Speciale 3

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William Pov.
Esco dalla mia stanza e scendo le scale. In salotto trovo i miei genitori che si baciano.
Fingo di tossire e loro si staccano. Sembrano degli adolescenti.
-Hai bisogno di qualcosa Will?-domanda mio padre schiarendosi la voce.
-Volevo avvisarvi che io esco.-mi passo una mano tra i capelli castani.
-Come sta Camila?-domanda la mamma.
-Non è ancora uscita dalla sua stanza.-sospiro pesantemente.
-Vai pure tesoro.-sorride la donna.
Salgo al volante e guido verso casa di Simon.
Se Camila sta male è solo colpa sua!
-Che vuoi Will?-apre la porta.
-Che voglio?! Sai quanto soffre Camy?! E lo sai per chi?! Per te coglione!-gli urlo contro.
-E io come pensi che stia?! Già Justin me le ha suonate, ora arrivi tu!-indica il suo occhio nero che mio fratello gli ha procurato.
-Quella ragazza ha diciassette anni e io in diciassette anni non l'ho mai vista stare così male!-
-Pensi che non abbia provato a sistemare tutto? Ma quella bionda è cocciuta. Non mi ascolta. Io la amo!-mi chiude la porta in faccia.
-Apri!-busso con insistenza alla porta. Devo capire che cavolo succede tra quei due.

Camila Pov.
-Avanti.-mi asciugo le lacrime.
-Come sta la mia bambina?-domanda mia madre sedendosi accanto a me sul letto.
-Male.-sussurro.-Mamma...Tu sei mai stata così male per papà? Escluso quando hai scoperto la verità.-
-Sì, ma trasformavo tutto in rabbia.-mi accarezza i capelli.
-In rabbia?-
-Ho sempre avuto un carattere difficile e quando stavo male la tristezza diventava rabbia e la rabbia la sfogavo in seguito.-spiega.
-Come facevi?-
-Vuoi dire come faccio.-
-Lo fai ancora?-
-Pensi che io e tuo padre non litighiamo? Con i caratteri che ci ritroviamo è inevitabile.-ride.-Comunque rispondiamo alla tua domanda.-si alza e mi invita a seguirla.-Per me ci sono due modi.-usciamo dalla mia stanza.-Guidare come una matta.-gioca con le chiavi della sua auto.
-O?-camminiamo sul corridoio e lei apre una porta che io non avevo mai toccato.
-Prendere a pugni.-nella stanza c'è un sacco da box.
-Posso provare?-indico il sacco.
-Certo. Mettiti i guantoni. Non hai allenamento.-mi passa dei guantoni rossi.
-E...a che devo pensare?-domando fissando il sacco.
-No tesoro. Spegni il cervello, perché è lui ad averti portata a questo punto.-sorride.
-Mamma, è il cuore.-abbasso lo sguardo pensando a Simon mentre baciava una ragazza.
-Ma tu continui a star male perché ci pensi. Spegni la testa.-consiglia.
Mi concentro per applicare il consiglio della donna ma non ci riesco.
-È impossibile!-butto i guanti a terra.
Mia madre sospira togliendosi dal dito l'anello di fidanzamento e la fede nuziale.
-Perché li togli?-li appoggia ad un tavolo.
-Per farti vedere come si svuota la mente.-prende un respiro profondo e comincia a colpire il sacco con forza.
Oh mio dio...fa quasi paura.
Se qual sacco fosse una persona, sarebbe già morta.
Mamma comincia a riempire il sacco anche di calci e io mi rendo conto della forza d'animo di questa donna che mi ha messo al mondo.
Solo ora capisco come sia riuscita a superare tutto quel dolore e a restare in piedi. Solo ora capisco perché papà ci ha perso la testa e dice di non poter vivere senza di lei.
Ora capisco perché evitano di litigare davanti a noi.
Sono due forze che hanno stessa direzione ma verso opposto quando litigano. Mentre quando si amano sono due forze con stessa direzione e stesso verso, che nulla riesce a fermare.
-Hey Camila cos'hai?-la mamma si è ricomposta e si è rimessa gli anelli.
-Perché non sono forte come te?-usciamo da quella stanza.
-Io non sono forte. Non lo sono.-
-Sì invece.-la contraddico.
-Sono testarda, orgogliosa, cocciuta. Ma non sono forte. Quando non ce la faccio più sono il mio orgoglio e la mia testardaggine a tenermi su.-apre il frigo e mi mette davanti uno yogurt.-Mangia.-sorride.
-Dov'è Will?-chiedo quando ho finito.
-È uscito un'oretta fa.-
-Dov'è andato?!-mi agito.
-Non ce lo ha detto.-
-Io vado!-prendo le chiavi della mia auto e vado verso casa di Simon.
Sono sicura che mio fratello è lì. Già Justin se l'è presa con Simon, credo che anche Will lo stia facendo.
Fermo la macchina e li vedo in giardino a litigare.
-William!-lo chiamo.
-Camy.-mi raggiunge e circonda la mia vita con un braccio.
-Camila.-gli occhi di Simon bruciano su di me.
-Andiamo sorellina.-
Voglio essere come mamma. Devo prendere la situazione in mano.
-No Will. Ce ne stiamo qui.-incrocio le braccia al petto e i due ragazzi mi guardano a bocca aperta.-Perché sei venuto qui?-guardo gli occhi azzurri, leggermente più scuri dei miei.
-Come perché? Per fargliela pagare! Tu stia soffrendo per colpa di questo coglione!-
-Senti modera i termini!-si scalda anche l'altro.
-Non ce n'è bisogno.-mi avvicino a Simon.-E tu spiegami cosa ti ho fatto perché io veramente non lo capisco.-
-Camila...-
-Non hai un cazzo da dire vero?!-chiede mio fratello.
-Will torna a casa.-dico fredda.
-Ma sorellina...-
-Torna a casa ho detto.-lo guardo. Prendere la situazione in mano.
-Ok.-se ne va furioso. Non l'ho mai trattato così.
-Ti ascolto.-guardo quegli occhi che amo.
-Non l'ho baciata io te lo giuro.-
-E io dovrei crederci?-chiedo cercando di non piangere.
-Camila, io...-si passa una mano tra i capelli.-Io ti amo Camila.-le sue labbra finiscono sulle mie.
-Anche io ti amo Simon.-ammetto arrossendo.
Una cosa che ho imparato guardano mamma e papà è quella di lasciarsi guidare dal cuore e ora il cuore mi dice questo: amo Simon.
Senza i nostri genitori, io, Will e Jus non avremmo mai capito l'importanza della sincerità, dei sentimenti, della fiducia e del coraggio.
Noi tre possiamo ritenerci davvero fortunati perché abbiamo degli esempi come mamma e papà da poter seguire.
Spero di aver la fortuna di mettere su una famiglia come la nostra un giorno o l'altro.

Sunshine 3-Un Ultimo Tramonto{S.M.}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora