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L'orario scolastico arrivò velocemente al termine.

Il momento era arrivato.

Mi incamminai attraverso i corridoi e poi fuori dai cancelli.

Decisi che se non fosse già fuori, l'avrei aspettato vicino alla mia auto.

Guardai a destra e a sinistra. Nessuno in vista.

Presi l'ennesimo respiro profondo e in pochi secondi fui accanto alla mia Golf.

Decine di studenti mi passarono davanti. L'ansia mi stava consumando viva mentre setacciavo in mezzo alla folla.

E poi lo vidi.

Il cuore iniziò a pompare ad una velocità allarmante nel momento stesso in cui i suoi occhi si focalizzarono nei miei.

Anche se eravamo lontani, potevo sentire la scossa elettrica che passava da lui a me.

I nostri sguardi erano ancora legati. Faceva passi lenti, quasi come se volesse gustarsi ogni millesimo di secondo.

Il nervosismo che mi aveva fatto compagnia in tutte queste ore, sparì nello stesso istante in cui Oliver si materializzò di fronte a me con un sorriso.

"Allora, cosa vuoi fare?" la sua voce mi accarezzò l'anima.

"Uhm... non saprei... facciamo un giro?" riuscii a dire senza far tremare la mia voce.

Sorrise ed annuì.

"Prendiamo la mia macchina, va bene?" propose.

"Ok. Allora aspetta un attimo" dissi tutto d'un fiato.

Se andavamo con la sua auto, dovevo lasciare le chiavi della mia ai gemelli.

L'idea mi terrorizzava, ma non avevo altra scelta.

Recuperai il telefono nella borsa e mandai un messaggio rapido a Jamie e Thomas.

Un paio di minuti dopo spuntarono i gemelli.

"Hey" dissero insieme.

"Oliver, loro sono Jamie e Thomas" feci le presentazioni.

"Piacere, Oliver" sorrise mentre stringeva le loro mani.

Era alto quasi come loro.

Sembravo davvero una nana da giardino in mezzo ai tre ragazzi.

Mi rivolsi ai miei fratelli "per favore, per favore! State attenti" supplicai mentre consegnavo le chiavi a Jamie.

"Maggie non preoccuparti!" giocherellò con il mazzo.

"Divertitevi, ma non troppo" disse Thomas.

Imbarazzante.

In un lampo le mie guance avvamparono per la vergogna mentre i gemelli sghignazzavano e portavano i loro culi sull'auto.

-A casa faremo i conti- pensai.

Abbassarono i finestrini "è stato un piacere conoscerti. Maggie, se hai bisogno, chiamaci" disse Thomas.

Annuii.

Oliver salutò con una mano e loro partirono sgommando.

La mia povera macchina!

"Simpatici" disse Oliver.

Feci una smorfia "mmm... sono degli idioti"

Ci dirigemmo verso la sua Mustang rossa.

Scivolai sul sedile passeggero e sprofondai nella morbida pelle nera.

Un sorriso mi sfuggì mentre accarezzavo il tessuto vicino alle mie cosce.

"Non ho afferrato bene il loro ruolo" disse mentre metteva in moto.

"Davvero? Pensavo si capisse. Sono i miei fratellini"

Annuì e si concentrò sulla strada.

"Bene, dove vuoi andare?" mi chiese.

"Non saprei" risposi imbarazzata.

Dopo alcuni secondi interruppe il silenzio.

"Conosci qualche parco?"

Annuii e iniziai a dare indicazioni su come raggiungerlo.

Vari minuti più tardi raggiungemmo il parco.

Mi prese per mano.

Il contatto mi incendiava dentro.

"Vieni piccola"

I miei piedi si mossero coi suoi.

In quel momento mi resi conto che l'avrei seguito ovunque.

Miele e CaffèDove le storie prendono vita. Scoprilo ora