Capitolo 18.

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Me ne andai da quello sgabuzzino non potendo più guardare Matt negli occhi.
Quegli occhi che mi hanno incantato sin dalla prima volta che hanno incontrato i miei.
Forse, quella era ľ ultima volta che li potevo guardare.
Perché ď ora in poi non avrei lasciato che mi abbindolasse con le sue iridi tanto belle ma allo stesso tempo confusionarie.
Confusionarie perché ci sono talmente tante sfaccettature di quelle iridi che forse neanche lui sa quale sia la faccia giusta.
Penso a questa cosa perché ci vedo Matt.
Matt ha tante faccie: quello del puttaniere in primis, del ragazzo gentile con i suoi amici, del ragazzo dolce con cui sono stata in compagnia e di quello a cui non importa niente di nessuno.
Ma il punto è che neanche Matt sa quale sia più il suo carattere.
Ha indossato talmente tante volte queste maschere, che alla fine avranno la meglio loro se Matt continua ad usarle.
È per questo che cerco in tutto e per tutto di essere me stessa.
Non voglio essere falsa con le persone; se mi stai simpatico bene, se mi stai sulle palle non ti cerco.
Per me non esistono vie di mezzo.
Mi sono promessa a me stessa che non sarei mai cambiata per nessuno. O mi accettano per come sono, o se ne fanno una ragione. Non gli vado mica a correre dietro.
Sono loro che ci perdono, non io.
Che senso ha fingere di essere una persona diversa da quello che sei, solo per piacere a chi ti sta accanto?
Forse è per questo che al mondo esistono così tante persone false.
C'è chi lo fa per non essere escluso dal tuo gruppo di amici.
Chi perché non gli piace più quello che vede al riflesso dello specchio.
E chi subisce offese pesanti da persone le quali non vanno neanche la pena di ascoltare.
Questo succede a contatto con la gente, parlando e conoscendo.
Forse ora capisco la famosa frase:
I veri nemici siamo noi stessi.

Era suonata da poco la campanella e questo stava a significare solo una cosa:
Cibo.
Avevo talmente tanta frase che avrei potuto azzannare uno di questi studenti.
Marie passione lupo mannaro.
Lo faresti anche tu se avessi fame.
Sono la tua voce interiore. Non posso avere fame.
Non sai che ti perdi.
Io mi nutro delle tue stupidaggini.
Ha. Ha. Ha. Che simpatica che sei.
Grazie.
Questa mattina c'erano le lasagne, petto di pollo, insalata e torta di mele.
Presi su tutto due porzioni, tranne ľ insalata.
Quella era salutare.
Andai a sedermi nel solito tavolo infondo con i mie amici.
Stranamente Matt ed Ashley non c'erano. Forse il primo se ľ era presa per come avevo reagito prima.
Oppure erano tutti e due a fare tonki tonki.
Cioè, io preferirei mangiare. Sia chiaro.
"Heila ragazzi!" Salutai Carl, Jay e Jennifer per poi sedermi vicino a quest' ultima.
"Ciao Marie." I tre ritornarono a mangiare dai loro vassoi.
Carl, ad un certo punto, alzò la testa di scatto, come se avesse appena ricevuto un' illuminazione.
"Jay, ragazze, ho sentito che stasera inaugurano una nuova pizzeria nella quindicesima. Si chiama Lino's. Fanno la pizza italiana, quindi ci dovremmo proprio andare."
Carl era davvero eccitato di poter mangiare la pizza italiana.
Io non ľ avevo mai assaggiata e devo dire, che sono curiosa di sapere se è buona come tutti dicono.
Ci accordammo di andare tutti con la macchina di Jay verso le 20:00.
Stavo andando verso la mia prossima lezione, quando in lontananza vidi Matt ed un' altra ragazza entrare nel bagno.
Mi stavano facendo vomitare tutto il pranzo se penso a cosa faranno.
Ero delusa dal suo comportamento.
Non so, sento una strana sensazione. Come se quello che Matt sta facendo mi fa sentire male, come se dentro di me si fosse rotto qualcosa.
Ma sono sicura che a me non interessa minimamente Matt, e se quando ľ ho baciato ho sentito quelle sensazioni, può darsi che ero in astinenza.
Certo, certo. Continua a mentire a te stessa.
Non sto mentendo.
Sì, e io sono Beyoncé.
In effetti, noto qualche somiglianza sai?
Ci rinuncio a parlare con te.
Le ultime due ore avevo matematica e inglese.
Spero di riuscire a stare sveglia, sto morendo di sonno.

******

Ah che bello! Finalmente a casa! Non ne potevo più di stare 5 ore a scuola.
I miei, come sempre, erano al lavoro quindi impostai la sveglia alle 19:00 per potermi preparare per uscire.
Dopodiché, mi abbandonai ad un sonno ristoratore ancora con i vestiti della giornata addosso.

I remember years ago
Someone told me I should take
Caution when it comes to love, I did
And you were strong and I was not
My illusion, my mistake
I was careless, I forgot, I did.

Le note di Impossible di James Arthur rimbombarono nella stanza, facendomi capire che è il momento di alzarsi.
Spensi la sveglia e andai in bagno per lavarmi insieme al mio amato bagnoschiuma al cocco.
Di solito ci mettevo poco tempo a prepararmi, quindi non avevo ľ ansia di essere in ritardo.
Cercai di rilassarmi e di non pensare a niente.
Stasera non volevo pensare a Matt.
Non si meritava neanche che io lo nominassi.
Stasera c' erano solo i miei amici.
Quando constatai che era passato abbastanza tempo nella vasca, uscii e mi asciugai il corpo con il mio accappatoio.
Andai in camera per decidere cosa indossare; era una serata in compagnia di amici in una pizzeria.
Così indossai un paio di leggins neri, un maglione bianco di quelli con i buchi e leggero, sotto una canottiera nera ed infine le Superstar.
Mi truccai con mascara e eyeliner.
Ormai ero diventata un' esperta a metterlo.
Presi borsa e telefono e scesi in salotto per avvisare ai miei genitori che uscivo.
Mamma stava preparando la cena, mentre papà stava guardando la partita della sua squadra del cuore.
"Miei diletti, stasera vado in pizzeria con i miei amici. Va bien?"
Non so perché chiedevo conferma, tanto mi ci avrebbero mandato comunque.
Mamma si girò verso di me e mi sorrise.
"Vai pure tesoro."
La salutai con un bacio nella guancia e papà con un 'ciao'.
Quando guardava una partita non doveva essere disturbato.
Uomini.
Arrivata a casa dei fratelli li trovai vicino alla macchina che parlavano.
Probabilmente mi stavano aspettando.
"Ehy ragazzi!"
Si girarono verso di me e smisero di parlare.
"Ehy Marie, andiamo che Carl ci sta aspettando alla pizzeria. Stava prenotando il tavolo."
A parlare fu Jay  che intanto stava andando a sedersi al posto del guidatore.
"Va bene."
Durante il tragitto ascoltammo delle canzoni alla radio, mentre io e Jennifer ci scambiavamo opinioni su un ragazzo figo che stava passando per la strada.
E figo per lui era davvero un eufemismo!
Jay era infastidito da quella conversione e se ne uscii con un:
"Io sono meglio di quel biondino."
Io e la mia amica ci guardammo un attimo e scoppiammo a ridere alľ unisono, come a voler constatare che quello che diceva Jay era una battuta.
"Arrivati."
Quando uscimmo dal veicolo una luce al neon rossa si rifletté sui miei occhi.
C'era scritto LINO' S.
Entrati in pizzeria sentii subito un odorino di pizza invadermi le narici.
Avevo già fame.
Carl, quando ci vide, ci fece segno con la mano di andare al nostro tavolo.
Era vicino alla vetrina, come piaceva a me.
"Questo posto è davvero bello."
In effetti non si poteva contraddire Jennifer.
Era addobbato con delle bandierine lungo le pareti di legno, i tavoli erano rettangolari e anch'essi di legno accompagnate da delle panche.
Il menù era davvero vario: c'era pizza con il salame piccante, con würstel, margherita, ai quattro formaggi, focaccia, con le olive nere, ripiena e chi più ne ha più ne metta.
Alla fine ordinai per una pizza con salame piccante e una lattina di coca-cola.
Jennifer prese una pizza margherita, Jay ai quattro formaggi e Carl con i würstel.
Per il resto della serata lo passammo chiaccherando e facendo battute sulla gente che entrava e usciva dalla pizzeria.
Mi sentivo bene in loro compagnia.
Mi facevano sentire viva.

Angolo autrice:
Capitolo brutto e di passaggio. Ma oggi ero talmente stanca che è un bene se ho finito il capitolo in tempo.
Spero che vi sia piaciuto e ditemi se ci sono eventuali errori.
Baci ♥
-A

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