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Era sabato e quindi dovevo lavorare alla libreria.

Oliver mi accompagnò davanti alla vetrina che esponeva i best seller.

"Ti vengo a prendere quando finisci" disse mentre giocherellava con una cioccia dei miei capelli.

"Tranquillo, non disturbarti"

"Mica è un disturbo. E poi, sei senza macchina" un sorrisetto comparve veloce sul suo splendido viso.

Ah cazzo è vero!

"Va bene. Allora ti chiamo appena prima di finire"

Lo guardai negli occhi. Mi mise la ciocca di capelli con cui stava giocando poco prima dietro l'orecchio e si abbassò per darmi un leggero bacio sulle labbra.

"A dopo piccola"

Lo guardai allontanarsi e salire sulla sua Mustang.

Dio, era così... erotico.

Tutto ciò che diceva ed ogni suo più minimo movimento, faceva vibrare ogni fibra del mio essere.

Entrai nella piccola libreria colma di scaffali ed espositori pieni.

"Buongiorno Mister Bates" dissi appena arrivata al bancone.

Mister Bates, ovvero Gregory Bates, era il proprietario della Old Nation Book Shop. Sulla quarantina, con occhi grigi e capelli neri leggermente brizzolati. Un tipo un po' burbero, ma secondo me abbastanza affascinate.

Certo, non proprio il mio ideale, ma sapevo che dietro ai suoi modi di fare, si nascondeva un cuore non proprio di ghiaccio.

In fondo mi aveva assunto subito dopo l'incidente dei miei genitori, senza un briciolo di esperienza nel settore e gliene sarei stata riconoscente in eterno.

Era vedovo. Una volta, appena avevo iniziato a lavorare qua, mi raccontò a grandi linee che appena finito il college, sua moglie voleva aprire una libreria nel posto in cui era nata e cresciuta. Un paio di mesi dopo l'apertura, la moglie si ammalò ed in seguito morì. Nonostante la libreria non fosse il sogno di Mister Bates, la tenne aperta.

Credo che lo fece in memoria della moglie defunta, per tenere vivo il suo sogno.

Trovavo la cosa estremamente dolce, altruista e struggente.

"Buongiorno" disse Mister Bates, nel suo solito tono brusco, da dietro il bancone.

Sorrisi.

"Vedo che sono arrivati i nuovi libri" indicai col capo degli scatoloni che giacevano ancora chiusi vicino alla porta che dava sul retro.

Annuì. Non era un uomo particolarmente socievole.

"Allora inizio a sistemarli" mi avviai verso le grandi scatole e cominciai ad aprirle per tirare fuori quello che contenevano.

"Se riesci a trovare un buco" disse a bassissima voce, ma riuscii lo stesso a sentirlo.

Feci una risatina sommessa e mi diressi verso un tavolino al centro del locale, che mi sembrava meno pieno rispetto al resto ed impilai una decina di volumi appena arrivati.

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