Driiiiin
No. Non sono pronta. Non ce la faccio ad affrontare un altro giorno tra quei banchi, tra quei professori svitati, tra compagnie sgradevoli.
Ľ ultimo riferimento era, se non si era capito, riferito a Matt ed a Ashley.
Ero ancora mezza rincoglionitia, ma la mia mente andava subito a pensare a Matt.
Ma è una punizione questa? Che razza di cervello ho? Più volte ho pensato di cercare uno psicologo. Ma poi ho scartato ľ idea pensando che potrebbe scappare a gambe levate.
Non riuscivo ad alzarmi...
Era più forte di me; cioè, spiegatemi per quale motivo ancora non spiegabile bisogna abbandonare il letto comodo e caldo, per alzarsi, patire il freddo e fare incontri poco piacevoli.
Solo per andare a scuola.
Tralasciando poi il fatto che oggi ho le prime due ore greco. E sono anche interrogata.
Il suicidio.
"Marieeeee!! Alza subito quel culo e preparati! È tardi!"
Mio padre e la finezza sono due cose che non si incontreranno mai.
Avevo preso da lui questo modo di 'essere'.
"Papà, ti voglio tanto bene.."
Cercai di dissuaderlo dalľ idea di non farmi andare a scuola, implorandolo con gli occhi dolci.
I suoi occhi verdi mi fissavano, sapendo già quale sia la sua risposta.
"Marie, questa scusa non funziona più da anni ormai. Quindi..."
Lasciò la frase in sospeso e, con un movimento veloce delle mani, mi tolse le coperte di dosso, facendomi provare il freddo alla mancanza delle mie calde coperte.
Che ingiustizia però!
"Papàààà! Non ho voglia di alzarmi!"
Sembravo una bambina alla quale avevano rotto il suo giocattolo preferito.
In questo caso il letto.
"Non voglio sentire altre storie! Fila a prepararti che fra mezz' ora devi essere a scuola.
Guardai il display elettronico della sveglia e constatai che era davvero tardi.
Le cifre rosse e digitali che segnavano ľ ora, occuparono il mio campo visivo: 7:40.
Mi alzai di scatto precipitandomi verso ľ armadio. Presi i primi vestiti che trovai, ovvero un paio di jeans attillati della Calvin Klein e una maglietta corta a maniche lunghe con righe bianche e nere.
Cercai di sistemare i miei capelli alla bell' e meglio, mi truccai con un filo di mascara per non far sembrare che mi ero appena svegliata.
Mentre infilavo le Superstar cercai di scendere le scale.
Un' impresa davvero ardua, considerando che i piedi mi servivano per camminare. Quanto potevo essere intelligente?
Finalmente te ne sei accorta.
Non mi sei ď aiuto tu. Quindi taci.
Mia madre aveva preparato i suoi pancake speciali con cioccolata calda. Oggi era di buon' umore.
Certo, mi pareva giusto. Quando a tavola c' era tutto quel ben di Dio, io dovevo essere in ritardo.
Sennò perché fai parte del gruppo MAINAGIOIA?
Anche tu hai ragione.
"Buongiorno mamma!"
"Buongiorno Marie, che dici se oggi ti accompagno a scuola? Così puoi mangiare i pancake per bene. So quanto ti piaccio."
Mia madre mi fece ľ occhiolino ed io, stranita da tutta questa bontà, acconsentii mentre addentavo un pezzo di pancake sciroppato.
"Ma, perché sei così di buon'umore oggi?"
Lei spostò gli occhi dal suo cellulare per alzare lo sguardo e sorridere felicemente.
"Sai, volevo aspettare il pomeriggio, ma mi hai sgamata. Comunque stasera c'è una festa di beneficienza da dei amici di papà. E volevo che venissi con noi."
Una festa di beneficienza era un buon gesto da fare.
Ma non riuscivo a stare in mezzo a quelle persone così altezzose che ti guardavano dall'alto verso il basso.
Si sentono come se avessero il controllo del mondo nelle loro mani.
Gente odiosa. E per di più dovevi fingere di essere gentile, solo per non fare brutta figura.
Mi immagino io che sputo in faccia ad un signore e la mia faccia sui giornali: 'la figlia di Christofer George Jefferson ha emesso la saliva ad un uomo che cercava di tenere una conversazione con lei. Conseguenze: viso appiccicoso e saliva ovunque.'
Sì beh, facevo sani ragionamenti la mattina.
Fini di mangiare i miei ultimi pancake mentre mia madre mi informava da chi si sarebbe svolta il party.
Casa Gray.
Questo vuol dire che avrei passato una serata in compagnia di Jay e Jennifer. Almeno non ero da sola.
"Grazie mamma per il passaggio."
La salutai con un bacio sulla guancia che ricambió.
Uscii dalla macchina e corsi fino al mio armadietto per posare i libri delle altre lezioni. Mancavano solo due minuti alľ inizio, e il professore di greco non accettava ritardi.
Non avevo avuto il tempo di salutare nessuno per via del ritardo, e di conseguenza non avevo ancora visto nessuno.
Entrai contemporaneamente con il professore che si sedette sulla sua sedia e cercava di fare ľ appello.
Notai la presenza di Matt nella seconda fila vicino alla finestra.
Aveva lo sguardo rivolto ad essa, sembrava non fare caso al baccano che si stava svolgendo in classe.
Non lo avevo mai visto così.
Sembrava un' espressione così solitaria, come se volesse per un attimo staccare la spina e concentrandosi solo sul suo mondo.
Non trovando altri posti, mi posizionai dietro di lui che, nonostante il professore avesse iniziato a spiegare, era ancora assorto nei pensieri fissando il mondo fuori dalla finestra.
Volevo poter scavare la sua mente per capire cosa lo affliggeva così tanto da essere assente.
Io sono qui a farmi mille idee su cosa possa rendere triste Matt, non capendo un' accidenti ľ argomento della lezione.
Lui mi ha ferita, ed io sto pensando al suo stato d'animo. Nonostante tutto, io penso ancora a lui.
Lui che non si merita nemmeno la mia parola.
Lui che non si merita nemmeno che io lo pensi.
Lui che mi definisce 'una delle tante'.
Lui che mi ha venduta per una stupida scommessa.
Lui che mi ha mentito davanti agli occhi.
Quegli occhi che mi trasmettevano così tante emozioni, che finivo per perdermici dentro.
Quelle labbra così paradisiache che avrei potuto baciare fino allo sfinimento, se solo avessi potuto avere ľ opportunità.
Quegli occhi, quelle labbra, il suo modo di essere, che avevano preso il controllo della mia mente.
Non facendomi ragionare per bene quando c'era lui nei paraggi.
Era come un radar per me.
Qualcosa che appena vedi capti subito, sbagliato o giusto che sia.
E stava a me decidere se la vicinanza di Matt sarebbe stata giusta o meno.Angolo autrice:
Capitolo brutto lo so, ma volevo che sia di introduzione al prossimo capitolo dove si svolgerà la festa.
E il prossimo ancora si scoprirà la verità. Tan tan taaaaan...
Per gli aggiornamenti, aggiornerò due o tre volte tra il lunedì e il venerdì, poi il fine settimana aggiornerò solo una volta.
Ci ho provato a farlo tutti i giorni, ma certe volte sono talmente stanca che mi viene un capitoli brutto come questo.
Quindi probabilmente aggiornerò o lunedì o martedì.
Fatemi sapere se la storia vi sta piacendo e ditemi che ne pensate a proposito della scommessa.
Baci ♥♥
-A
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Un amore invincibile
Teen FictionMarie Jefferson, una ragazza di 17 anni catapultata in una nuova vita dove non conosce niente e nessuno se non la forza di andare avanti. A New York incontrera' nuovi amici, nuove antipatie e forse chissa' se trovera' l'amore? Lo scoprirete solo leg...