20.

68 10 0
                                    

Caroline ed Edward non si erano ancora fatti vivi.
"Strano" pensò Christopher "Caroline non si sveglia più tardi delle 11:00, e sono le 13:00."
Il ragazzo decise di parlarne con William, nonostante le loro conversazioni misere.
-Will... hai per caso visto o sentito tuo fratello?-
-No... ma ieri sera ha provato di sicuro una forte emozione. L'ho sentito tramite il nostro collegamento. Non saprei dirti cosa fosse, ma era di sicuro qualcosa di bello.-
-Capisco... senti, ti andrebbe, mmm non so... di fare una passeggiata?-
Chris non aveva mai fatto così tanta fatica ad articolare una frase.
-Ok.- Disse semplicemente Will.
Presero i cappotti e uscirono di casa; quel giorno a Londra tirava molto vento, non c'era il sole ed io freddo entrava nelle ossa. Tuttavia i ragazzi erano scaldati da quella sensazione che provavano ogni volta che erano vicini.
Presero a camminare accanto alla Tate modern, dove William era stato solo il giorno prima, parlarono del più e del meno, dei loro gusti in fatto di cibo, di vestiario ed altre sciocchezze simili. Stavano trascorrendo del tempo insieme, ed anche se entrambi sapevano quanto fosse sbagliato, non avevano di certo intenzione di fermarsi. Entrarono in un bistrot molto grazioso, arredato con toni color caffè e panna, tavolini tondi rivestiti di cuoio, ed ampie librerie che rivestivano le pareti.
Chris ordinò la cioccolata calda per entrambi, accompagnata dai pasticcini.
-Vieni spesso qui?- chiede Will per interrompere quel contatto visivo insostenibile.
-A volte. Quando me ne voglio stare tranquillo con un bel libro. Questo posto resta aperto fino a mezzanotte perché ritengono che certi libri vadano letti ad una determinata ora della giornata. È stimolante, il caffè è buonissimo per non parlare della cioccolata, ed anche snack e dolci sono squisiti.-
-Ai miei tempi non c'erano locali del genere. Però mi piaceva andare a prendere il tè allo zenzero in una drogheria di Withechapel. Quello era un quartiere un po' malfamato all'epoca, tuttavia quel piccolo ritrovo era sempre tranquillo e a me piaceva andarci con Edward. Siamo sempre stati molto uniti essendo quasi coetanei. Ricordo ancora che lui odiava il tè che prendevo io, preferiva di gran lunga il caffè nero. Ho scoperto svariati anni fa che quel posto ha chiuso poco dopo la nostra morte. Mi è dispiaciuto davvero. Questo bistrot me lo ricorda molto però, grazie per avermi portato qui Christopher.-
Il ragazzo dagli occhi blu aveva ascoltato attentamente le parole di William: aveva percepito la nostalgia nella sua voce, il tremore, la paura, la gioia. E poi come accarezzava il suo nome, nessuno lo faceva. Quando lo chiamava era come miele per le orecchie di Chris.
-Grazie a te per essere venuto Will. Non mi aspettavo un si da parte tua.-
William non rispose, per fortuna giunse la cameriera con le ordinazioni, che fece l'occhiolino ad entrambi.
-Ho una sensazione Chris...-
-Dimmi.-
-Sai, questa cosa che c'è tra noi... si insomma, credo ci sia anche tra Edward e Caroline.-
-Credo anche io. Sono diversi ultimamente, per non parlare del fatto che Edward non usa più l'invisibilità.-
-È anche meno irritabile, angosciato e scorbutico. Per di più ho notato che inizia finalmente a lasciarsi il passato alle spalle. Ha fatto pace con nostro padre e sorride di più. Non potrei chiedere di meglio: vorrei che qualsiasi cosa stia facendo Caroline continui per molto tempo.-
-William. Tu credi che voi possiate tornare vivi?-
-Chris ma che dici?! Proprio tu che sei così razionale pensi a queste cose assurde.-
-Si, non credo alle mie stesse orecchie, è vero. Ma hai notato cosa sta succedendo a tutti? Voi innocenti state tornando piano piano umani in carne ed ossa. Spesso vi batte il cuore, sudate, vi viene il mal di testa, c'è addirittura Marcus che fa fatica a diventare invisibile a volte. Sinceramente non ha senso un cambiamento del genere se non è indirizzato ad una finalità.-
-Questo è vero, ma potrebbe essere una concessione; un modo per farci sentire qualcosa anche da morti.-
Christopher voleva andare a fondo alla cosa, perciò accarezzò delicatamente una guancia di William. Il ragazzo arrossì immediatamente e sentì il corpo in fiamme.
-William, i morti non arrossiscono e di certo non sono caldi come te.-
Il fantasma si ritrovò ad annuire, continuando a sorseggiare la cioccolata, pieno di dubbi e molto, molto eccitato.

Edward aprì gli occhi lentamente, cercando di mettere a fuoco qualcosa, fallendo miseramente a causa della luce che lo abbagliava, entrando prepotente dalla finestra.
Non si sentiva così stanco da tempo, molto tempo: si era dimenticato cosa si provasse nel sentire il proprio corpo pesante come un macigno, le palpebre che pizzicavano, le ossa che scricchiolavano. E poi, il piacere.
Con Caroline aveva condiviso una notte più che piacevole, non era solo godimento fisico, un atto che terminava il mattino seguente.
No.
Con Caroline c'era stato altro, qualcosa di sconosciuto per Edward, quelle cose che scrivevano gli autori di una volta e che Ed odiava studiare. A volte il cuore gli faceva male, poteva sentirlo sanguinare quasi, e battere così forte che sembrava volesse esplodere.
Edward si rigirò nelle coperte, fuggendo alla luce di quel pomeriggio londinese, e mise la testa sotto il cuscino aspirando il profumo di Carol.
D'un tratto entrò la ragazza con tanto di vassoio pieno di prelibatezze, si avvicinò al letto e diede un pugno leggero sul cuscino.
Ed sollevò di poco la testa per guardarla: era bellissima, con i capelli nerissimi ancora selvaggi, gli occhi splendenti, le labbra rosse per i baci che si erano scambiati, una maglietta gigante, probabilmente di Christopher, che lasciava scoperte le gambe lunghe e candide.
-Buongiorno.- Disse lei.
-Ciao, che ore sono?-
-Le 14:00. Abbiamo dormito un po'.- Arrossì ripensando al motivo per cui si erano svegliati tardi. Avevano fatto l'amore tutta la notte, verso le 7:00 si erano svegliati e senza nemmeno parlare avevano ricominciato, infine erano crollati di nuovo.
Due ragazzi all'apparenza normali, mangiavano su un letto king size bacon, uova strapazzate, spezzatino di manzo e sorseggiavano lei un tè leggero e lui del caffè nero.
Da fuori sembravano proprio normali.
In pochi sapevano che quel ragazzo biondissimo era morto anni prima, di morte violenta per giunta, che era un lord inglese viziato e prepotente, e che stranamente iniziava a provare qualcosa per qualcuno che non fosse rabbia o odio. Non tutti sapevano che lei era una ricca ereditiera, che odiava il padre, le mancava la madre, che studiare legge era la sua vita, che era indifferente davanti alle manifestazioni d'affetto ma che quella notte aveva amato e si era lasciata amare.
Entrambi avevano accettato la presenza di estranei in casa, si erano abituati, si erano scontrati, erano volate minacce ed erano sbocciati nuovi amori. Alcune amicizie si erano guastate, altre consolidate, ma tutto ciò portava ad una conclusione: i cuori dei fantasmi battevano, di nuovo.
-Ed, tu saresti felice di tornare umano, vivere, invecchiare e morire?-
Edward accarezzava la schiena della ragazza, sdraiata su di lui, piacevolmente scaldata dal battito del cuore del ragazzo.
Il biondo pensò a tutti quegli anni trascorsi da fantasma, da ombra, un morto non morto del tutto, vagante nella sua casa, incastrato in un passato scomodo e doloroso. A lui stava bene fino a pochi mesi prima; ma adesso non voleva più tornare invisibile, non voleva mangiare semplicemente per non dimenticare i sapori, non voleva trascinare i suoi cavalieri in un abisso di malinconia senza fondo. Voleva stare con Caroline ed anche con Chris (anche se ancora non lo capiva bene), voleva girare il mondo e vedere nuovi luoghi interessanti, voleva studiare, non sapeva cosa, ma voleva farlo; voleva ridere e scherzare con gli amici di Carol, voleva portarla di nuovo a Brighton, sulla spiaggia, per ritrarla un'altra volta, perché amava vederla vicino al mare.
Amava. Si, voleva amare.
-Carol, semmai io e gli altri dovessimo tornare umani, resteresti con me?-

INDELEBILEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora