MARIE' S POV.
Oggi era iniziata una nuova settimana. E questo significa solo una cosa:
Scuola.
La scuola stava a dire che con ogni probabilità avrei visto Matt. Magari intento a riprodursi con qualche gallina.
Gli sarei stata distaccata e se mi vuole chiedere il motivo del mio comportamento, gli sbatterò in faccia tutta la verità. Ma lo farò con un atteggiamento da menefreghista, come se quello che gli dico a me non fa nessun effetto.
Purtroppo però, so che non è così.
Quando ho sentito la registrazione provavo rabbia.
Rabbia e soprattutto delusione.
Sapevo che Matt non era un ragazzo dai sentimenti facili, però credevo che fino a questo punto non aveva intenzione ad arrivarci.
Ma mi sono illusa ancora una volta.
Quando abitavo a San Diego avevo tutto quello che necessitavo: amicizia, amore e affetto.
In questi tre sentimenti mai avevo ricevuto un' illusione. Perché anche quando mi sono lasciata con il mio ex, non ho pensato di essermi illusa.
Provavo solo rabbia. Dei momenti belli passati insieme non me ne pento.
Lo stesso vale per i miei vecchi amici.
Eppure perché mi sono illusa ben due volte con Matt? Cos' ha lui di diverso dagli altri?
Erano questi i miei pensieri che mi affollavano la mente durante ľ ora di inglese.
Non mi accorsi neanche del suono della campanella, fino a quando i miei compagni si alzarono per dirigersi nei corridoi.
La prima ora ero arrivata in ritardo, quindi ancora non avevo incontrato Matt.
Troppo tardi.
"Marie! Dobbiamo parlare."
Il ragazzo che fino a poco fa speravo di non incontrare, me lo ritrovai davanti.
Non avevo paura di una sua reazione, perciò lo guardai dritta negli occhi con un' aria da dura. Come mi ero ripromessa.
"Dimmi quello che mi devi dire. Non voglio fare tardi a lezione."
Matt si guardò intorno come se cercasse qualcuno. Alla fine mi prese per un polso e mi trascinò allo stanzino del bidello.
"Perché qui?"
Accesi la luce permettendomi di guardare meglio il piccolo sgabuzzino.
Era pieno di scope e detersivi. Ľ aria era irrespirabile.
"Così non ci può sentire e vedere nessuno."
"Manco stessimo spacciando droga."
Sbuffai talmente forte che forse mi aveva tutta scuola.
"Perché sei arrabbiata? Che ti ho fatto? Ricordo quando alla festa mi hai respinto come se avessi ľ ebola. Ho passato tutta la domenica ha pensarci ma proprio non capisco."
Scosse la testa come se stesse pensando a qualcosa che non gli è gradita.
"Perché non lo vai a chiedere al tuo amico della scommessa? Forse ora ricorderai il motivo per cui non voglio parlarti."
Incrociai le braccia al petto aspettando una sua risposta. La sua faccia assunse un' espressione confusa. Era pure bravo a recitare.
"Ma di che stai parlando?"
Ora fa anche finta di niente. Mi viene voglia di tirargli un ceffone talmente forte da fargli girare la testa a 360 gradi.
"Fai pure il finto tonto. Bravo meriti un' applauso per la tua recitazione."
Gli battei le mani a mo' di applauso davanti alla faccia.
Arrabbiato e infastidito dal mio gesto mi bloccò i polsi con entrambe le mani, talmente forte da farmi male.
"Per ľ ultima volta: di cosa stai parlando?!"
Ora era davvero arrabbiato. Da vicino potevo notare la pupilla dei suoi occhi dilitarsi e lasciando solo un contorno delle iridi che tanto mi piacevano.
"Certo che proprio non capisci eh?
Ti dice qualcosa questa frase:
"Mi serve per vincere la scommessa fatta con Ed. Sono 200 bigliettoni se riesco a farla innamorare di me. E direi che ci sono riuscito."
Lui se ne stava lì a guardarmi con occhi e bocca spalancati. Era sorpreso? Ci si può aspettare di tutto da lui.
"Chi te ľ ha detto?"
Aveva serrato la mascella e i denti, come se volesse trattenersi.
"Lo vuoi sapere davvero? Eh? Ti accontento. È stata Ashley. Proprio lei.
Mi ha fatto ascoltare una registrazione di te che dicevi queste cose. Voleva dirmi la verità. Dato che tu mi hai mentito. Non sei andato a parlarle a proposito dello scherzo.
No, tu sei andato lì per farti fare un 'lavoretto'. Sai che ti dico? Mi fai proprio schifo! Tutta questa faccenda per cosa? 200 dollari? Popolarità? Mi hai aggiunta alla tua lista di 'cuori spezzati'? Beh, ti informo caro mio, che io non farò mai parte di quella lista perché non mi sono innamorata di te. E mai lo farò! Non permetto ad un ragazzino pieno di sé di prendermi in giro. Non mi faccio mettere i piedi in testa da nessuno. Tanto meno da persone egocentriche, infantili, ipocrite ed egoiste come TE! Quindi caro Matt, VAFFANCULO! Ti ci mando con tutto il cuore!!"
Le ultimi frasi le avevo urlate così forte che avevo il petto che si abbassava e si rialzava, il cuore a mille ed ero rossa in viso per la rabbia.
Mentre parlavo aveva allentato la presa sui polsi così potei fare quello che avevo pensato già da prima.
In un secondo la mia mano entrò a contatto con la sua guancia. Ľ impatto dello schiaffo era così forte da fargli girare la testa come avevo sperato.
Le soddisfazioni della vita.
Si massaggiò la guancia dolorante mentre mi guardava con stupore.
Probabilmente non se lo aspettava.
E faceva bene.
Non lo lasciai neanche replicare, se avesse voluto farlo, che uscii da quel posto fiera di quello che avevo fatto. Se Matt credeva che ero la solita ragazzina che crede al bacio con il principe azzurro, si sbagliava di grosso.
Matt si era appena fatto una nemica.
Non importa a quali rischi devo correre, ma una cosa è certa:
Marie Jefferson non si fa mettere i piedi in testa a nessuno.Angolo autrice:
Boom! Colpo di scena, anzi dovrei dire colpo di schiaffo hahaha...
Marie è una tipa tosta eh? Matt ha trovato pane per i suoi denti.
Secondo voi Matt ha davvero fatto la scommessa oppure ha falsificato tutto Ashley? Chi lo sa... lo scopriremo a breve..
Fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto e ditemi se ci sono errori.
Buona festa delle donne!♥♥♥
-A
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Un amore invincibile
Teen FictionMarie Jefferson, una ragazza di 17 anni catapultata in una nuova vita dove non conosce niente e nessuno se non la forza di andare avanti. A New York incontrera' nuovi amici, nuove antipatie e forse chissa' se trovera' l'amore? Lo scoprirete solo leg...