I cavalieri vegliavano sulle ragazze da quando erano state aggredite senza sosta: si erano addormentate con lo spavento negli occhi. Christopher era stato avvertito immediatamente da Marcus e si era precipitato nella loro suite in tempo per vedere Caroline addormentarsi tra le braccia di Ed. Amir cullava dolcemente Grace e William, con i restanti cavalieri, setacciava tutta la stanza per trovare indizi o altro che potesse far risalire agli aggressori. Chris aveva sentito chiaramente il rumore sordo del suo cuore cadere quando aveva visto quegli occhi che lo avevano ipnotizzato dal primo momento. Il biondo gli aveva rivolto uno sguardo fugace che aveva lacerato Chris dentro; quella freddezza non era tipica di William, ed era tutta colpa sua e di quelle stramaledette droghe da cui era dipendente. Doveva mettere da parte i suoi sensi di colpa però, perché era il momento di concentrarsi su quei dannati zombie.
-Ok, domani si torna a Londra. Facciamo i bagagli, questa è l'ultima sera.- Annunciò guardando Edward negli occhi. Il ragazzo lo trafisse con i suoi ghiacci facendo correre un brivido lungo la schiena di Chris; poteva solo sperare che Ed non scoprisse mai ciò che c'era stato tra lui e il fratello.Caroline aprì gli occhi molto lentamente, mettendo a fuoco un soffitto chiaro, ed una finestra molto grande le cui tende svolazzavano fiere, mosse dal vento. Un leggero profumo di salsedine inondava la stanza, le voci dei bambini in spiaggia riecheggiavano in lontananza come un richiamo nostalgico al l'infanzia.
Caroline voltò la testa a sinistra trovandosi un Edward addormentato sul bordo del letto con le mani giunte sotto il viso. Le scappò un sorriso guardandolo: sembrava più piccolo ed estremamente tenero. Passò le mani tra i morbidi capelli biondi pensando a quante persone lo avessero fatto prima di lei. Sua madre lo accarezzava? O era sempre stato schivo persino con lei? E la matrigna? Di sicuro lo aveva fatto la sua fidanzata... quella marchesa, Helena Wood. Era bella? Edward era romantico con lei o sempre scorbutico? Le faceva vedere le sue opere?
Immersa in quei pensieri, non si accorse che Edward aveva aperto gli occhi e la guardava con un cipiglio preoccupato, reso comico dalla striscia sulla guancia lasciata dalle mani.
-Ed hai il viso a righe!- disse e scoppiò a ridere. Edward la guardò sorpreso, poi si diresse allo specchio più vicino per vedere le strisce rosa che si erano formate sulla pelle pallida.
-Ehi non ridere di me!- Disse facendo una smorfia e tornò ai piedi del letto, stavolta mettendo la testa sul grembo di Caroline.
-Mi piace quando mi tocchi i capelli.- Le disse incitandola a continuare. Lei ricominciò ad accarezzarlo sorridendo impercettibilmente.
-Ed...parlami di Helena.-
Lui respirò rumorosamente inducendo la ragazza a pensare che di lì a poco avrebbe dato di matto; invece lui iniziò a raccontare.
-Lei era la mia promessa sposa. Era una ragazza molto bella Carol, una delle più belle so tempi. E poi era giovane, giovanissima, ricchissima, ed anche intelligente. Insomma, mi stava bene. Ma io sono un tipo poco avvezzo a rispettare regole e costrizioni: quando uscivo giocavo, bevevo e soprattutto, frequentavo altre ragazze. Lei rappresentava la mia cintura di castità a vita: ero spaventato, non volevo sposarla, adoravo la sua compagnia ma non era abbastanza. Rimandai il matrimonio tant'è di quelle volte che neanche mi ricordo. Ogni volta inventavo una nuova scusa, sono arrivato persino ad arruolarmi per evitare il mio destino. Mio padre non si spiegava come potessi non amare quella creatura così colta, gentile, prudente, paziente e tante altre qualità che la rendevano perfetta. Troppo. A me non piace la perfezione. La reputavo stucchevole e falsa. Avrai letto quelle lettere sicuramente, ecco io non riuscivo a leggerle tutte insieme in una volta: mi sentivo in una rappresentazione teatrale, uno spettatore che guarda l'attrice di turno recitare un copione sterile. Caroline io non credo nel vero amore, non ci ho mai creduto, ma come potevo sposarla? A me piaceva girovagare nei vicoli di White Chapel, sporcarmi come un qualsiasi vagabondo per giocare a palla con gli altri ragazzi, fare la corte alle fanciulle lascive e mezze svestite. È ovvio che ho sempre apprezzato anche il lusso e tutto ciò che avevo; ma non potevo avere quel perfezionismo anche tra le lenzuola. Perciò rimandai ancora, e ancora... finché venni assassinato insieme alla mia famiglia, come già sai. Immediatamente divenni un fantasma relegato nel palazzetto sul Tamigi e dopo poco tempo fu organizzato il funerale per tutta la famiglia dalla regina. In quell'occasione avrei voluto scusarmi con lei, per bon averle dato ciò che voleva, la felicità di vedersi vestita da sposa, con la benedizione della regina e tutti i nostri amici che ci applaudivano. Ero pronto a farlo, anche se ero un fantasma. Ma poi quel giorno lei mi distrusse. Al funerale celebrato in casa vennero più di 300 persone: amici, conoscenti, persone in affari con noi, la regina e la famiglia reale, persino miei amici di infanzia. Lei venne vestita di rosso Caroline. Era bellissima, non era triste, era radiosa, sorridente, ricoperta di gioielli, i capelli perfetti e quell'abito di seta così stretto... strideva con l'ambiente e l'umore degli altri. La osservai per un po', volevo capire se era solo una facciata la sua, un modo per rendersi forte perché era una marchesa, o forse perché non aveva ancora realizzato. Mi sbagliavo. Lei era lì per rimpiazzarmi il prima possibile, per cercare un partito mio pari se non migliore. Non versò una lacrima sulle nostre bare, non fece neanche finta. Prese la sua parte di patrimonio perché avevano stretto un contratto prematrimoniale in cui io le davo una parte molto generosa dei miei beni. Era venuta solo per mettere una firma e cercare marito. E l'ha anche trovato: il figlio di un sultano che l'ha sposata ed ingravidata nel giro di due mesi, e poi l'ha aggiunta alla collezioni di mogli nel suo paese dove è morta prematuramente per un'infezione. Io non la amavo, ma la rispettavo e ci tenevo a modo mio. Rispondevo a tutte le sue lettere, le compravo ciò che desiderava e la andavo a trovare quando potevo. Ma lei stava solo fingendo. Ora Caroline, capisci perché mi tengo alla larga da tutti coloro che conosco? Gli unici di cui mi fido sono William, il mio padre, i cavalieri e...-
-E?-
-Te.-Quella sera decisero di uscire tutti quanti insieme per concludere il soggiorno a Brighton con un bel ricordo. L'aria che si respirava tra i Black ed i Von Fustë era tesa e pesante, Grace era ancora sotto shock e tutti i cavalieri erano nervosi per qualcosa in particolare.
Chris scelse un pub che dava sulla spiaggia, in cui era già andato con Dave, ma non lo disse a nessuno per evitare discussioni e malcontenti.
-Carino questo posto.- Disse Grace e quelle erano le sue prime parole dopo l'aggressione avvenuta nel primo pomeriggio. Era un passo avanti.
Il locale era arredato in modo semplice ma efficace: il tema era ovviamente marittimo, essendo Brighton una città quasi sospesa sull'acqua. Alle 22:30 era già pieno di ragazzi e ragazze che bevevano e giocavano a biliardo, a carte, a poker.
Il gruppo scelse un tavolo che aveva la vista proprio sull'oceano ed ognuno di loro ordinò qualcosa da bere, essendo tutti maggiorenni e non dovendo guidare al ritorno.
Il silenzio imbarazzante che regnava sovrano al tavolo, venne spezzato da una ragazza che si avvicinò e ci provò spudoratamente con Edward. Lei avanzava proposte sessuali, ammiccando e strusciandosi sul suo corpo, lui la allontanava inorridito, cercando di toccarla il meno possibile, finché la ragazza gli mollò un ceffone e girò i tacchi per andarsene, profondamente offesa dal rifiuto di Ed.
Tutti risero tenendosi la pancia, perché un Edward impacciato e schifato era qualcosa di raro e divertente. Il diretto interessato si massaggiò a lungo la guancia colpita, finché Caroline, lo invitò a seguirla nel bagno per metterci un po' d'acqua. Non alleviava di molto le sue sofferenze, ma la mano di Carol sul suo viso lo faceva sentire docile e sereno, voleva che non smettesse mai di toccarlo, come era successo quel pomeriggio, quando lei prese ad accarezzargli i capelli. In quel momento però, era ancora più felice se possibile, perché aveva i grandi occhi blu di Carol dritti nei suoi, pieni di quella luce che non aveva mai visto a nessun altro, che lo incantavano e ipnotizzavano.
Come mosso da una forza sconosciuta e nuova, si protese verso il suo viso, lei non si mosse. Avanzò di nuovo, stavolta era così vicino che il suo naso toccava i capelli di lei, e poteva percepire il suo respiro sul petto.
La baciò lentamente, assaporando quelle labbra che erano diventate il suo tormento ormai, tirandole e leccandole, come se ne valesse della sua vita.
Edward era morto, era un fantasma, ma era bollente come un corpo vivo, tremava come una persona normale, ed il contatto tra le loro labbra era reale. Caroline cedette a quell'attacco passionale nonché tenero, un po' sorpresa ma di sicuro molto felice. Fece entrare la lingua di Edward giocandoci e sentendola ovunque, apprezzandone il sapore.
La porta del bagno si aprì per fare entrare un Marcus preoccupato per la salute di Ed.
I ragazzi si staccarono immediatamente, come se le loro labbra scottassero, provocando una risatina al nuovo arrivato.
-Beh direi che stai più che bene. Eravamo preoccupati perché non tornavate più ma... la medicazione chiaramente richiedeva tempo.-
Disse con un ghigno che fece arrossire Caroline per un attimo.
-Torna subito di là malizioso che non sei altro! E... e tranquillizza gli altri.-
-Oh certo, dirò che vi siete presi cura l'uno dell'altra.-
-MARCUS!-
-Si mio signore.- Disse il cavaliere facendo un inchino un po' buffo, e sparì nella sala accanto.
-Ehm... ecco io... mi dispiace Carol che lui ti abbia messo in imbarazzo. Oh anche io l'ho fatto, non vorrei che pensassi male di m...-
Venne interrotto dal bacio leggero di Caroline. Un semplice contatto tra labbra.
-È tutto apposto Ed. Torniamo dagli altri.-
Lei uscì per prima. Edward la seguì non prima di essersi toccato le labbra gonfie ed aver sorriso.
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INDELEBILE
ParanormalUna nostalgica Londra del 2013 fa da sfondo ad una serie di eventi che porteranno due fratelli ed i loro amici a scoprire un mondo parallelo, proveniente dalla Londra del 1800. Leggenda e realtà si fondono sgretolando i confini scientifici, facendo...