Capitolo 27.

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POV'S MATT

Non so più cosa fare.
Che diamine devo fare con quella ragazza??
Non me ne è mai fregato niente quando le altre venivano da me e si dichiaravano.
Le ignoravo e se ne facevano una ragione.
Ora non so perché ma sento una strana sensazione alla pancia ogni volta che mi guarda.
Anche se non lo fa spesso, certe volte la becco a fissarmi e non so se è una cosa positiva.
Marie mi stava cambiando.
Inconsciamente, mi stava cambiando.
Come poteva lei, che conoscevo appena, cambiarmi così in fretta?
Cos'ha di speciale?
Dopo che quello che mi aveva detto, è passata una settimana e io non sono riuscita a parlarle.
Tralasciando il fatto che mi evitava, cosa le dovevo dire?
Io non so più chi sono! Figuriamoci se so se provo qualcosa!
Se le devo parlare, devo essere sicuro di quello che le dico.
Non sapevo più dove sbattere la testa, cazzo!
Quella Marie mi stava mandando in tilt il cervello!
Perché non posso stare tranquillo?
Ho sempre qualcosa di cui preoccuparmi...
Mia madre, mia sorella, e ora ci si mette anche Marie.
Ma si dai! Qualcun'altro si vuole aggiungere? Tanto uno in più, uno in meno non fa differenza!
Ecco. Ora mi metto anche a farmi delle domande da solo.
Mi sto vergognando di me stesso.
Se solo fossi stato più distaccato con lei, forse non avrebbe provato quei 'sentimenti'.
Ma ormai era fatta.
Non potevo tornare indietro.
Che vita di merda facevo.
A scuola era un disastro, a casa non ne parliamo...
Avrò anch'io la mia pace?
Cosa ho fatto di male per finire in questa situazione di crisi?!
E non mi riferisco solo a Marie...

Oggi era lunedì ed avevo intenzione di parlare con la ragazza che aveva mandato a farsi fottere il mio cervello.
Sì certo, perché tu ce l'hai un cervello...
Oggi non sono dell'umore giusto.
E quando mai lo sei.
Era suonata la campanella dell'inizio delle lezioni ma ero determinato a parlare con Marie.
Ora o mai più.
Stava mettendo i libri dentro l'armadietto e, approfittando che il mio fosse vicino, mi avvicinai cautamente come se da un momento all'altro dovesse succedere qualcosa di terribile.
"Marie, dobbiamo parlare."
Lei si girò verso di me scocciata dalla mia presenza, suppongo..
"Ciao io sto bene, grazie per avermelo chiesto."
Mi mostrò un sorrisetto sarcastico che le metteva in evidenza quelle adorabili fossette.
"Di niente. Sono serio e non mi importa se ora iniziano le lezioni. Dobbiamo parlare."
Spero che questa volta mi ascolti.
Mi lanciò un'occhiata diffidente ma alla fine rispose.
"Okay, okay. Che vuoi?"
Già era tanto se stava parlando con me, per le buone maniere dovevo ancora aspettare.
La presi per un braccio e la trascinai in uno sgabuzzino.
Lo stesso in cui ci eravamo baciati.
Che ricordi.
Accesi la luce in modo da poterla guardare in quegli occhi stupendi che si ritrova.
Incrociò le braccia al petto e mi intimò a parlare.
Cercai di non apparire nervoso e presi parola.
"Allora.. sì beh.. ecco.. riguardo a quello che mi hai detto in fatto di.. sì beh.. hai capito.. io sono rimasto scioccato perché non me l'aspettavo. Non mi aspettavo nemmeno di poter pensare a te per un tempo così lungo.  Potrò sembrarti sdolcinato ma è tutta la settimana che non faccio altro che pensare a te.
È frustrante sai? Provare a non pensare ad una persona quando non sai nemmeno cosa si prova.
Se tu non mi avessi colpito fin da subito, probabilmente ora ti starei ignorando. Ma cazzo! Non riesco a ignorarti è più forte di me!
Io.. mi dispiace sapere quello che provi per me.. perché io non posso essere il ragazzo che tu desideri.. tu meriti di meglio. Non so che sentimenti provo per te ma so una cosa.
Mi stai cambiando Marie. E io non sono abituato a questo tipo di cambiamenti. Non voglio che tu stia male per uno stronzo come me.
Non credere che di te non me ne freghi niente. Perché mi sei entrata dentro così in fretta che non ci capisco più niente.
Perdonami se ti ho fatto piangere."
Non sapevo nemmeno io da dove avessi tirato fuori questo discorso ma ora mi sentivo più sollevato.
Marie stava tenendo lo sguardo fisso su di me con le lacrime agli occhi.
Era terribilmente irresistibile.
Sembrava una cucciola indifesa con quegli occhioni.
"Matt.. io non so che dire.. mi aspettavo un discorso del tipo: ' io non ti ricambio' e cose così. Mi hai stupita, davvero. Ora che abbiamo chiarito mi sento più tranquilla, diciamo. Quando avrai chiarito con te stesso sarò la prima a saperlo vero?"
"Certo. Sarai la prima."
Quella stanza così poco luminosa sembrava brillare grazie ai nostri sorrisi.
Erano sorrisi sinceri.
Sorrisi che avrebbero rimpiazzato fiumi di parole inutili.
Sorrisi che ti riscaldavano il cuore solo a guardarli da lontano.
Marie aveva questo potere.
Mi rendeva felice.
Come nessuno aveva mai fatto.
E le ero grato per questo.

Angolo autrice:
Sono vivaaaa!! Scusatemi per il ritardo ma in questi giorni ero impegnata con la gita e alcune cose mi hanno fatte perdere l'ispirazione... ma ascoltando la mia playlist di canzoni depresse ho aggiornato questo capitolo seppur cortino ma intenso.
Fatemi sapere nei commenti se vi è piaciuto. :)
Baci♥♥
-A

Un amore invincibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora