Relieved

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Esito per un po' prima di suonare il campanello. Non so perché, ma sono nervoso. Aspetto un bel po' prima che la porta si apra. Un Taehyung assonnato e con i capelli disordinati mi apre la porta. Appena mi vede smette di stropicciarsi un occhio e mi guarda con sorpresa.

«Ma che cazzo...» sussurra mentre mi fissa.

«Posso entrare?»

Esita un momento, ma dopo si sposta per farmi passare. Entro nell'appartamento, che puzza di patatine, stando immobile in mezzo al soggiorno.

«Uhm... Siediti» borbotta lui con la voce assonnata quando mi raggiunge.

«Okay.» Faccio come mi dice e mi siedo sul divano malconcio.

«Uh... Scusa il disordine» dice lui a disagio, sedendosi sul divano sull'altro estremo rispetto a me.

La tensione è palpabile nell'aria. Decido quindi di alleggerirla parlando.

«Ti starai chiedendo perché sono qui.» Faccio una pausa per guardarlo mentre alza un sopracciglio, ma non mi guarda. A quel punto non mi trattengo più. «Senti, io non so perché tu mi odi così tanto, io non ti conoscevo nemmeno quando hai iniziato a torturarmi. Questo però non vuol dire che io debba giudicarti, perché avrai le tue buone motivazioni per odiarmi. Non so cosa ti ho fatto e mi scuso per qualsiasi cosa che ho forse inconsciamente fatto, non voglio che tu porta rancore nei miei confronti. Comunque l'altro giorno non ti ho fermato per deriderti o qualcosa del genere, ero solo preoccupato. Non lo dico per dire, ero preoccupato davvero. Poi non ti ho più visto e ho pensato che la colpa sia stata mia e non ce la facevo più a sopportare i sensi di colpa, quindi eccomi qui» dico tutto d'un fiato.

Non sentendo nessuna risposta, mi giro a guardarlo, notando il suo sguardo fisso su di me.

«Io... Non ti ho mai odiato» sibila.

«Cosa?» dico sconvolto.

«Non ti ho mai odiato, io... Mi dispiace.»

Rimaniamo entrambi in silenzio per un po' di tempo.

«Non capisco» rompo il ghiaccio.

«Perché non sei arrabbiato con me? Perché mi tratti così? Io ti ho sempre trattato male e tu ora mi dici che ti sei preoccupato per me... Sono io quello che non ha capito» dice frettolosamente.

«Perché avrei dovuto essere arrabbiato? Semmai il contrario.»

«I-io...» balbetta. Poi sospira. «Ti avevo detto di starmi lontano.»

«Si ma sono giorni che non vieni a scuola e ai tuoi amici non importa granché, quindi ho pensato che avrei dovuto vedere se stessi bene...»

«Ma che te ne frega? Posso anche morire, a te che importa?» sbotta, un cipiglio sulla fronte.

«Mi frega eccome» rispondo offeso.

Anche se non sa che lo sogno ogni notte come un angelo nero, deve sapere che a me importa di lui. Perché si, mi ci sono affezionato. Può sembrare una cosa assurda tenere così tanto a un ragazzo che ti bullizza da più di tre mesi, ma quando ho visto che piangeva ho avuto la conferma che ciò che faceva è solo una reazione per qualcosa che gli sta succedendo e la curiosità di conoscere tutto ciò mi ha reso interessato a questo ragazzo biondo e ai suoi segreti intoccabili.

Lui mi fissa, le sue guance diventano più rosee dopo un po'. Poi distoglie lo sguardo in malo modo, con un fare arrabbiato all'improvviso.

«Ho bisogno di stare da solo. Potresti...»

«Oh, sì certo.» Mi alzo dal divano, ma prima di andarmene, mi giro nuovamente verso di lui, che mi sta guardando. «Verrai domani a scuola?»

«Non- non lo so, credo di sì» borbotta, distogliendo lo sguardo.

Appena esco dall'appartamento sento che un grosso peso si sia tolto dal mio petto. Mi sento molto meglio.

«Spero di aver risolto le nostre divergenze venendo a trovarti, Taehyung.»

Dark AngelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora