41

531 19 3
                                    

Jamie mi sollevò dal pavimento freddo del bagno e mi portò nella stanza degli ospiti, quella dove avevo dormito la notte precedente.

Il suo respiro mi colpiva la fronte. Le sue braccia muscolose mi sorreggevano le gambe e la schiena. Appoggiai la testa al suo petto. Potevo sentire il battito del suo cuore pulsarmi contro l'orecchio.

Mi concentrai su quel suono.

Mi appoggiò delicatamente sul letto e mi spostò delle ciocche di capelli che mi erano finite sul viso.

Lo guardai. A prima vista sembrava avesse un'espressione impassibile ma con un esame più accurato, si potevano scorgere i dettagli, le sue vere emozioni.

La mascella tesa, le labbra sigillate in una linea dura, le narici leggermente dilatate.

Appena incrociò i suoi occhi con i miei, i suoi lineamenti si ammorbidirono.

Era preoccupato per me. Potevo leggerlo nel verde primavera delle sue iridi.

Fece per andarsene ma afferrai il suo polso per fermarlo.

Alzò un sopracciglio, confuso.

"Resta, per favore" supplicai. La voce mi uscì bassa e quasi disperata.

Non volevo stare sola. Non ero pronta per affrontare il mondo contando solo su me stessa.

"Vado a chiamare Thomas. Torno subito" disse piano.

Annuii appena e lasciai la presa sul suo polso.

Mi lanciò un'ultima occhiata ed uscì dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle.

Il silenzio di quella camera mi faceva paura. Lasciava troppo spazio ai pensieri ed io decisamente non volevo pensare. Volevo scappare dalla mia mente. Smettere di essere Margaret Parker per una dannata volta. Volevo smettere di pensare a lui.

Chiusi gli occhi e comparve l'immagine di Oliver.

Il dolore arrivò, trapassandomi da parte a parte. Partì dal petto. Ad ogni respiro, un lembo del mio mio corpo sembrò andare a fuoco. Bruciavo dall'interno.

Ero straziata, dilaniata da questa orrenda sensazione.

Sembrava d'essere finita all'inferno.

Può una persona ridurti in questo modo? La gente ha davvero tutto questo potere?

Mi portai le ginocchia sotto al petto, trasformandomi in una palla.

-Respira Maggie, respira- mi ordinai mentalmente.

Dei passi mi fecero riaprire gli occhi.

Thomas e Jamie apparirono da dietro la porta di legno scuro.

La luce del sole che filtrava dalla finestra illuminava i loro bellissimi visi, facendo brillare i loro capelli come se fossero fatti di puro oro.

Si avvicinarono cautamente.

"Hai bisogno di qualcosa? Hai sete? Fame?" chiese dolcemente Jamie.

Mossi piano la testa a destra e sinistra e in un sospiro dissi "musica"

Mi guardarono in modo strano, come se non avessero capito bene.

"Musica?" domandò Thomas. Le sopracciglia aggrottate.

"C'è troppo silenzio" fu la mia risposta.

Annuirono e si scambiarono un'occhiata curiosa.

Uscirono di nuovo dalla stanza e sentii i loro passi allontanarsi piano piano.

Dieci minuti dopo ritornarono con il loro stereo gigante e lo poggiarono a terra, di fronte al letto. Jamie armeggiò con i fili mentre Thomas faceva avanti e indietro dalla loro camera portando tutti i cd che possedevano.

Attaccato l'ultimo filo, lo stereo prese vita.

Le casse erano talmente potenti da far credere d'essere realmente ad un concerto dei Billy Talent.

Il silenzio fu spazzato via e si portò dietro l'agonia.

Ero svuotata d'ogni emozione e mi andava bene così. Ogni cosa era meglio del dolore lacerante che avevo provato.

Lasciai che la musica mi entrasse dentro e mi facesse estraniare da me stessa.

Rimasi immobile a fissare il soffitto color crema per un tempo indefinito.

La luce del giorno presto venne sostituita da quella artificiale della lampada sul comodino.

Un movimento del materasso mi fece girare la testa.

Thomas era accanto a me. Gambe incrociate sul letto, un libro in mano, dei fogli sulle lenzuola ed una matita appoggiata all'orecchio.

Strizzai gli occhi mentre spostavo lo sguardo, provando a focalizzare l'altro fratello.

Lo trovai dopo un paio di secondi. Sdraiato sulla pancia sul parquet dall'altro lato della stanza, i gomiti che sorreggevano il suo peso, anche lui con dei fogli ed un libro davanti, una matita in bocca.

Mi schiarii la gola. Avevo sete.

Thomas si girò a guardarmi.

Cercai di alzarmi dal letto ma ci ricascai sopra. Ero troppo debole.

"Vuoi mangiare? Bere?" chiese.

Annuii. Scese velocemente dal letto e dopo un paio di passi sparì dietro la porta.

La musica era ancora forte. Lo stereo per tutto il giorno non aveva smesso di funzionare.

Mi accasciai di nuovo sui cuscini e rilasciai un sospiro.

Poco dopo Thomas tornò nel mio campo visivo. Tra le sue braccia si potevano intravedere varie bottiglie d'acqua e succo, sacchetti di patatine, biscotti e merendine.

Posò tutto sul letto.

Mi sedetti ed allungai una mano per prendere un succo. Poco prima di berne un sorso, guardai Thomas negli occhi e sorrisi debolmente.

"Grazie" articolai. Ritornai nella mia posizione originale e mi addormentai.

Miele e CaffèDove le storie prendono vita. Scoprilo ora