Caroline schiuse gli occhi trovando solo oscurità attorno a se: non era la sua camera quella. Li richiuse. Silenzio. Un leggero fruscio. Silenzio. Una mano che le scosta i capelli appiccicati alla fronte. Silenzio.
Dopo un po' riaprì gli occhi decisa a svegliarsi, ma davanti a se trovò un corpo. Una schiena ampia e muscolosa, candida, che veniva coperta da una tunica bianca. Caroline aveva ricordi vaghi della festa di Simon: ricordava per certo però, che lui si era dichiarato e si era infuriato perché lei lo aveva respinto. Poi uno dei fratelli Von Fustë l'aveva salvata... ma non poteva essere Edward, lui non lo avrebbe mai fatto.
-Will?-
Invece, colui che si voltò era proprio Edward. Aveva lasciato i capelli biondi sciolti, solitamente intrappolati in una codina bassa, che però non lo facevano sembrare meno virile. Caroline avrebbe voluto affondare una mano in quei capelli così morbidi e lucenti, ma si trattava di Edward, non Will, perciò non aveva nessuna confidenza o libertà con lui.
-Perché sono qui?-
-Eri talmente andata che non ricordi che ho minacciato il tuo "migliore amico" con un fioretto.-
Di colpo le tornò in mente tutto, anche l'immagine di Edward vestito da cavaliere del suo tempo, affascinante e pericoloso. Si imbarazzò per aver pensato a lui in quel modo: Edward era il suo acerrimo nemico, colui che voleva buttarla fuori casa, che le faceva i dispetti, che si nascondeva sempre alla sua vista.
-Grazie per ieri sera. Ora ricordo.-
-Dovere.- Rispose semplicemente lui.
-Piuttosto, devo cercare mio fratello... è sparito con il tuo ieri sera e la cosa non mi piace.-
-Perché?- Chiese lei.
-Che domande! Tralasciando il fatto che siete i nuovi inquilini di questa casa e che quindi dovete sparire, la cosa che mi fa saltare i nervi è che Will sta sempre con tuo fratello. Si muovono insieme, parlano e fanno qualsiasi cosa appiccicati, e si sa bene che tuo fratello non ha una buona reputazione: una volta che si sarà stancato della compagnia di Will lo abbandonerà.-
Carol restò spiazzata dal discorso del fantasma: anche se detestava ammetterlo, Edward aveva centrato in pieno il carattere di Chris. Lui si stancava di tutto, degli oggetti, delle persone, dei luoghi, probabilmente era stanco anche di lei. Era un ragazzo complicato e affascinante, manipolatore e sognatore, dannatamente pericoloso.
Edward voleva ancora cacciarli ma lei non gli avrebbe dato quella soddisfazione: aveva dalla sua William, i cavalieri ed i servitori dei fratelli. L'unico che ancora non aveva fatto la sua comparsa, era il signor Von Fustë.
-Edward... tuo padre dove è?-
Lui si rese un po' trasparente, come se si vergognasse, e si voltò dandole le spalle.
-Quando si manifesta, voi due dormite.-
-Perché non vuole conoscerci? Anche lui non ci vuole qui?-
-A lui non importa più nulla.-
Prima che Caroline potesse dire altro, il ragazzo divenne completamente invisibile, lei sentì il solito formicolio che lui le provocava svanire e capì che era uscito dalla sua stanza.
Caroline curiosò un po' nella vecchia camera di Edward: voleva conoscerlo meglio, voleva vederlo come appariva un tempo.
Su una parete facevano bella mostra fioretti, pugnali e spade, in foderi preziosi, ricoperti da una sottile teca di vetro. In un angolo era posizionato uno scrittoio in legno massiccio, con le gambe elaborate ed un grande scrigno poggiato sopra. Il coperchio recava l'immagine di un leone che ruggiva. Lo aprì e vi trovò un anello d'oro perfettamente conservato. Non c'era altro nello scrigno, perciò lo richiuse ed esaminò altre cose. In un baule sempre molto decorato vi trovò quella che doveva essere l'armatura da addestramento, i fioretti innocui e le spade di legno. C'era persino una pistola accuratamente avvolta in una stoffa rossa. Si avvicinò all'armadio del ragazzo avendo quasi timore ad aprire le ante: era molto intimo ciò che stava facendo, si sentì emozionata come non lo era mai stata.
Ai suoi occhi apparvero meravigliose giacche di ogni colore e tessuto, tutte perfettamente stirate e profumate, con pantaloni abbinati e panciotti, bretelle, polsini, merletti, colletti ed altro. Si spostò per esaminare la cassettiera in cui vi trovò solo camice e biancheria. Il profumo di Edward la invase come se quegli indumenti fossero stati usati il giorno prima, e lei si beò di quella sensazione. In un piccolo cassettino della scrivania c'erano numerosissime lettere, tutte imbustate in una carta color pesca, profumate di lavanda. Al tatto erano ruvide e la ceralacca rosso scuro era rotta in ogni lettera, perciò Edward le aveva lette. E di sicuro ci teneva, altrimenti non le avrebbe tenute conservate.
Caroline non resistette e ne aprì una leggendo il mittente: "Marchesa di Canterbury, Helena Wood".
La lettera iniziava con un "Mio caro" e finiva con un "per sempre tua". Il contenuto era un miscuglio quasi incomprensibile di sentimenti ed avvenimenti. Quella ragazza era chiaramente innamorata di Edward. Ed era una marchesa! In una delle lettere diceva esplicitamente: "non vedo l'ora di tornare a Londra per rivederti e per alloggiare in quella meravigliosa stanza". Perciò lei era stata lì, nella casa sul Tamigi, in una delle stanze che ora abitavano i fratelli Black. Caroline sentì perfettamente un brivido correrle lungo la schiena. Ripose le lettere come le aveva trovate e fuggì da quella camera diventata improvvisamente troppo piccola.Christopher si stiracchiò senza ritegno, allungando i suoi arti ovunque, urtando anche qualcosa con i piedi. Il qualcosa era William che dormiva al suo fianco, nella beata ignoranza di ciò che stava accadendo in Chris.
Provava strane sensazioni quando stavano insieme e Chris pensava dipendesse dalla ovvia natura del ragazzo: era morto anni prima, ed era un fantasma ora, perciò dovevano per forza sentirsi strani coloro che lo avevano intorno. Ma Chris si accorse presto che con i cavalieri non accadeva, non si sentiva soffocare guardandoli, non aveva la paura di sembrare un idiota ai loro occhi, non provava il bisogno impellente e costante di toccarli come accadeva con Will.
Appunto perché era William, gli sfiorò una guancia stando attento a non svegliarlo, poi arricciò una ciocca bionda attorno al dito e la rilasciò creando un piccolo boccolo. Adorava i suoi capelli, adorava i suoi occhi così chiari e così intensi, adorava il modo in cui gli parlava, quando era felice, quando si imbronciava e quando, lo guardava. William era timido ma sexy, abbassava lo sguardo per guardare Chris da sotto le lunghe ciglia con aria spaurita e allo stesso tempo maliziosa, facendogli contrarre il basso ventre per l'eccitazione. Chris si sentiva completamente senza forze quando stava con Will. E gli piaceva.
Il diretto interessato dei pensieri peccaminosi di Chris, aprì i suoi occhi cristallini e arrossì leggermente trovandosi il ragazzo così vicino.
-Buongiorno.- Disse Chris.
-'Giorno. Che è successo ieri?-
-Qualsiasi cosa. Abbiamo giocato al birra pong e abbiamo stracciato gli altri; a proposito, un giorno mi insegnerai a tirare in quel modo. Poi abbiamo fatto una gara di corsa con le caviglie legate in cui non immagino quante volte siamo caduti: sento già i lividi che iniziano a formarsi. Tu sei stato importunato da una ragazza particolarmente insistente ed io l'ho allontanata; la suddetta era fidanzata ed il ragazzo ha dato di matto, perciò ha iniziato una rissa con noi due che gliene abbiamo date di santa ragione. Ad un certo punto... credo più o meno verso le 3:00 abbiamo accompagnato uno dei cavalieri a vomitare anzi, l'ho accompagnato io dato che tu continuavi a deriderlo: sei malefico quando vuoi. Poi hai detto che volevi farti un bagno perché avevi caldo ma non eravamo abbastanza lucidi per farci una doccia, perciò ci siamo spogliati e siamo letteralmente svenuti nel letto. Ed ora eccoci qui.-
-Dovresti trovare impiego in qualche casa editrice per realizzare riassunti dei libri: hai un talento.-
-Preferisco aprire le persone.-
-Preferisco non saperlo.-
-Hey! Io salvo delle vite!-
-Oppure no.-
-William, hai davvero poca fiducia in me.-
-Non mi piace pensare che apri le persone. Comunque dottore, mi fa malissimo la testa. Cosa consiglia ad un fantasma in queste condizioni?-
-Solo rimedi naturali signor Von Fustë, una camomilla leggera, e se persiste una bella aspirina.-
-Non so cosa sia un'aspirina.-
-Allora useremo altri metodi naturali.- Disse Chris e nell'ubriachezza totale causata da un Will assonnato, premette le labbra contro quelle del fantasma in modo possessivo, facendo sprofondare la testa bionda del ragazzo nel cuscino.
-Oh...- Disse William non sapendo cosa fare quando Chris si staccò di netto da lui e si diresse in bagno.
-D'accordo, alziamoci ed andiamo a fare colazione.-
-Pranzo vorrai dire. Sono le 14:00.-
-Uh, non me ne ero accorto...- Sussurrò Chris dal bagno.
William, ancora frastornato, rifece il letto in fretta e furia, e sparì.
STAI LEGGENDO
INDELEBILE
ParanormalUna nostalgica Londra del 2013 fa da sfondo ad una serie di eventi che porteranno due fratelli ed i loro amici a scoprire un mondo parallelo, proveniente dalla Londra del 1800. Leggenda e realtà si fondono sgretolando i confini scientifici, facendo...