Capitolo 25.

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Corro via.
Non so dove sto andando, ľ importante è allontanarmi da quegli occhi.
Gli ho confessato che mi piaceva.
È stato così strano da dire.
Dopo due mesi sono riuscita ad  "aprirmi" con Matt.
Eppure se ci penso, io non so niente di Matt.
So solo le cose superficiali su di lui.
Non posso non pensare alla sua faccia quando gli avevo detto quelle cose.
Sembrava sbigottito.
Per un attimo aveva perso quella maschera di indifferenza che usa con tutti.
Io invece vorrei che quella maschera per lui non esistesse per niente.
Non c'è niente di peggio dell' indifferenza.
In un primo momento mi sentivo triste; è davvero difficile vedere la persona che ti piace tutti i giorni con altre ragazze.
Sapere che tu per lui non sarai mai cosa è per te.
Perché a noi ragazze piacciono i ragazzi stronzi?
Quelli tranquilli e dolci sarebbero perfetti.
Ora mi viene in mente una citazione tanto famosa:
Ci innamoriamo sempre di chi di amore non ne ha mai voluto sapere.
Ma ora quel senso di tristezza e frustrazione viene sostituito dalla consapevolezza di essere stata illusa.
Mi sento una vera stupida!
Sapevo che Matt non era un tipo da relazione.
Io invece mi sono lasciata trasportare dalla sua aria da cattivo ragazzo.
Se non ľ avessi baciato forse ora non sarei in questo stato.
Ma la vita non la programmiamo noi.
Per quanto questo possa essere possibile, il destino stravolgerà tutto.
Sta a te decidere se in meglio o in peggio.
Ma a cosa stavo pensando quando ho fatto quel discorso?!
Credevo che anche lui mi dicesse:
"Anche tu mi piaci."
Lo speravo veramente?
Ma che film mentali mi facevo?!
Sono un'illusa.
Lui mi ha illusa.
Ero solo un giocattolo per lui.
Ed io mi sono resa dimostrata ridicola davanti ai suoi occhi.
Quegli occhi che mi hanno stregato fin dalla prima volta.
Quello sguardo misterioso e intrigante che fa cadere tutte le ragazze ai suoi piedi.
Ora starà ridendo.
Ride perché io sono ľ ennesima ragazza ed illusa che si è dichiarata.
Ride perché sa che io non gli piacerò mai.
Vale la pena lottare per Matt?
Non lo so.
So solo che volevo che lui mi rincorresse.
Come succede nei film e nei libri.
Ma questa è la realtà.
Matt non mi ha cercato.
E non vedo perché dovrei farlo io.
Voglio solo dimenticarmi di lui.
Cancellarlo come si fa con la gomma.
Ľ avrei fatto. Se solo esistesse una gomma capace di cancellare le persone.
Sono seduta sul sedile della mia macchina. Non guido, semplicemente penso. Ho talmente tanti pensieri che faccio fatica a concentrarmi solo su uno.
In questi casi, si tende ad ubriacarsi.
Bere fino a quando non ricordi nemmeno il tuo nome.
Io invece non cado così in basso per un ragazzo.
Siamo nel ventunesimo secolo, e di ragazzi belli ce ne sono a bizzeffe.
Perché deprimersi su uno, quando ho tutta New York a disposizione.

Non mi ero accorta del tempo trascorso, fino a quando gli studenti della Classical High School sono usciti dall' edificio, contenti di ritornare a casa.
Con lo sguardo cerco Jennifer e la trovo intenta a mandare un messaggio sul telefono.
Decisi di scriverle per passare una giornata tra amiche.
Ci voleva proprio.
"Ehy Marie, problema con un ragazzo?"
Jen prese posto sul sedile passeggero e appoggiò lo zaino ai suoi piedi.
"Come lo hai capito?"
Questa ragazza mi legge nella mente.
"Quando una ragazza vuole trascorrere una giornata tra amiche, senza preavviso, vuol dire che c'è un problema.
Il 95% questo problema è un ragazzo.
Quindi voglio sapere tutto!"
"Non dirmi che leggi quelle riviste da adolescente in preda agli ormoni, Jen! Sono orribili!"
Ma d'altronde da Jennifer ci si può aspettare di tutto.
Mi stava guardando impaziente di raccontarle ľ accaduto.
Mi arresi e cominciai a parlare.
Parlavo come un robot.
Non mi suscitavano più niente quelle parole.
Era come se fossero registrate nel mio cervello e si ripetessero come un disco incantato.
Nel mentre, mi avviai verso il centro commerciale. Ottimo per fare shopping e per trovare ragazzi carini.
Probabilmente il mio atteggiamento poteva sembrare un po' da troia, ma al contrario di loro, non sarei mai andata a letto con uno sconosciuto.
"Che grandissimo pezzo di merda! Mi stupisco ancora che siamo a questi livelli! Nel ventunesimo secolo si dovrebbe capire che quando una ragazza scappa dopo una confessione, tu devi rincorrerla! Ancora non ci credo!"
Jen era abbastanza adirata dalla situazione. E come darle torto.
"Jen, grazie per avermi ascoltata ma ora non voglio più sentire il nome di 'quello'. Andremo al centro commerciale a caccia di vestiti e ragazzi."
"Uuuhh! Mi piace la tua versione del 'non-pensiamo-più-a-quello'. Di solito ora le ragazze avrebbero guardato un film strappa lacrime mentre mentre si affogavano di gelato. Per carità, il gelato è vita, ma se usato in casi 'utili' diciamo."
Per la prima volta in questa giornata, avevo riso. Jen riusciva sempre a strapparti un sorriso con le sue battute.
"Sì beh, io non sono quel tipo. Non mi voglio ridurre in quello stato per un ragazzo. Ho solo bisogno di non pensarci.
Perciò cambiamo argomento... come va tra te e Jace?"
Ammiccai con un sorrisetto malizioso e subito Jen arrossì.
Era davvero dolce.
"Beh.. ecco.. lui mi aveva scritto.. per scusarsi del suo 'comportamento'.. cioè che era scappato via... e.. mi ha detto che prova qualcosa per me... ma non sa ancora cosa.. cioè è confuso.."
Mentre parlava era davvero in imbarazzo e le guance ormai stavano andando a fuoco. Se fa così quando parla di lui, sono curiosa di sapere che reazione ha avuto mentre la baciava.
"È ufficiale. I ragazzi di oggi sono tutti cafoni!"
"Concordo con te amica!"
Jen mi batté il cinque con la mano, mentre scendevamo al più grande centro commerciale di New York:
TIME WARNER CENTER.
Qui c'erano le marche più costose e di conseguenza quelle più belle.
Ma tra l'altro, sia io che la mia amica, ce lo potevamo permettere.
Entrambe eravamo attratte dalla vetrina di Swarovski. Così siamo entrate alla ricerca di qualcosa di bello.
Ero stata subito attratta da un orologio riposto nella vetrina: era d'oro, con dei piccoli diamanti incastonati nel cerchione.
Dovevo prenderlo.
Alla cassa c'era un ragazzo sulla ventina che stava digitando qualcosa al computer.
"Buongiorno, vorrei comprare quell'orologio d'oro che è nella vetrina."
Il ragazzo alzò lo sguardo dal computer per incrociare il mio.
Aveva gli occhi di color grigio.
Erano... Wow!
E non erano solo quelli wow!
"Certo, mi segua."
Si alzò dalla sua postazione per dirigersi a prendere ľ oggetto da me richiesto.
"Questo?"
Mi ripresi dal mio stato di trance, e per non essere beccata mentre lo fissavo, gli risposi subito.
"Sisi."
"Perfetto, il suo costo è di 350 dollari. Spero non sia un problema."
Mentre attendeva una mia risposta si era passato una mano tra i suoi capelli biondi.
Dio. Era la perfezione in persona.
"No no, ecco a te."
Gli diedi i soldi che avevo nel mio borsello e quando mi lasciò il resto ero felice nel constatare che mi aveva appena dato il suo numero di telefono. Si chiamava Carter.
Di certo lo avrei chiamato!

*****

Il resto del pomeriggio lo avevamo passato in giro per i negozi a comprare e a mangiare.
Nessun pensiero negativo aveva preso il sopravvento nella mia mente.
Ero talmente stanca che non avevo neanche cenato.
Ero subito crollata a dormire con il sorriso stampato in faccia.

Angolo autrice:
Holaaa!! Avevo iniziato a scrivere il capitolo giovedì ma non sono riuscita a finirlo. Poi venerdì ero in gita quindi ho aggiornato oggi!
Quello nei media è Carter ;)
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e fatemelo sapere nei commenti!
Baci♥♥
-A

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