Grace non aveva smesso neanche per un secondo di parlare alla povera Caroline, a cui ormai sanguinavano le orecchie.
La ragazza si stava innamorando di Amir più velocemente del previsto, e questo la spaventava: cosa avrebbe fatto se lui fosse sparito? Avevano una garanzia riguardo il loro ritorno nel mondo vivente? Grace iniziava a fasciarsi la testa perché aveva uno strano presentimento: sentiva che quel sogno che tutti loro stavano vivendo, sarebbe svanito da un momento all'altro.
Caroline si era angosciata ascoltando la sua amica, fino a quel momento aveva vissuto la sua storia con Edward in serenità, come veniva, non pensando al domani.
Per non pensarci troppo, Caroline aveva organizzato una festa a casa il giorno di capodanno con tanto di ospiti d'eccezione.
Ed uno di quelli stava camminando proprio nella loro direzione anche se Grace era intenta a guardare una vetrina.
-Eccole qui: la bionda e la mora.-
Grace e Caroline si voltarono verso quella voce familiare: Rose camminava lentamente verso di loro, avvolta nel suo cappotto rosso, con ai piedi stivaletti con tacco neri e borsa firmata al braccio.
-Oh mio Dio! Sei tu uno degli ospiti speciali!- Esclamò Grace, estremamente felice.
Rose le abbracciò forte, contenta di essere lì con loro e soprattutto, di rivedere Marcus.
-Che stavate facendo?-
-Obbligavo Caroline a comprare un abito per capodanno. Anche a me servirebbe ma ho un budget limitato al confronto del vostro.- Concluse Grace guardando quel vestito firmato Balmain.
Il cellulare di Caroline iniziò a squillare, la ragazza rispose al fratello che la informava di dover andare su un set fotografico a ritirare dei documenti.
Grace e Rose decisero di accompagnarla.Le modelle dovevano posare per gli ultimi scatti, tra prati sintetici, cieli limpidi e fiori colorati, per presentare la collezione primavera estate proposta dal mensile ELLE.
Le ragazze guardavano estasiate tutti i professionisti che lavorano ad un ritmo incredibile, super concentrati e zelanti. Caroline aveva già firmato e recuperato i documenti che voleva Chris, poi si era messa a chiacchierare con un truccatore suo amico che insisteva nel volerla sul set.
-Ben, te lo ripeto: non sono una modella.-
-Tesoro, te lo ripeto: non ce ne frega un cazzo.-
Disse lui con un sorriso sulle labbra lucide di lipstick.
-E per la cronaca, vogliamo anche le tue amichette.-
Caroline ci pensò su un attimo: bastava qualche scatto in fondo, e farli con le sue amiche la allettava di più. Ma il vero vantaggio, stava nel tenersi i vestiti che avrebbero indossato.
-Ci sto ma devi aiutarmi: domani sera ci sarà un party di capodanno a casa mia e...-
-Shhh. Non dire altro tesoro, stai parlando con Ben Barnadis; non esiste che io ti lasci a te stessa per organizzare un party.-
Caroline sorrise.Non sapeva come, ma quando si offriva di dare un aiuto, Amir finiva sempre in un supermercato, confuso più che mai, con una lista di cose da comprare tra le mani. Stavolta almeno non era solo: con lui erano venuti Edward, William, Chris e gli altri cavalieri.
Il suo padrone, il maggiore, era particolarmente nervoso perché il suo fratellino gli dava poche attenzioni. William non si era proprio accorto di Edward che ringhiava, poiché era troppo impegnato a flirtare con Christopher.
I cavalieri sentivano la tensione del ragazzo ma non osavano avvicinarsi a lui, persino Marcus aveva deciso di farlo sbollire da solo. Però non stava funzionando.
-Caroline ha scritto che bisogna comprare qualche cassa d'acqua, vino e birra. Ehm, sapere dove sono le bibite?- chiede Amir guardando le corsie e chiedendo un tacito aiuto agli altri.
-Ed, tu sei già venuto qui, puoi aiutarci?- provò allora Marcus. L'idea di distrarre il suo padrone non lo allettava molto; sapeva benissimo di cosa era capace un Edward incazzato.
-No Marcus, non so dove cazzo siano le corsie che cercate va bene?-
"Come non detto" pensò Amir. La spesa continuò nel silenzio totale finché Edward decise di averne abbastanza.
-Christopher, perché ogni tanto non stacchi quei tentacoli da mio fratello? Magari non lo fai tornare a casa in lacrime come sempre. Ce l'hai già una sorella, non devi prendere quelli degli altri.-
Calò un silenzio surreale nella corsia dei detersivi: i cavalieri erano quasi tutti a conoscenza dell'attrazione sessuale, e non fraterna, tra William e Chris, per questo non sapevano come reagire allo sfogo di Edward.
-Edward, inizialmente mi stavi sulle palle come pochi, ma con il tempo ho imparato ad apprezzarti perché sei intelligente e perché mia sorella ha visto qualcosa in te.- Christopher fece una pausa guardando William, e come per tacita richiesta, il biondo iniziò a parlare.
-Ed, non te l'ho mai detto per paura del tuo giudizio, ma io sono gay. Mi piacciono i ragazzi, non le ragazze. So che ti ho sempre detto tutto, ma ai tempi tu eri così conservatore, così perfetto: un lord a tutti gli effetti, che se ti avessi rivelato il mio segreto mi avresti ripudiato. È sempre stato così, quando uscivo nel cuore della notte, non andavo a scommettere e nemmeno a bere con i miei amici; mi vedevo con degli uomini, che avevano questo segreto come me. Edward, mi dispiace averti tenuto nascosta una cosa così importante, ma non ero pronto a... a te.-
Ci fu un silenzio imbarazzante, in cui Chris si sentì diventare minuscolo ed ogni cavaliere era in procinto di commuoversi per il coraggio di William.
Poi Edward fece una cosa inaspettata. Prese una mano di Will, gli diede uno schiaffo, non fortissimo, sulla guancia, e poi lo tirò a se, stritolandolo in un abbraccio pieno di amore.
-Sei un idiota Will. Sono tuo fratello, ti amo così come sei e non potrei mai giudicarti, in nessuna epoca, in nessun tempo o dimensione. Sei William ed io amo il mio William.-
Nessuno trattenne le lacrime lasciando di stucco le persone che passavano di li.
Sette uomini grandi e grossi, che piangevano nella corsia dei detersivi, non era cosa da tutti i giorni.L'ultima volta che Simon era stato a casa Black, era ubriaco, molesto e si era ritrovato con la punta di una spada puntata contro. Precisamente la spada di Edward Von Fustë, un tipo tutto occhi azzurri e capelli dorati che rasentava la perfezione e che quindi era destinato ad attirare l'odio delle persone comuni come Simon.
Adesso si trovava davanti al grande portone stile vittoriano che dava accesso al grande palazzetto antico, arredato con le migliori tappezzerie, dotato di ogni comfort, ripieno di tesori.
Ma a Simon questo non importava. Lui voleva solo attuare la sua vendetta, il prima possibile, e quell'invito di pace da parte di Caroline ci voleva proprio.
Ad aprire la porta venne una domestica dei Von Fustë, una certa Amanda, fedelissima a Margharet, che lo fece entrare immediatamente.
-Benvenuto mio signore, le chiamo subito la signorina Black.-
Simon restò in piedi nell'ingresso, circondato da mobili scuri, tappeti di velluto rossi e quadri molto pittoreschi di una Londra antica.
-Simon.- Disse una voce così familiare e pure molto estranea a lui. Alzò gli occhi nocciola verso la scalinata principale e si godette per un attimo la visione di lei.
Aveva i capelli sciolti, una cascata di petrolio sulle spalle, un jeans scuro, uno di quelli che Simon adorava perché le facevano un culo pazzesco, ed una semplice maglietta a maniche lunghe grigia.
-Ciao.- Disse semplicemente lui. La gola gli raschiava come se fosse rivestita di sabbia, si era preparato a rivederla ma non abbastanza a quanto pareva.
-Sono contenta che tu abbia accettato il mio invito. Sai, mi dispiace per come sono andate le cose tra noi. Anche Grace è molto triste. Ma possiamo sistemare tutto no?-
Lei si avvicinò, lui pensò di voler fuggire il più lontano possibile.
-Come procedono gli studi?-
"Male, sto trascurando persino me stesso per mettere in atto la mia vendetta." Avrebbe voluto urlare quella risposta, farle sapere che lo aveva distrutto, che la amava da anni, che i suoi occhi erano la cosa più bella e terribile che avesse mai visto. Invece disse:
-Bene, come sempre almeno.-
-Bene. Ehm lei è Rose, di sicuro te ne ho parlato quando ho studiato a Parigi.-
Simon vide una ragazza tutta gambe apparire dalla cucina con accanto Grace. Aveva due incredibili occhi verdi e i capelli di un castano intenso.
Si ricordava di Rose dai racconti di Caroline, perché prima si dicevano tutto.
-Piacere Rose.-
-Simon.-
Il momento in cui si ritrovò davanti Grace fu davvero imbarazzante: non sapeva cosa dire e cosa fare, ma la ragazza lo levò dall'indecisione saltandogli addosso e abbracciandolo con tutta la forza che aveva, che non era tantissima.
"La piccola Grace" pensò Simon sorridendo con dolcezza.
"Hai finito di fare l'amichetto?" Disse una voce nella sua testa.
La voce di Margharet gli fece sparire il sorriso repentinamente, e scansò Grace con poca grazia.
-Ehm, scusa Sim, non volevo metterti in imbarazzo.-
E Simon si sentì piccolo come una formica: Grace chiedeva scusa a lui, Caroline era felice di vederlo, e persino quella Rose sembrava gentile.
"Non farti ingannare: Caroline non potrà mai essere tua, Grace la appoggia perciò si allontanerà da te e quella Rose è carina solo perché le fai pena."
A quelle parole, Simon si indurì di nuovo, alzò quella barriera che si era costruito con fatica e tornò freddo come quando era entrato.
Caroline si chiese cosa avesse Simon, ma non ci badò troppo dato come erano andate le cose l'ultima volta che lo aveva visto.
-Bene, direi di andare a preparare il pranzo: tra poco i ragazzi saranno qui.- Esclamò Grace, sempre allegra e spensierata.
Simon si sentì di nuovo piccolo piccolo.
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INDELEBILE
ParanormalUna nostalgica Londra del 2013 fa da sfondo ad una serie di eventi che porteranno due fratelli ed i loro amici a scoprire un mondo parallelo, proveniente dalla Londra del 1800. Leggenda e realtà si fondono sgretolando i confini scientifici, facendo...