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L'aria frizzante di novembre mi faceva compagnia nel giardino sul retro della mia casa.

Il giorno del Ringraziamento sarebbe stato domani. Avevo già tutto pronto.

Diedi un'occhiata al terreno sotto i miei piedi. Mi strinsi il maglione oversize attorno al corpo per stare un po' più calda.

Il sole stava tramontando ed irradiava fasci di luce arancio e viola nel cielo parzialmente oscurato.

Era una vista bellissima.

"Maggie!" le voci dei miei fratelli attraversarono tutto il salone fino a raggiungermi.

Mi girai e li guardai.

Camminavamo gli uni verso gli altri e ci incontrammo al centro della stanza.

Mi abbracciarono stretta stretta, quasi da stritolarmi.

"Buona festa del Ringraziamento!" disse Jamie.

Una risata uscì dalle mie labbra e feci un piccolo passo indietro per liberarmi dall'abbraccio distruggi-ossa dei gemelli.

"Ma è domani!" dissi con un tono divertito.

Thomas ridacchiò e si abbassò per stamparmi un bacio sulla guancia.

"Allora, dove è il mio nipotino?" chiese tutto allegro.

Appena le parole uscirono dalla sua bocca, Bentley scese le scale di corsa.

"Zio T, zio J!" gridò felice e si lanciò tra le braccia dei gemelli.

Roteai gli occhi senza permettere al sorriso di lasciare il mio viso.

"Bentley River Fisher, quante volte devo dirti di non correre sulle scale?" domandai al piccolo ometto.

I gemelli lo posarono a terra.

"Ha ragione tua madre, è pericoloso" disse Thomas.

"Anche se pure lei correva spesso" aggiunse Jamie.

"Hey!" dissi e tirai una pacca giocosa sul suo braccio.

"Grandi e grossi e non aiutano neanche con le borse!"

Ci girammo tutti nella direzione della porta e Lily e Valerie fecero la loro comparsa nel salone.

Valerie, una ragazza minuta con grandi occhi color cioccolato e capelli corti e rossi come il fuoco, era la moglie di Jamie. Lily, poco più alta della prima, aveva lunghi capelli castani e occhi grigi come l'acciaio, era la moglie di Thomas. Si erano conosciuti tutti al college e si erano sposati subito dopo la laurea.

"Allora, ci aiutate o no?" chiese Valerie.

I gemelli si mossero subito per prendere i bagagli dalle mani delle mogli e portarono tutto al piano di sopra.

"Ciao Maggie! Sei splendida" disse Lily abbracciandomi.

"Anche voi siete stupende, ragazze" abbracciai anche Valerie e ci spostammo verso i divani.

Chiacchierammo del più o del meno, intrattenuti per la maggior parte dal piccolo Bentley.

Il giorno dopo mi alzai all'alba per mettere il tacchino nel forno.

"Buongiorno sorellina" disse Thomas, ancora in pigiama e con la faccia assonnata.

"Giorno. Cosa ci fai già sveglio?" chiesi curiosa.

Scrollò le spalle e si diresse verso il frigorifero per tirare fuori un succo di frutta.

-Come al liceo- pensai.

"Visto che sei sveglio, aiutami con le patate" gli misi davanti il sacco e un coltello.

Fece un verso incomprensibile e afferrò il coltello ed una patata.

Lavorammo in un silenzio pacifico per un po'.

Si schiarì la gola ad un tratto e mi guardò.

"Stai bene?" chiese dolcemente.

Annuii senza distogliere gli occhi dal lavoro che stavo facendo.

"Buongiorno fiorellini" disse Jamie entrando in cucina.

Sorrisi per il modo in cui ci aveva salutati.

"Coglione" mormorò Thomas tra sè e sè.

"Ti sento!" rispose il fratello in un tono quasi offeso.

Cercai di nascondere la risata che si era fatta largo nel mio petto.

Li guardai bene. Gli anni non avevano intaccato minimamente la loro bellezza, anzi l'avevano aumentata.

Ero così orgogliosa di loro.

Dopo aver passato senza il più piccolo sforzo gli esami al liceo, avevano avuto entrambi una borsa di studio per Harvard. Il giorno della loro laurea è stato uno dei più emozionanti della mia vita. Thomas era diventato un medico e Jamie un avvocato. I loro matrimoni erano altri due momenti ben custoditi nel mio cuore.

"Oh mio Dio, questa cena è buonissima!" disse Valerie praticamente in estasi.

Sorrisi e ringraziai mentre il resto della compagnia esprimeva il loro parere positivo sul cibo.

Ero soddisfatta di quello che avevo cucinato.

"Allora, visto che è il giorno del Ringraziamento, vogliamo ringraziare? Chi inizia?" chiese Lily.

Bentley alzò la mano tutto contento, le fossette sulle sue guance rosa in evidenza.

"Io! Io!" urlò esaltato.

Sorrisi mentre si alzava dalla sua sedia.

"Volevo ringraziare per la mamma, per lo zio J, la zia Valerie, la zia Lily e lo zio T" si premette un dito sulle labbra pensieroso "ah! Anche per la nonna Kelly!" aggiunse con un sorriso enorme e si risedette al suo posto.

"Perfetto! Bravo Bentley!" disse Valerie. Poi si rivolse a me.

"Maggie?"

Mi schiarii la gola e portai lo sguardo su mio figlio.

Aveva ereditato i miei stessi capelli color miele ed i profondi occhi blu oceano del padre. Le fossette ancora presenti ai lati della sua piccola bocca. Era semplicemente il bambino più bello del mondo.

"Sono grata per la famiglia che ho. Per i genitori che ho avuto, per i miei piccoli giganti e per le loro splendide mogli, per il mio meraviglioso bambino. Per la fortuna di avere l'amore nella mia vita"

Una lacrima scese sulla mia guancia. Presi un respiro profondo e continuai.

"Sono grata per Oliver" il mio tono era poco più di un sussurro pieno d'amore e dolore.

Mi asciugai la lacrima e sorrisi.

Erano passati dieci anni da quel giorno all'ospedale, da quando avevo detto ad Oliver di essere incinta.

Ricordo ancora i suoi occhi pieni di emozioni indescrivibili.

Ho avuto la fortuna di passare altri due anni con lui. Anni pieni di amore e di Bentley. Ho avuto la fortuna di vedere quel giovane uomo essere un padre magnifico. Ho avuto la fortuna di svegliarmi ogni mattina con le sue braccia avvolte intorno al mio corpo e di addormentarmi ogni sera respirando il profumo inconfondibile della sua pelle. Ho avuto la fortuna di amare una persona come lui e di essere amata nel modo più profondo che possa esistere. Ho avuto la fortuna di poter dire di avere tutto.

Sono passati otto anni da quando Oliver è venuto a mancare, ma la sua presenza è costantemente qui con me.

Riuscivo ancora a sentire il suono della sua voce e la sua risata, l'elettricità che il suo corpo mi trasmetteva appena mi toccava. Riuscivo ancora a sentire le sue dita intrecciate alle mie e le sue labbra poggiate sulle mie. Riuscivo ancora a sentire il sapore dei suoi baci, l'intensità del suo sguardo e il battito del suo cuore.

Di una cosa ero certa: lo avrei amato per il resto della mia esistenza.

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