltanto un miracolo per risolvere le cose.

Ad Alta Velocità ||Niall Horan||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora