28.

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Era la terza volta che Simon si riempiva il piatto delle lasagne di Rose e non era l'unico. Alla sua destra c'era William, mentre a sinistra un ragazzo dell'altra comitiva che si chiamava Vincent. Aveva stretto amicizia in fretta con lui, perché era simpatico ed incline alle battute dementi, quelle che Simon preferiva. Il fatto che avesse Will al suo fianco, lo faceva sentire spensierato: la sua presenza era un balsamo per le anime inquiete come la sua evidentemente. A capotavola sedeva Edward, al suo fianco Caroline e Marcus. Nell'altro posto a capotavola invece, c'era il signor Von Fustë, con il sorriso stampato in faccia e un'aria vagamente umana e non divina, per come lo vedeva Simon.
Insomma, la serata stava scorrendo piacevolmente e lui era sempre più in ansia: Margharet non si era fatta sentire e questo lo preoccupava molto.

Mentre Caroline portava la torta gelato di Marcus a tavola, udì il suono del campanello.
"Strano" pensò la ragazza "non manca nessuno, ed è tardi per presentarsi ad una cena". Tuttavia non vi diede peso e chiese ad una delle domestiche dei Von Fustë di aprire la porta.
-Ragazzi è l'ora del dolce!- Esclamò arrivando a tavola sotto lo sguardo scintillante degli invitati.
-Ci penso io a tagliare le fette.- Proclamò Edward.
-Assolutamente no; va a finire che per te fai delle porzioni giganti e noi sentiamo solo l'odore!-  Ribatté William, facendo ridere tutti.
Il momento di felicità venne interrotto da un tonfo proveniente dall'atrio. Un rumore così estraneo che atterrì tutti quanti.
Edward ed i cavalieri si alzarono di scatto, un riflesso di quell'epoca lontana eppure ancora molto vivida.
Ognuno di loro impugnò un coltello o una forchetta: Rudolph prese addirittura una bottiglia di vetro vuota, e tutti si diressero verso la porta.
Prima di sparire dalla loro vista, Edward guardò Caroline, William ed infine Chris, supplicandolo di portarli al sicuro, poi se ne andò.
-Venite con me, qui non siamo al sicuro.- Disse Chris e tutti lo seguirono in una stanza usata come magazzino, provvista di una botola.
-Scendete con cautela, una volta giù fatemi un cenno ed io chiuderò la botola.-
-Io resto con te!- Disse la sorella.
-No Caroline! Ho promesso ad Edward di metterti in salvo e lo farò.-
Caroline abbassò la testa; Grace sapeva che la ragazza non si sarebbe arresa facilmente, perciò le resse il gioco, scendendo nella botola seguita da Rose ed infine Caroline.
William era già sceso giù, quando Chris se lo ritrovò al proprio fianco una volta chiuso il passaggio.
-E tu che ci fai qui? Ti avevo detto di scendere!- Disse adirato il moro.
Il biondino alzò le spalle e non gli rispose; giunse in cucina, aprì il forno e smontò letteralmente il fondo di esso. Chris guardava la scena a bocca aperta. Da lì estrasse un'ascia e una spada sottile come un ago.
-Quale preferisci?-  chiese a Chris con i suoi occhioni azzurri. 
"Ma guarda te."  Pensò Chris agguantando l'ascia. "Il gattino che diventa una tigre."

Edward non aveva dubbi: quelli che sostavano nell'atrio di casa sua, erano i morti-viventi che avevano incontrato in passato. Solo che erano almeno 20. E soprattutto, erano morti da poco, perché ancora si muovevano bene ed erano meno putrefatti degli altri.
Il che era un problema.
Erano provvisti di armi come bastoni, spranghe di ferro, oggetti metallici con cui scagliarsi su di loro. Quando Amir aveva avvistato i primi zombie, non aveva esitato a salire al primo piano, per raggiungere la camera di Edward e prendere le armi nascoste in un baule. Spade, scudi, asce, martelli... di tutto. Quando però si apprestò a scendere, venne bloccato da una decina di morti viventi, decisamente agguerriti e veloci.
Perciò Edward e gli altri cavalieri, stavano lottando con forchette e coltelli d'argento.
-Non si può dire che non abbiamo classe.- Disse Andrew, fulminato all'istante da Edward.
-Andy non mi sembra il momento adatto per certe battute.- Disse Marcus infilzando con una forchetta la trachea di uno zombie.
Una donna morse Edward sul braccio con una forza tale, che il ragazzo sentì perfettamente i suoi tendini lacerarsi. E glieli avrebbe strappati se non fosse stata letteralmente tagliata in due da un'ascia molto familiare.
-Will!?- Chiese il ragazzo ancora di schiena.
-No, Chris.- rispose l'altro.
-Grazie.-
-In battaglia ci si guarda le spalle a vicenda no?- Disse il moro e riprese a combattere.
Edward non si lasciò rallentare dal dolore provocato dal morso ed iniziò ad infilzare qualsiasi corpo zombie gli passasse davanti. Anche suo padre Richard, stava dando un aiuto non indifferente.
Ma gli zombie aumentavano sempre più, sembravano infiniti e sempre più forti.
I ragazzi, stavano perdendo le speranze, quando ad un tratto...
-Ragazzi! Le armi!- Urlò Caroline che aveva raggiunto Amir, ed ora lanciava loro le spade e le altre armi, come una eroina delle fiabe cavalleresche.
Al suo fianco, vi erano Rose  con la fiamma ossidrica in mano e Grace, con un coltello da pesce da una parte ed un vassoio d'acciaio dall'altra.
-CARICAAAAA!- Urlò la biondina facendo sorridere Amir.
Come smossi dall'urlo di battaglia di Grace, i ragazzi ricominciarono a tagliuzzare gli zombie e a far volare teste. Le ragazze, tra fiamme e colpi di coltello, difendevano il piano superiore con Amir.

INDELEBILEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora