Capitolo 10

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Shawn Pov.
Sono terribilmente felice ora come ora e penso che nulla potrà rattristarmi, a parte Jocelyn e il frocio che si baciano.
Oggi la mia Ford Mustang Gt è arrivata dal America perciò posso girare per Sidney tranquillamente.
Entro dentro l'enorme villa in cui Jocelyn abita e la trovo avvinghiata al biondo.
Ok, hanno rovinato la mia giornata.
Faccio finta di tossire e i due si staccano.
-Ciao Shawn!-dice Louis sorridendo.
-Ciao!-faccio finta di essere felice.
-Com'è andata oggi?-chiede.
-Niente di che. Ora dovrei fare un paio di telefonate. Vi chiedo di scusarmi.-comincio a salire le scale.
-Vai tranquillo.-dice il biondo.
-Allora? Avete risolto?-chiedo chiudendo la porta della mia stanza alle mie spalle.
-Certo signor Mendes.-
-Molto bene.-stacco la chiamata.
Esco nuovamente da quella stanza e vado in salotto, sedendomi accanto al frocio.
-La ragazza?-
-È andata a cambiarsi per andare in palestra.-
-Io vado.-dice Jo e il suo r..non riesco a dirlo! Comunque il tipo le sorride e la saluta.
-Come va il lavoro?-chiedo.
-Bene, bene. Ora ho una settimana di pausa e poi riprendo.-
-E sei stato in molti posti?-
-In tutte le città del mondo. Amo volare.-sorride.
-E non ti senti messo sotto pressione?-
-A volte, ma devo mantenere la calma per fare bene il mio lavoro.-
Annuisco mentre il suo telefono squilla.
-Pronto?...La ascolto....Dopodomani?....Ma io sarei in ferie....Capisco, ma ho anch'io una vita privata....la richiamo più tardi, arrivederci.-stacca.-Che rottura.-sbuffa.
-Che cosa?-
-Mi vogliono dopodomani a lavoro.-alza gli occhi al cielo.
-Ti piaceva il tuo lavoro, no?-
-Sì, ma volevo passare del tempo con la mia Jocelyn e...-continua a parlare ma io sento l'eco continuo delle sue ultime parole.
La mia Jocelyn. La mia Jocelyn. La mia Jocelyn. La mia Jocelyn.
Lei è mia, non sua.
-Pensi che si arrabbierà con me? È da un po che non passiamo del tempo insieme.-sospira.
-Non ne ho idea.-faccio spallucce.
-Beh, mi conviene sfruttare questo tempo per passarlo con lei. Vado a prepararmi.-si alza.
[...]
-Come mai vestito di tutto punto?-chiede Jo al biondo.
-Andiamo a cena fuori.-
-Louis, che cosa c'è?-
-Nulla!-
-Ti hanno chiamato a lavoro. È questo vero?-
-Sì.-
-Shawn, puoi lasciarci soli?-chiede la piccola Jo e io annuisco soltanto.
Salgo le scale ma non vado in camera mia. Resto alla loro cima a guardare quello che sta succedendo e aspettando qualcosa che neppure io conosco.
-Se vuoi posso non andarci.-dice Louis.
-Ma tu vuoi andarci, non è così? Ami volare.-
-Però amo anche te.-
-Io e la tua passione per l'aeronautica non stiamo sullo stesso piano. L'aereo è la frase principale e io sono una di quelle tante subordinate.-
-Non sei una subordinata per me. Sei tu la principale e lo sai.-
-No che non lo so.-
-Senti amore, ora chiamo e dico che non voglio andarci.-
-Però tu vorresti andarci.-
-No che non voglio. Voglio restare a casa con te, sedermi sul divano e tirarti verso di me per farti mettere la testa sulla mia spalla e coccolarti finché non ti addormenti.-
Ci sono dei momenti di silenzio che poi vengono colmati da un'accesa conversazione telefonica del ragazzo.
-Non vogliono sentire ragioni.-lo sento dire.
-Vado a prepararmi allora.-sento dire a Jo così vado in camera mia.
Dopo qualche minuto esco dalla stanza e vado in salotto.
-Allora cenate fuori?-chiedo ai due.
-Sì.-rispondono in coro mentre i miei occhi scorrono su Jocelyn.
-Buon divertimento allora.-auguro loro. Escono di casa e io comincio a preparare la cena per me. 
Presto Jo sarà di nuovo mia.
[...]
Louis se n'è andato, Jo è in ufficio e io sono in una caffetteria, con un giornalista che mi riempie di domande.
-È stato un piacere parlare con lei signor Mendes.-ci alziamo e ci stringiamo la mano. Mi rimetto comodo sulla sedia e continuo a sorseggiare il mio caffè, guardano gli abitanti di Sidney camminare per strada tutti avvolti nei loro cappotti.
In verità non fa tanto freddo, cioè non come in Canada. Mi manca Toronto, gli inverni freddi pieni di neve e bambini spensierati che giocano sul manto bianco. Anche a New York fa freddo e nevica ma la gente è sempre di corsa, piena di preoccupazioni e non si ferma ad osservare ciò che la circonda. La neve diventa un problema per i newyorchesi anche se si tratta solo di qualche centimetro.
-Signor Mendes!-dice una voce femminile e io alzo lo sguardo.
-Buongiorno Serena.-saluto la ragazza che sorride felice. È una ragazza molto carina, abbastanza alta, capelli castani e occhi tra il marrone e il verde. Carina, ma non bella quanto Jocelyn. Lei sì ch'è bellissima.
-Come sta?-chiede sedendosi al mio tavolo.
-Bene. Lei?-rimango formale.
-Molto bene ora che l'ho incontrata.-sorride.
-Come mai non è a lavoro?-
-Oggi è il mio giorno libero e poi la signora Evans mi ha detto che non ha bisogno di me oggi, perciò a maggior ragione mi sono presa una pausa.-
-Capisco. Vorrei trattenermi ancora ma mi stanno aspettando.-mi alzo e pago il conto.
-Certo, non si preoccupi. Non voglio farla arrivare in ritardo.-dice dispiaciuta.
-Arrivederci.-la saluto ma lei non risponde.
Finalmente me la sono tolta dalle scatole.
[...]
Entro in casa ma noto che Jocelyn non è ancora tornata.
Perfetto. Meglio così. Ho bisogno di casa libera per quello che ho in mente.
Forse tutto questo è inutile, forse Jo è innamorata di Louis e mi ha dimenticato. Ma se esiste anche una sola possibilità che torni da me la voglio provare. Rivoglio indietro ciò che ho perso tre anni fa, rivoglio indietro la mia felicità, rivoglio indietro noi.
Voglio lottare questa volta, fino all'ultimo.

Sunshine 3-Un Ultimo Tramonto{S.M.}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora