27.

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Il giorno seguente. (31 dicembre)
Alle 10:00 del mattino Grace era l'unica sveglia nel palazzetto sul Tamigi. Si affacciò alla finestra vedendo Londra intrappolata in quel soleggiato e freddo ultimo giorno dell'anno. Tornò a letto solo per lasciare un bacio sulla fronte di Amir, poi indossò una vestaglia lunga di lana bianca e scese al piano inferiore.
Si diresse in cucina e mise sul fuoco un po' d'acqua e la moka. Aprì i vari sportelli presenti e tirò fuori cereali, brioches, plumcake, Nutella, miele e marmellata. Fece un po' di uova strapazzate, del bacon abbrustolito e vari toast.
Gli abitanti della casa iniziarono a scendere in cucina, attirati dal profumino che vi aleggiava, camminando come zombie viventi.
Caroline ed Edward, stranamente, furono tra i primi a raggiungere Grace. Mano nella mano, trascinarono i piedi fino al tavolo dove Edward non resistette e morse una brioche.
-EDWARD! Aspetta gli altri, santo cielo!- Lo rimproverò Grace.
Il ragazzo fece spallucce e si accucciò nell'incavo del collo di Caroline, tutto gobbo a causa della differenza di altezza. Quella scena fece intenerire e rattristire Grace: un giorno anche Carol sarebbe morta, Edward, Amir e gli altri invece, sarebbero sopravvissuti, li avrebbero guardati invecchiare e morire senza poter fare nulla.
Scacciò i pensieri infelici e decise di svegliare tutti: prese una padella e un mestolo di legno, salì le scale e dal pianerottolo del primo piano iniziò ad orchestrare con i suoi oggetti rumorosi gridando "la colazione, la colazione!".
In poco tempo, tutti si svegliarono e raggiunsero la cucina.
Rose e Marcus uscirono dalle rispettive camere ed iniziarono a parlare finché non misero in bocca il cibo.
-Secondo te hanno parlato tutta la notte?- Chiese Grace a Caroline, cercando di non farsi sentire dai diretti interessati.
-Non so, ma di certo parlano in continuazione.-
-Si certo... ora si parla di notte. Un'altra vostra espressione per dire che in realtà ci hanno dato dentro?- Disse Edward da dietro la sua tazza di caffè.
-EDWARD!- Esclamarono le ragazze.
In quel momento fecero il loro ingresso anche William e Chris. Entrambi molto assonnati si diressero verso i fornelli per versarsi del tè o caffè...  in realtà fu solo Will a servirsi perché l'altro lo abbracciava da dietro stando completamente appiccicato al partner, impedendogli i movimenti.
-Chris devo prendere da bere.-
Il moro annuì semplicemente e lo strinse un po' di più.
-Si si prendo del caffè anche per te.-
Chris sorrise e sempre nel silenzio totale gli diede un colpo di testa sul collo.
-Ok mi sbrigo ma se tu mi stai appiccicato con riesco a fare le cose più stupide.-
L'altro sorrise e diede un morso leggero sulla spalla del più piccolo.
-Lo so che hai fame. Forza, andiamo a tavola, ho preso qualcosa per sfamare anche te.-
Nella stessa posizione si avvicinarono al tavolo finché Chris dovette lasciare Will per sedersi.
-Ecco.- Disse Edward. -Direi che anche loro hanno parlato tutta la notte. A lungo anche.-
-EDWARD!- Esclamarono, stavolta tutti i presenti.

Simon smise di ridere insieme agli altri perché udì una voce purtroppo familiare nella sua testa: "non sei uno di loro, non illuderti ragazzino." Margharet non perdeva mai l'occasione di farlo tornare con i piedi per terra, per aizzare il suo odio represso verso tutti loro. Eppure Simon era costantemente diviso tra il bene e il male. Sapeva che la vendetta della signora sarebbe stata pesante, e da una parte ne era felice perché voleva far vedere a Caroline quanto lui avesse sofferto. Ma allo stesso tempo si era reso conto che lei ed Edward erano fatti l'una per l'altra, che c'era un legame più forte di una semplice cotta e che per lui non c'era spazio, se non per l'amicizia che li univa ormai da sempre.
Cosa fare?
"Non puoi tornare indietro." Gli sussurrò Margharet.
Simon pregò in cuor suo che la vendetta della signora fosse meno cruenta di quanto immaginasse.

Verso l'ora di pranzo giunsero anche gli altri membri del gruppo di Rose, più o meno una decina di persone, che aiutarono i padroni di casa a sistemare tutto per la grande festa. Anche Richard si diede da fare cercando le tovaglie più belle, quelle cucite a mano, il servizio di porcellana e le tende di pesante velluto rosso. Edward osservò William durante i preparativi, rendendosi conto della leggerezza con cui il fratello si relazionava con Chris.
Will era sempre stato angosciato nella sua vita, e anche dopo la morte sembrava che portasse il peso del mondo sulle sue spalle; di certo Edward ora sapeva perché, e da quando suo fratello aveva fatto coming out (gli piaceva come parola) sembrava finalmente completo.
"Manchi solo tu." Edward aveva capito a cosa si riferisse sua madre, ma aveva paura che una volta confessato il suo amore per Carol, sarebbe finito tutto. Era sicuro che lei gli scivolasse dalle mani come un tessuto di seta troppo pregiato. Poteva permetterselo? No, non voleva raccogliere i pezzi del suo orgoglio o peggio, del suo cuore.
-Ed! Mi accompagni a comprare le ultime cose? Le ragazze mi hanno dato la lista ma io sono incapace al supermercato.- Gli chiese Marcus che ormai aveva iniziato a chiamarlo per nome anzi, soprannome.
-Come se io fossi capace!-
-Ma dai ci sei stato più volte di me!-
Non era vero, ma Edward sapeva che Marcus glielo stava chiedendo per allontanarsi un po' da quella casa. Doveva schiarirsi le idee.
-Ok, prendo la giacca e andiamo.-
-Vengo anche io!- Disse Chris. -Devo disintossicarmi da tuo fratello o non rispondo di me.-
Edward fece una smorfia ma accettò.

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