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"Oliver sta male"

Cosa?!

La guardai. Ero senza parole. Sentii la terra sprofondare pian piano sotto ai miei piedi.

"Cosa vuol dire che sta male?" chiesi con voce tremante.

Mi guardò con uno sguardo pieno di tristezza.

"È in ospedale da qualche giorno. Un paio di ore fa si è svegliato e mi ha chiesto di te, mi ha detto che doveva parlarti. Non sapevo dove cercarti, così ho chiamato il preside ed eccomi qui"

Oliver in ospedale. No.

Una strana sensazione di gelo e di caldo divampò nel mio corpo.

Freddo, caldo, freddo, caldo.

Se non fossi stata già seduta, sicuramente sarei caduta.

Sono andata e tornata dall'inferno per colpa sua ed ora eccomi di nuovo qui, risucchiata dentro il vortice del dolore.

Mi aveva fatto male, ma lo amavo. Lo amavo ancora.

Non potevo credere alle mie orecchie.

Continuavo a guardare sua madre. Aprì la borsetta che teneva in grembo, prese un fazzoletto e me lo passò.

Perchè?

Mi toccai le guance. Stavo piangendo. Stavo piangendo e non me ne ero neppure accorta.

Presi il fazzoletto dalla sua mano e mi tamponai sotto gli occhi.

"Quando posso andare da lui?" chiesi con voce debole.

Guardò l'orologio sulla parete di fronte a noi "le visite iniziano tra venti minuti"

Annuii.

Una parte di me mi diceva di tornare in classe e fregarmene, perchè mi aveva fatto un male atroce. L'altra parte, invece, mi gridava di andare da lui.

Dopo un minuto speso a pensare, raccolsi la mia borsa da terra e mi alzai dalla sedia.

"Grazie" dissi alla donna ed uscii dall'ufficio.

Non mi guardai in giro. Puntai dritta verso il parcheggio.

A passo svelto mi mossi sul prato ed in poco tempo arrivai alla mia Golf. Entrai e mi chiusi dentro.

Tirai fuori dalla borsa il telefono e digitai velocemente il numero di Thomas. Rispose al quarto squillo.

"Maggie? Che succede?" chiese preoccupato.

"Ho bisogno di voi. Sono in macchina. Fate presto" dissi tutto d'un fiato prima di agganciare.

Perchè?

Mi portai le ginocchia al petto e ci appoggiai la testa.

Troppe cose a cui pensare.

Che cosa aveva? Quanto era grave? Di cosa voleva parlarmi?

Tutte domande a cui solo una persona poteva rispondere.

Oliver.

Mi persi nel filo dei pensieri e dopo qualche minuto, un tocco al finestrino mi fece tornare con i piedi per terra.

Guardai fuori dal vetro e vidi i miei due giganti. Aprii le sicure ed entrarono in auto.

"Cosa è successo?" chiesero all'unisono. Avevano lo sguardo preoccupato.

"Dobbiamo andare all'ospedale. Oliver sta male" risposi con la voce che tremava.

Si guardarono un attimo e poi riportarono i loro occhi su di me.

"Guido io" disse Thomas.

Annuii e ci scambiammo di posto. Non me la sentivo di guidare. Avevo bisogno di pensare e calmarmi prima di andare da lui.

Jamie, seduto sul sedile posteriore, allungò una mano ed intrecciò le sue dita alle mie.

"Andrà tutto bene, Maggie. Andrà tutto bene"

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