30. [EPILOGO]

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-Tesoro sono sicuro che sarai bellissima, bravissima e brillante come sempre. Ma adesso calmati.-
-Mamma stai tranquilla!- Disse la piccola Louise, 12 anni, pelle come il cioccolato al latte, due occhioni blu-verdi, come quelli del padre e capelli ribelli castano scuri.
Grace sorrise riconoscente ad entrambi, e per un attimo si calmò. Pensò alla sua famiglia, composta anche dal piccolo Gerárd di 6 anni, tale e quale a lei, e ripensò a quel giorno lontano ormai dodici anni, in cui decisero di trasferirsi a Los Angeles. Da quel momento in poi, le loro vite erano cambiate radicalmente; lei ed Amir si erano sposati poco dopo il trasloco, e la piccola Louise era arrivata subito. Lui ora lavorava come biologo marino e lei era insegnante di storia in un Università prestigiosa. Tuttavia la sua carriera era decollata quando aveva scritto dei saggi storici, con tanto di elementi mitici e fantastici tratti dalle storie popolari o dalle leggende metropolitane. Ed ogni volta che doveva tenere una conferenza o un'intervista, era nervosa come se fosse la sua prima volta. Per fortuna la sua famiglia era come una medicina che calmava ogni dolore o preoccupazione.
-Sono pronta.- Disse Grace indossando gli orecchini di perle che le aveva regalato Rose al compleanno.

Marcus stava cercando di mettere la piccola cravatta grigia a suo figlio Zack, con scarso successo.
-Papy non la voglio la cravatta!- Disse il piccolo sbattendo un piede a terra.
"Soli 5 anni, e già fa il prepotente... vuoi vedere che questo qui prende esempio da Ed."
-Zachary, questo è un giorno importante per zia Grace. E tu non vuoi intristirla vero?- Chiese Rose al piccolo, appuntando i lunghi capelli su un lato della testa.
-No mamy...- e si fece mettere la cravatta dal padre.
Marcus sorrise al suo piccolo capolavoro dai capelli rossi come i suoi, un po' mossi che sembravano fiamme, e gli occhi verdi della madre, così intensi che spesso mettevano soggezione. Zachary era stato un dono del cielo dopo tanti anni di attese inutili, speranze infrante e promesse di medici e specialisti.
Sapevano che sarebbe stato complicato a causa della condizione di Marcus: era destinato a restare sterile, solo Edward era stato graziato. O almeno così pensavano.
Dopo parecchi anni Rose era rimasta incinta e Marcus aveva creduto di scoppiare di felicità. Quando poi aveva avuto tra le braccia Zack, si sentì morire. Al suo fianco c'erano Edward e Caroline, Rose stremata e sorridente sul lettino, gli altri fuori la porta, ansiosi ad attendere.
Sorrise Marcus sotto lo sguardo indagatore del figlio.
-Perché sorridi papy?-
-Perché la tua mamma è bellissima.- Disse lui guardando Rose nel suo tailleur grigio perla.
-Vero, è bellissima!-
Rose sorrise.

-CHRISTOPHER BLACK! SE NON VAI A RECUPERARE JULIA IMMEDIATAMENTE CHIEDO IL DIVORZIO!-
William urlava dall'altra parte della casa come un ossesso. Chris scese dal letto con aria preoccupata, sapendo perfettamente di trovare un marito incazzato e molto sexy che lo avrebbe volentieri strangolato.
Il suo compito era recuperare Julia.
E che compito.
Per prima cosa, cercò la sua gemella Chloe, perché se c'era qualcuno che poteva aiutarlo nell'impresa, quella era lei.
Entrò in salone guardandosi attorno con fare circospetto, sperando di non incontrare suo marito e fu lì che vide Jason. Chioma scura come la sua e due occhioni blu, quasi neri. Il ragazzino stava stravaccato sul divano di pelle bianca, e scriveva qualcosa sul cellulare. Aveva dodici anni eppure sembrava molto più grande, complici la sua altezza e la fibra muscolare già ben sviluppata.
-Jace hai visto le tue sorelle?-
-No.-
-Ok... e tuo padre?-
-No ma l'ho sentito parlare con Michael.-
Ah. Brutto segno.
-E che ha detto al nostro Mike?-
-Che se vedeva il suo papà in giro lo avrebbe sgozzato con la cintura del pantalone e appeso fuori la porta.-
-Capisco.-
-Corri papà. A tratti faceva paura anche a me.-
Disse Jace con il suo tono monocorde.
Chris raggelò e si rimise sulle tracce di Chloe.
Mentre vagava per la casa si ricordò della prima volta in cui aveva proposto a Will di avere un figlio. Il ragazzo era rimasto sorpreso inizialmente, perché Chris stava parlando di affittare un ovulo, per giunta sapevano che Will era sterile, anche se suo fratello aveva già messo incinta Caroline. Dopo varie discussioni, il biondo aveva accettato e, dopo poche settimane, il seme di Chris fece il suo dovere presso una clinica privata. Così nacque Jason, tale e quale al padre, dal carattere pacato e razionale. Will e Chris erano al settimo cielo, e proprio per questo, decisero di allargare la famiglia un anno e mezzo dopo. Stavolta fu il turno di Will di donare il seme, e proprio perché non avevano molte speranze, la gioia fu immensa quando nacquero due gemelle identiche. Entrambe bionde, con enormi occhi azzurri, di un tono più scuro di quelli del padre, belle come il sole. Gli avevano dato un gran da fare le gemelle, soprattutto perché Jason era ancora piccolo, e non si aspettavano tre bambini. Ma sia Chris che Will vennero aiutati da Rose, Marcus, Grace, Caroline, Edward, i cavalieri e persino Simon così che potevano continuare a lavorare senza problemi. Christopher era diventato un chirurgo nonché presidente della filiale pubblicitaria Black a Los Angeles. William aveva inseguito la sua passione per la geologia e tutti i fenomeni naturali; per questo era entrato in una compagnia di ricercatori, tra cui era presente anche Amir, con cui studiava e lavorava a ritmo costante, spesso girando il mondo. Inoltre era ufficialmente lo scenografo dei set fotografici per le riviste sponsorizzate dai Black, un occupazione che gli fruttava parecchio denaro.
Pochi anni dopo le gemelle, nacque Michael, anche lui identico a Chris, il più coccolato della famiglia.
Vide un'ombra passargli velocemente davanti. Jason era ancora sul divano, Julia era sparita, Michael, di 6 anni, era tra le grinfie dell'altro padre; restava solo una persona.
-Chloe!-
La ragazzina tornò indietro fissando il volto preoccupato del padre.
-Che succede?-
-Chloe, devi aiutarmi amore. Per colpa mia Julia si arrampica ovunque e spesso finisce nei guai, ma questo lo sai già. Il punto è che stavolta non riusciamo proprio a trovarla. Ti chiedo dunque di abbandonare la solidarietà tra sorelle e dirmi dove si trova.-
-Per questo papi urlava prima?-
-Esatto.-
-Mmm... ok. Credo si sia arrampicata sulla quercia dei vicini, e che da lì sia finita sul tetto di casa nostra. Ma non ne sono sicura.-
-Oh mio Dio! Will mi ucciderà.-
Chloe guardò il padre con comprensione, poi sgattaiolò in camera sua per finire di prepararsi.
Christopher salì le scale in punta di piedi, sapendo che la camera di Michael era la prima porta a destra. E li, ci sarebbe stato anche Will.
Infatti udì una voce familiare mormorare qualcosa al piccolo.
-Se papà non smette di mettervi in testa certe cose, lo faccio dormire fuori in giardino.-
Disse William con voce soave.
Chris rabbrividì.
-Papi non essere così severo con lui. Ti ama tanto.- Disse il piccolo Mike.
-Amore anche io lo amo tantissimo. Ma dato che amo anche voi, vorrei che non vi metteste in pericolo, e Julia sai bene che fa tutto quello che dice Chris. Ha preso questa fissazione degli alberi e dell'arrampicata, spesso viene ripresa a scuola e i nostri vicini se la ritrovano sempre in giardino o nell'orto.-
-Ma vedrai che la troverà!-
-Amore è ovvio che la ritroverà. Sa benissimo cosa succede se non compie la sua missione.-
Chris smise di origliare per cercare sua figlia: sapeva bene che la punizione era niente sesso per una settimana... o un mese. O almeno, così lo minacciava sempre Will.
Finalmente raggiunse la finestra del bagno dei bambini, la più agibile da scavalcare e raggiunse il tetto.
Lì trovò Julia, che aveva il nome della mamma di Will e le somigliava in modo inquietante; Chloe era il nome invece di sua madre.
-Amore che fai qui? Ti prego non farmi litigare con papi.-
-Scusa papà ma questa è l'ultima volta.-
-Ah si?-
-Si perché non voglio che papi si preoccupi e che tu venga incolpato. Sono io che mi ostino a fare cose pericolose. Mi dispiace tanto.-
-Tesoro, quando sarai un po' più grande, potremo andare in un centro apposito per le arrampicate, e ci divertiremo tutti insieme. Ma farlo da sola, senza protezioni e attrezzatura, è davvero pericoloso.-
La bambina annuì continuando a guardare l'oceano che si estendeva davanti ai suoi occhi.
Pochi minuti dopo erano in casa entrambi e Will li stava cercando.
-Grazie al cielo l'hai trovata.- Disse e baciò con slancio suo marito. Chris rimase rigido all'inizio. Non credeva fosse così preoccupato.
-È qui, e ha detto che non lo farà mai più. Le ho promesso che la porteremo noi un giorno in un posto apposito per arrampicata e...-
Non terminò la frase perché le labbra di suo marito erano di nuovo incollate alle sue.
-Will... tutto bene?-
-Mi dispiace. Io non credo tu sia un buon padre. Tu sei un ottimo padre e sono mortificato se credi che io non abbia fiducia in te e nei tuoi insegnamenti.-
Chris ci aveva pensato spesso, aveva creduto varie volte di essere sbagliato nel ruolo di padre. Ma quando guardava Will, tutti i suoi dubbi si volatilizzavano. Ora che sapeva che l'altro lo apprezzava era ancora più felice.
-Amore lo so che non dicevi sul serio.-
William sorrise.

INDELEBILEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora