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L'ascensore andava maledettamente lento. Nella mia mente lo incitavo ad andare più veloce. Ad ogni piano si fermava, facendo salire o scendere pazienti, famigliari, dottori ed infermieri.

Dopo quella che mi sembrava un'eternità, arrivammo al quarto piano. Le porte si aprirono e ci ritrovammo in una sala d'aspetto.

Feci un passo avanti e mi guardai in giro, tentando di capire da che parte andare. I gemelli fecero la stessa cosa.

Girai la testa a destra ma incontrai solo una grande finestra che dava sul parcheggio, così guardai nella direzione opposta ed iniziai a camminare.

Oltrepassammo la sala d'aspetto e ci inoltrammo nel corridoio. Alzai la testa per leggere i numeri a lato di ogni stanza.
19. 20. 21.

Mi bloccai sui miei passi appena vidi il numero 22 sulla parete bianca.

Lui era lì.

Il cuore iniziò ad accellerare il battito. Non sapevo cosa avrei trovato oltre quel muro. Non sapevo in che condizioni avrei trovato Oliver.

"Andrà tutto bene" disse Jamie, posando dolcemente una mano sulla mia spalla.

"Noi ti aspettiamo qui fuori" aggiunge Thomas.

Annuii e afferrai la maniglia.

Chiusi gli occhi e presi un respiro profondo. Poi un altro ed un altro ancora.

-Coraggio- pensai.

Aprii gli occhi e la porta.

La stanza era tutta bianca. L'odore di disinfettante era forte. Un rumore continuo attirò la mia attenzione.
Bip. Bip. Bip.

Era il battito del suo cuore.

Spostai lo sguardo sul letto di fianco al macchinario.

Eccolo.

Improvvisamente la bocca si asciugò, la gola si chiuse. Sentivo tutto il mio corpo stritolarsi, come se fossi stata vittima dell'attacco di un'anaconda.

Aveva la testa rivolta verso la finestra. Mossi un passo e si girò di scatto.

Quello che vidi era un bellissimo ragazzo un po' troppo pallido, che mi osservava con gli occhi quasi spalancati. La flebo e i tubicini che aveva nel naso gli conferivano un'aria ancora più esausta.

Cercò di tirarsi su a sedere ma fallì. Era troppo debole.

Mi avvicinai piano senza mai interrompere il contatto visivo.

"Maggie" sussurrò, appena arrivai al letto.

Lentamente mi sedetti sul bordo accanto al suo corpo fragile e gli posai una mano sulla sua.

"Mi dispiace così tanto Maggie" il suo tono era triste. Gli strinsi dolcemente le dita.

La vista iniziò ad appannarsi e prima che me ne potessi accorgere, le lacrime scesero sulle mie guance fino ad atterrare sulle lenzuola bianche.

"Shh... non piangere piccola" la sua voce era poco più di un sospiro.

Aprì le braccia ed istintivamente mi ci tuffai dentro.

"Shh" continuava a ripetere. Ormai singhiozzavo aggrappata al suo petto. La sua mano destra mi accarezzava i capelli, la sinistra era ferma sulla mia schiena. Mi teneva stretta a sè.

Passò qualche minuto e finalmente le lacrime si fermarono. Restai così, con la testa appoggiata sul suo petto, ascoltando il battito del suo cuore. Era la cosa più bella del mondo.

"Ho bisogno di dirti cosa è successo quella sera" cominciò a parlare ma lo interruppi "Oliver, no. Per favore. Non voglio più pensare a quello"

Portai lo sguardo sul suo splendido viso e lui fece lo stesso.

Il blu dei suoi occhi era così limpido. Potevo leggervi tutto ciò che non riusciva ad esprimere a parole.

Prese un respiro profondo ed annuì.

Appoggiai la mia fronte contro la sua. Era così caldo.

"Mi sei mancata" disse sottovoce.

Non risposi. Avrei voluto dirgli che ora ero qui per lui, per noi.

Lo baciai. Era un bacio disperato. Un bacio che racchiudeva amore e dolore. Un bacio che significava tutto.

"Ti amo" dissi ad un millimetro dalle sue labbra.

"Ti amo" rispose in un soffio.

La porta si aprì ed entrò un dottore seguito da un'infermiera.

"L'orario di visita è terminato Miss" disse l'infermiera.

Annuii e tornai a guardare Oliver.

Posai ancora una volta le mie labbra sulle sue per un ultimo bacio.

"A domani" dissi, offrendogli un sorriso.

"A domani piccola"

Mi alzai dal letto e mi diressi fuori dalla stanza, chiudendomi la porta alle spalle, ritrovandomi i gemelli appoggiati al muro di fronte.

Mi sentivo strana.

Le palpebre iniziarono a pesarmi, le gambe a cedermi.

"Maggie? Maggie!" urlò Thomas.

Prima che me ne potessi accorgere, mi ritrovai a terra.

"Qualcuno ci aiuti!" gridò Jamie.

E poi il buio.

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