Mancavano tre giorni al compleanno di Edward e la palazzina sul Tamigi era in pieno fermento. Dopo la conversazione avuta in cucina, Caroline aveva raccontato a Grace di Simon, dello zombie e soprattutto di quello strano nervosismo che affiorava quando Edward era nelle vicinanze. Grace non le aveva detto niente, anche se aveva molto da dire. Riguardo Simon, finalmente si spiegava il silenzio dell'amico e la sua partenza anticipata per Oxford: era stato un idiota. Quella sera poi ci sarebbe stata la festa di Zara, a cui entrambe avrebbero partecipato, perciò tutti i problemi passarono in secondo piano, perché le ragazze erano troppo impegnate a prepararsi. La festa era a tema "Hollywood" e Grace era la migliore quando si trattava di party del genere, carnevale ed halloween. Adorava cambiare identità, epoca, luogo e carattere in base al tema. Si riunirono in camera di Caroline per discutere dei ruoli e degli abiti, quando Edward, che passava di lì, bussò piano alla porta.
-Avanti!- Dissero entrambe.
-Ehm... io avrei qualche abito da donna in cantina che potrebbe farvi comodo... a quei tempi, dei ricchi imprenditori cercarono di vivere qui, ma noi li spaventammo e loro non tornarono neanche per recuperare i propri abiti.-
Edward parlava con uno strano sorrisetto stampato sulle labbra: sembrava nervoso ed allo stesso tempo orgoglioso della sua impresa.
-Oh, grazie Edward.- Disse Grace, completamene ammaliata dalla copia più spigolosa e dura di William.
-Sono nel baule in legno di ciliegio.-
-Guidaci tu.- Disse Caroline in un soffio. Lo voleva accanto, voleva sentire la sua parte umana, calda e ancora giovane; quella parte che faceva emergere di tanto in tanto per sbaglio, quando credeva di non essere visto; quando si mostrava al suo fratellino, ai cavalieri, quando giocava con il cane, quando si perdeva a guardare fuori dalla finestra con sguardo malinconico. Caroline non sempre lo vedeva fisicamente, ma sapeva che era presente in una stanza, sapeva anche cosa stava facendo, aveva una strana routine ormai che lei aveva imparato. Sapeva quando guardare e quando far finta di guardare.
-Va bene, seguitemi.-
Mentre si recavano in cantina, incontrarono Amir, Marcus e William al piano terra che li seguirono. Christopher stava ancora in ospedale a fare tirocinio.
Una volta arrivati, Edward e Will scoprirono tutti i bauli che possedevano, strapieni di abiti di ogni epoca, ogni foggia, colore e fantasia. Grace si sentiva morire: non sapeva da che parte cominciare per quanto era emozionata. Amir la osservava in silenzio, apprezzando quel piccolo raggio di sole che illuminava i suoi pomeriggi.
-Ed, queste cose sono, sono meravigliose! Tu non hai idea del valore che hanno gli abiti e i gioielli che tieni qui!- Disse Caroline dando voce anche ai pensieri della sua amica.
-È tutto a vostra disposizione, a noi non servono.-
Immediatamente iniziarono a cercare ciò che gli serviva con l'aiuto dei ragazzi: trovarono un tubino nero in raso, una gonna ampia color carta da zucchero, varie camice con scollo alla americana e tantissimi Levi's jeans 501. C'erano anche vari gioielli e accessori per capelli che Grace non mancò di ammirare e selezionare.
Una volta trovato ciò che cercavano, i ragazzi continuarono a spulciare tra i vari abiti trovando le cose più strane e buffe mai viste.
Tra il caos totale, Caroline si avvicinò ad Edward.
-Vestimi come una ragazza dei tuoi tempi.- Sussurrò.
Edward avvertì un brivido di piacere insidiarsi nel basso ventre mentre si voltava a guardarla negli occhi blu, ancora più scuri a causa del buio della cantina.
-Allora seguimi.-
Si allontanarono dagli altri salendo al piano notte dove Ed condusse la ragazza proprio nella sua stanza.
-Edward... questa è la mia camera.-
-Prima era di un'altra persona.- Affermò il ragazzo ed aprì l'armadio di legno. Vi si introdusse letteralmente e Caroline vide il doppio fondo aprirsi sotto le lunghe dita di lui. Ai suoi occhi apparve un guardaroba femminile tipicamente vittoriano, lussuoso, estremamente lussuoso.
Edward afferrò un bustino, la rete per la gonna, un abito azzurro cielo, i guanti e i calzini in pizzo bianco, le auto reggenti, nastri abbinati e scarpette col tacco sempre in tono. Le porse il tutto e si guardarono negli occhi in un modo che mai avevano fatto: Caroline si sentiva nuda di fronte a lui ed Edward si sentiva indifeso sotto lo sguardo di lei.
-Di chi era questa stanza?-
-Della mia fidanzata. Helena Wood.-Christopher varcò la soglia di casa e sentì ridere e chiacchierare a più non posso.
"Che stanno combinando?" Pensò, e poi i suoi pensieri corsero a Will.
"Lo odio." Si disse "Lo odio per come mi fa sentire stupido, lo odio perché lo penso sempre. La soluzione sarebbe sbattermelo una volta per tutte e non pensarci più."
Christopher pensava che una volta fatto sesso con William avrebbe finalmente smesso di desiderarlo. Con questi pensieri attraversò il soggiorno incrociando Edward che scendeva dal piano superiore.
Gli chiese che stava succedendo in casa.
-Abbiamo aperto dei vecchi bauli per aiutare Grace e Caroline a vestirsi a tema. E poi si sono messi tutti a giocare.-
-E tu?-
-Beh io...io stavo mostrando una cosa a tua sorella.-
-E cosa di preciso?-
-Perché non la smetti di farmi il terzo grado e lo chiedi direttamente a lei?-
-Se hai problemi con me solo perché ti porto via il fratellino, sappi che non mi fai paura: questa ora è casa mia!-
-ADESSO BASTA!- urlò Caroline dalla soglia delle scale. Chris ed Edward si ammutolirono davanti alla ragazza che ora sembrava una principessa. Caroline aveva i capelli neri semiraccolti, il décolleté in bella vista merito del bustino, ed l'azzurro era perfetto sulla sua carnagione chiara.
"Sta meglio a te." Pensò Edward, e non poté trattenersi dal sorriderle.
Caroline lo vide e per poco non arrossì: suo fratello aveva letteralmente la bocca aperta ed Edward le sorrideva compiaciuto e dolce. Dolce, chi l'avrebbe mai detto.
-Ho chiesto ad Edward un abito dei suoi tempi per me.- Spiegò lei al fratello. Lui annuì semplicemente e poi corse giù in cantina.
Edward porse il gomito a Caroline, che si agganciò senza indugiare e poi seguirono Chris.
Inutile dire che le facce degli altri presenti si fecero meravigliate e stupite: Grace addirittura si stava commuovendo.
-Caroline, sei bellissima! Cioè lo sei sempre, ma non avevo mai visto quel colore su di te! E quell'abito, i guanti... Dio sei perfetta!- Disse Grace.
Caroline si sentì davvero una principessa, e per una volta, non era per il suo status sociale: di sentiva bella.
Tutti indossarono un costume tipico di altri tempi: Amir come un uomo d'affari del 1400, Marcus come un garzone del 1600, William era un ballerino di tip tap, Edward un soldato della prima guerra mondiale, Grace una suffragetta e Chris, anche lui del 1800, vestito come un ragazzo del ceto medio.
Tutti si divertirono molto a vedersi con nuove vesti addosso e molti di loro pensarono che nessuno, aveva scelto di vestirsi come in quell'epoca, quindi, si svestirono e ricominciarono.Sentiva le loro risate, le chiacchiere e le battute. Persino i litigi che avvenivano spesso. Perché? Pensava. Perché io no? Sei forte.
Sei forte.
Sei...
Forse non lo era così tanto.
Cosa doveva fare per essere invincibile? Aveva già provato tutti i mezzi che aveva a disposizione.
Pensa, si disse.
Pensa.
Pensa.-Sembrate dei ragazzi del nostro tempo! L'unica differenza sta nel portamento!- Disse Grace mentre ammirava i fantasmi vestiti come ragazzi del 21esimo secolo. Erano perfetti, nessuno si sarebbe accorto che non erano vivi. Forse, solo un po' rigidi nelle loro posture impostate, unico tratto del 1800 che non era sparito in loro, d'altronde erano nobili.
Tutti loro avevano avuto una pessima reazione di fronte ai jeans, comprensibile, ma non potevano evitarlo. Christopher pensò che Will sembrasse ancora più piccolo con t-shirt e jeans, il suo piccolo broncio causato da l'iniziale scomodità ed il ciuffo biondo che proprio non voleva saperne di stare fermo. Will sbuffò perché non poteva più nasconderlo e Grace era stata chiara poco prima:
-Non potete incollarvi i capelli all'indietro, è assolutamente fuori moda! Quelli che lo fanno vengono presi in giro, e poi avete capelli bellissimi.-
Dunque...
Senza gelatina o simili, i ragazzi avevano i capelli lunghi, alcuni troppo, tanto che Grace decise di portarli dal barbiere.
Uscirono di casa ed i fantasmi si bloccarono dopo qualche passo: si guardarono attorno, cercando tracce della Londra che conoscevano, di quei profumi e colori che un tempo abitavano. Da troppo tempo ormai, non sentivano il calore del sole, il vento, la tipica pioggia di Londra, il fango ed il rumore delle carrozze sostituite dalle automobili.
Ripresero a camminare e dopo poco arrivarono alle meta prestabilita.
-Ok, i cavalieri con me! Edward, fatti un giro con Caroline e comprate qualche vestito per tutti; William, sparisci con Christopher e fate la spesa che il frigorifero chiede pietà.-
-Ma Grace, non dobbiamo andare anche noi dal barbiere?- Chiese Will.
-Tesoro sei talmente bello che potrebbero arrestarti. Andate bene così entrambi. Bene, sciò!-
Edward non capiva ancora bene le battute del tempo, ma sapeva che Grace aveva fatto un complimento al fratello e, implicitamente, anche a lui. Non gli andava a genio che Chris e Will se ne stavano soli tutto il tempo, ma non replicò avendo paura che Grace cambiasse le coppie. Era un egoista, e voleva Caroline tutta per se.
Si divisero, dandosi appuntamento li dal barbiere dopo due ore e mezza.
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INDELEBILE
ParanormalUna nostalgica Londra del 2013 fa da sfondo ad una serie di eventi che porteranno due fratelli ed i loro amici a scoprire un mondo parallelo, proveniente dalla Londra del 1800. Leggenda e realtà si fondono sgretolando i confini scientifici, facendo...