23.

80 7 0
                                    

-E pensare che urlavi come un'aquila in aereo...-
A quelle parole, Caroline alzò gli occhi dal cibo, giusto il tempo per fulminare Edward.
-E ora stai trangugiando la colazione, sul balcone dell'albergo, con solo un accappatoio addosso perché "c'è il riscaldamento all'esterno, oh mio Dio Edward, vi adoro!". Testuali parole.-
Caroline lo fulminò ancora e continuò a mangiare la sua colazione indisturbata, sotto lo sguardo adorante del suo ragazzo.
Come una furia, vestito solo di un accappatoio, William entrò in camera dei due piccioncini senza bussare e blaterando cose incomprensibili.
-Fratello, calmati!-
-Will, che ti è successo? È stato Chris vero? Quel porco maniaco...-
-Infatti! Guarda cosa ha messo in valigia pretendendo che li indossassi!-
E mostrò due paia di perizomi da uomo, uno nero e l'altro rosso, assolutamente imbarazzanti.
-Ok... ma non sei costretto. Ci sono altre mutande.-
-No Caroline non hai capito: ha messo solo queste oscenità in valigia! Per questo sono qui: Edward deve prestarmi qualcosa.-
-Non credo ci siano proble..-
Caroline non riuscì a finire la frase che giunse suo fratello, con i pantaloni della tuta e basta, per parlare con Will.
-Oh Will ti prego! Ti starebbero benissimo e non sono così scomodi come credi.-
-Io non posso crederci che l'hai detto sul serio davanti a me!- Disse Ed incredulo.
Tra litigi e battute, finalmente William riuscì ad ottenere boxer e mutande da Edward.

Dave aveva prenotato una cena natalizia per i suoi amici nel ristorante parigino che amava di più: Le Chant des Oliviers.
All'interno, il locale era elegante e di buon gusto, raccolto, accogliente e lo staff molto gentile.
Chris, Grace e Caroline attendevano nella hall i fratelli Von Fustë ed i cavalieri: avevano detto di doversi preparare per bene perché volevano assolutamente confondersi con le persone di quel secolo. Christopher indossava un completo nero come il carbone, con una camicia color ghiaccio sbottonata sul collo ed un soprabito grigio antracite. Chiunque passasse davanti alla reception si soffermava a guardarlo... e naturalmente guardavano anche le due bellissime ragazze accanto a lui.
Caroline e Grace avevano dei cappotti pesanti e chiusi per bene fino al collo, per stupire tutti in un secondo momento, una volta arrivati al ristorante. Grace portava i capelli raccolti in uno chignon morbido, che lasciava scendere qualche boccolo biondo sul collo. Caroline, invece, aveva i capelli lunghissimi sciolti e piastrati a dovere, tanto che sembravano una stoffa di velluto nero.
Amir apparve in tutto il suo splendore, seguito dagli altri cavalieri, con un sorriso stampato in faccia rivolto alla sua Grace. Portava uno smoking rosso sangue, che faceva risaltare la sua pelle color caffellatte, con camicia nera e cravatta sottile dello stesso colore. I capelli, dai ricci ribelli, erano stati domati con della spuma, per renderli solo più definiti.
Gli altri cavalieri non erano da meno di lui: Marcus emanava la sua solita aura misteriosa ed affascinante nel suo completo ghiaccio, Andrew sembrava il tipico sciupafemmine con un total look nero; ed infine Rudolph, con la sua aria stralunata, era un vero cavaliere con il completo color cioccolato che aveva scelto.
Mancavano solo i due fratelli biondi all'appello, che poco dopo i cavalieri entrarono nell'atrio dell'hotel e fecero fermare tutti coloro che erano nei paraggi a causa della loro bellezza accecante.
Edward era vestito di un abito color vinaccia e camicia nera trasparente: una goduria per gli occhi, tanto che Caroline, non sapeva se esserne contenta o meno. Aveva lasciato i capelli spettinati, come sempre, e aveva indossato vari anelli di famiglia e quelli di cavaliere della regina. Quando sorrise in modo furbesco a Caroline, la ragazza seppe di non aver più scampo.
William, era un altro paio di maniche. Questo pensò Christopher, che maledì tutto quel ben di Dio che il ragazzo si portava dietro senza nemmeno rendersene conto. Indossava un completo di velluto blu, con camicia bianca, che mettevano in risalto i suoi occhi e la pelle chiarissimi.
Chris lo odiò in quel momento.
-Tieni le mani apposto per piacere; almeno davanti a noi Chris.- Gli disse sottovoce la sorella.
-Ma l'hai visto? È impossibile quello che mi chiedi.-
-Non te lo sto chiedendo Chris: è un ordine. E se non lo rispetterai, sarò costretta a sequestrarti William.-
-D'accordo.-
Chris cercò di mantenere il controllo fino alla limousine, finché quel "dannato biondino" non gli sorrise.
Chris gli prese il viso tra le mani e ne baciò il naso, la fronte ed infine le labbra. Fu un bacio talmente leggero che Will non fu sicuro di averlo ricevuto. Caroline li vide, ma fece finta di niente.
Il viaggio verso il ristorante fu rumoroso: tra battute e complimenti, ognuno di loro pensò di trovarsi finalmente in famiglia.
Giunti finalmente al ristorante, un cameriere li accompagnò al tavolo, vicino a quello di altri ragazzi.
-Rose!- Urlò Caroline abbracciando una ragazza bellissima dai lunghi capelli castani e gli occhi verdi.
-Carol, tesoro da quanto tempo!-
Si scambiarono qualche parola, poi Rose tornò al suo tavolo promettendo a Carol di trascorrere il dopo cena con lei ed il suo gruppo.
-Chi era?- Chiese William.
-Una mia compagna di scuola; per un periodo, al liceo, ho studiato qui in Francia e lei è stata la mia compagna di classe e di dormitorio. Viene da Los Angeles ma sta finendo gli studi qui a Parigi.-
-Oh che bello!- Disse di nuovo William, sinceramente interessato.
-Ti piace quella Rose?- Sbottò Chris.
Tutto il tavolo si mise a ridere, compreso William.
-Christopher, odio doverlo ammettere: ma mio fratello vede solo te.- Gli disse Edward all'orecchio, provocando nell'altro un inevitabile sorriso.
Grace e Caroline, si tolsero i cappotti, lasciando di stucco tutti.
Caroline vestiva di nero, un abito corto in velluto con dei lacci che lo chiudevano ai lati, lasciando varie parti di pelle scoperta. I tacchi rossi vertiginosi poi, contribuivano a darle quell'aria da femme fatale che si era creata.
Per Grace invece, un abito lungo fino a terra, in seta color indaco, con scollo a cuore, che scendeva creando un tulipano ai suoi piedi.
William e Marcus, dovettero chiudere le bocche ad Edward e Amir: erano imbarazzanti.
La cena fu deliziosa, ma d'altronde, quello era il locale preferito di Dave, e tutti sapevano che in fatto di gusti culinari non lo batteva nessuno. Spesso i ragazzi dell'altro tavolo scambiarono qualche parola con Caroline e compagnia, tanto che decisero di festeggiare la mezzanotte in un locale proprio al centro di Parigi.

Rose non aveva mai visto una persona più affascinante di quel ragazzo rosso con gli occhi scuri, l'amico di Caroline.
Era altissimo e aveva un portamento fiero, l'aria da ragazzo maledetto, uno sguardo intelligente: tutto in lui la attirava. Aveva detto di chiamarsi Marcus, nome calzante per un fuoriclasse come lui.
-Cosa studi?- chiese il ragazzo.
-Scienze alimentari.-
-Interessante. Come è la città degli angeli?-
-Proprio come dicono tutti: caotica, calda e piena di opportunità. Ma per me, le occasioni sono qui e a Londra. Mi trasferirò dopo la laurea. Tu che fai?-
Marcus non sapeva cosa risponderle: un po' perché si sentiva in soggezione, perché quegli occhi lo penetravano nelle viscere, ed un po' perché effettivamente non si occupava di nulla.
-Io ho una passione per la cucina ed il cibo in generale; ti invidio infatti, perché hai l'opportunità di studiare. Spero di riuscirci anche io un giorno.- lo disse con tono rassegnato, sottovoce, e quella luce che emanava prima svanì agli occhi di Rose.
-Allora spero di rivederti.-
-Anche io.-
Si guardarono intensamente finché non furono interrotti dai fuochi d'artificio, che illuminarono quella notte parigina senza stelle.

Tornati in hotel ci fu lo scambio dei regali.
Grace regalò ad Amir dei libri di biologia marina, inutile dire che lui si sentì al settimo cielo. Mentre il ragazzo le diede dei biglietti per partecipare ad un festival medievale.
Edward ricevette nuove tele e colori da Caroline, e le regalò un ciondolo d'acciaio a forma di leone.
-È il simbolo della nostra famiglia, ed è in acciaio perché è un materiale durevole ed indistruttibile. Così ti ricorderai per sempre di me.-
Caroline aveva le lacrime agli occhi: non si sarebbe mai dimenticata di Edward, nemmeno se lui fosse scomparso il giorno dopo, o in quel momento.
Christopher diede il suo regalo a William. Si trattava di un libro di geologia: sapeva che se il fantasma avesse potuto studiare, di sicuro avrebbe scelto quella professione.
William invece aveva acquistato una macchina fotografica Polaroid: era uno dei sogni proibiti di Chris, quello di seguire un corso di fotografia istantanea.
-Non c'è niente di meglio di immortalare un momento e tenerlo fisicamente in mano.- Disse Christopher estasiato dopo aver scartato il regalo.
-Sono d'accordo.- Rispose Will guardando l'altro negli occhi, perdendosi in quel blu marino, profondo e oscuro.
-Penso dovremmo disintossicarci a vicenda prima che sia troppo tardi.- disse il biondo.
-Che vorresti dire?-
-Dico che prima o poi ci sarà un momento in cui noi potremo tornare umani, o almeno così mi ha detto mamma. Ma uno di noi deve sacrificarsi e morire definitivamente per gli altri. Quando accadrà, andrò io.-
-Non esiste!- Protestò Chris. Non poteva immaginare la sua vita senza Will, non poteva accettarlo.
-Non ho nulla che mi lega a questo mondo.-
Con queste parole Will spense quel barlume di speranza in Chris. Il più grande sentì il suo cuore spezzarsi, come un vaso di cristallo tenuto in gran considerazione e poi buttato via una volta diventato inutile.
Incassò il colpo e si allontanò velocemente da Will.

INDELEBILEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora