Una fitta fortissima allo stomaco mi costringe ad alzarmi dal letto. Per quanto ho dormito? Probabilmente è già mezzogiorno. Che importa, comunque?
Mi alzo dal letto e vado in cucina. Apro il frigo e prendo il latte, ma la scatola è vuota. Non è rimasto nulla. Sbuffando, chiudo il frigo e cerco delle patatine nella credenza. Ormai mangio solo patatine. Non ho voglia di andare al supermercato per comprare qualcosa di salutare, quindi andrò avanti così per un po'.
Mi metto sul divano con il pacco di patatine sulle gambe e accendo la televisione. Faccio zapping fra i canali, ma non c'è nulla di interessante da guardare, quindi la spengo.
Le mie giornate trascorrono noiose e incredibilmente lente. Sono giorni che non vado a scuola. Non importa se chiameranno i miei, facessero pure. Tanto questo comporterebbe solo a trasferirmi da qualche altra parte. Non cambierebbe nulla lo stesso.
Mentre mi intrattengo facendo cadere le patatine dall'alto con la testa piegata all'indietro, qualcuno suona alla porta, facendomi cadere una patatina in testa. Me la scrollo di dosso e, sbuffando, vado ad aprire. Probabilmente sono i miei. Il preside ha fatto in fretta ad avvisarli.
Strabuzzo gli occhi quando invece mi ritrovo qualcun'altro davanti la porta: Taehyung.
«Che vuoi da me?» dico, iniziando a irritarmi.
«Perché non stai venendo più a scuola?»
«Cosa te ne importa?» Sto quasi per chiudergli la porta in faccia.
«Mi importa eccome.»
Alzo gli occhi al cielo, sbuffando, poi faccio per chiudere la porta, ma lui la blocca.
«Devo parlarti di una cosa importante.»
«Non mi importa.»
«Come no? Prima morivi dalla voglia di curiosare nella mia vita e ora non ti interessa più?» dice alzando un sopracciglio.
«No grazie. Ora se ti dispiace-»
«Ti prego.» La sua espressione mi ricorda tanto quella dell'angelo nero, non posso chiudergli la porta in faccia.
Apro di più la porta e lui entra in fretta, come per paura che potessi chiudergliela di nuovo in faccia. Devo ammettere che l'avrei fatto però.
Lo raggiungo in salotto. Si è seduto sul divano e si sta guardando le mani.
«Quindi?» chiedo a braccia incrociate.
Alza la testa di scatto, mentre io lo guardo inespressivo.
«Volevo chiederti scusa. I-io non intendevo quelle cose che ti ho detto. È solo che... Non volevo avvicinarti a me. Solo dopo mi sono accorto che ho peggiorato solo le cose. Mi sentivo in colpa.» Rimango in silenzio. «Voglio raccontarti la verità.»
«Ti ascolto.» Lo incito.
«Io non ti ho mai odiato, anzi. Quando ti ho visto la prima volta a scuola volevo fare subito amicizia, ma più ti guardavo più mi accorgevo di volere di più. Non sapendo a chi dirlo, l'ho detto ai miei, pensando che mi avrebbero supportato in ciò che facevo, invece entrambi mi hanno guardato con disgusto e mi hanno cacciato di casa, dicendomi di ritornare quando sarò sposato con una ragazza, non...» Fa una pausa, poi continua: «u-un ragazzo.»
Spalanco gli occhi. Significa che anche a lui piacciono i ragazzi? Allora perché tutte quelle scuse?
«Mi sentivo malissimo, pensavo di essere sbagliato, di non dover nemmeno esistere... Era un periodo buio per me e non volevo dirlo in giro. Poi ho sentito questa voce in giro che a te piacciono i ragazzi e all'inizio ne ero felice, ma dopo ho avuto questo pensiero egoista che se non potevo averti io, non poteva averti nessuno. Ecco perché ti picchiavo. Mi dispiace moltissimo» dice con lo sguardo basso. È molto nervoso, ma io sono contento che finalmente si sia aperto.
Non sono arrabbiato con lui, ma provo un po' di disgusto per i suoi genitori. I miei sanno che a me non piacciono le ragazze, ma non ne hanno fatto un dramma. Solo per questo posso dire di avere dei genitori comprensivi, ma non posso dire che siano responsabili.
«Ma perché proprio io?» dico un po' confuso.
Mi fissa con un cipiglio confuso sulla fronte, poi sorride e scuote la testa.
«Sei un ingenuo. Ti ho preso di mira perché mi ero innamorato di te.»
Innamorato di me?
Cos'è questa sensazione? Sono confuso e provo qualcosa di strano, qualcosa che porta a farmi arrossire. Devo sembrare ridicolo.
«Sentivo che era sbagliato ciò che provavo per te e ho provato a tramutarlo in odio. Ci ho provato davvero. Perché hai dovuto rovinare tutto?»
«I-io... Non so che dire» dico imbarazzato.
Allora c'è ancora qualche speranza. Non mi aveva illuso, mi stava solo nascondendo ciò che prova davvero.
Questa consapevolezza mi fa stare meglio.«Non riuscivo a trattenermi, non volevo picchiarti quando vedevo che ti stavo facendo male, ma non volevo neanche perdere i miei amici. È per questo che non ti volevo vicino. Mi dispiace per tutte le cose brutte che ti ho fatto, tutti gli insulti, tutte le risate.» Non mi guarda. Sembra sull'orlo delle lacrime.
«Perché piangevi quel giorno nel bagno?»
«Perché mi sentivo in colpa. Ogni volta che ti guardavo e vedevo quei lividi mi odiavo ogni secondo di più.»
«Sapevo che avevi un motivo valido per farlo.»
Lui scuote la testa. «Tu devi odiarmi, devi urlarmi di essere un coglione e insultarmi, non consolarmi. Tutti quei "stai bene", mi facevi impazzire. Perché semplicemente non mi hai odiato fin dall'inizio? Perché hai complicato tutto?» Una lacrima scende giù per la sua guancia.
Mi siedo sul divano e mi avvicino a lui.
«Non piangere. È acqua passata. Io non sono mai stato arrabbiato con te.»
«Sei un idiota, Jungkook» dice con le lacrime che scendono velocemente sulle sue guance mentre mi guarda.
«Sei davvero innamorato di me?» sussurro un po' imbarazzato.
Sento il cuore che batte forte, come dopo un sogno con l'angelo nero.
Questo ragazzo... Sono attratto da lui. Ora che so che lui è innamorato di me ho la certezza che i miei sentimenti per lui, dopotutto, non sono quelli che un amico prova per un altro. Semplicemente non potevo accettarmi di pensarla diversamente perché mi sarei fatto solo del male. Ma adesso è tutto diverso.
A me piace Kim Taehyung.
«S-si. So che tu non ricambierai mai, insomma, perché mai dovr-»
Lo interrompo con un bacio a stampo sulle labbra. Non riuscivo a trattenermi, sentivo il bisogno di dover assaggiare quelle labbra rosee.
Rimango a pochi centimetri dalle sue labbra.
«Ti sbagli» sussurro.
I suoi occhi sono colmi di sorpresa e ha le labbra socchiuse. Bagno le mie, desiderando di assaggiare ancora una volta le sue. Ed è quel che succede. Il biondo di fronte a me unisce di nuovo le labbra alle mie, ma questa volta approfondisce il bacio facendo scontrare le nostre lingue.
«Grazie per essere passato da casa mia e avermi dato delle risposte, Taehyung.
Spero che ora tu sia felice.»✩°。⋆
Ho scordato di aggiornare ieri, sorry. *hides*

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Dark Angel
Fanfictionvkook "The devil is real. He's not a red man with horns and a tail. He is beautiful. He is a fallen angel, and he used to be God's favourite." © yyooniverse