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Le era sempre piaciuto viaggiare.
Auto, barca, aereo. Tutto.
Le piaceva mettersi le cuffiette o alzare al massimo il volume della radio per sentirsi veramente bene.
Viaggiare con Ash era una vecchia abitudine che avevano preso al liceo: lui la portava ovunque lei desiderasse e a volte quando avevano bisogno di staccare la spina dalla realtà gli piaceva salire nella sua auto e guidare senza una meta.
La postura rilassata, le mani che stringevano saldamente il volante, la mascella leggermente serrata per la concentrazione... tutte cose che le erano familiari. Era bello e rassicurante averlo al suo fianco.
Con Armony, quando erano andate in vacanza insieme, avevano passato tre ore e mezza in auto, ma non era stato altrettanto divertente.
Niente era altrettanto divertente senza Ash.
Sorrise quando entrò nella macchina con lui. Nell'aria si sentiva il suo profumo, fresco e unico. Le ricordava le infinite serate passate insieme da bambini, a guardare film troppo lunghi e a volte noiosi. Annika si addormentava dopo poco, e Jace si divertiva a svegliarla. Chissà se Ash avrebbe fatto la stessa cosa.
Si allacciò la cintura:- Allora? Cosa faremo a Boston?
Ash non trattenne un sorriso, ed Annika rimase ipnotizzata dall'unica fossetta sulla guancia destra:- Non lo so. O meglio, ho qualcosa in mente, ma niente di definitivo.
-Non ci credo.- disse Annika mentre lui partiva.
-Dovrai farlo, invece. Hai ancora i libri da tua madre?
-Non cambiare argomento, Ash. Dai, dammi almeno un indizio!
Ash rise:- Se serve a farti calmare... Acqua.
-Che indizio è acqua?
-Non ho intenzione di dartene un altro, quindi dovrai accontentarti. Però rispondi alla domanda di prima.
-La maggior parte dei libri li tiene lei, ma alcuni li ho portati con me.
Ash non rispose, e prima di addormentarsi cullata dalla sua voce profonda, Annika sorrise.

***

Incredibile quanto poco fosse cambiata, o come le cose rimanessero sempre le stesse.
Parlarle di cose futili nel cuore della notte aveva ancora il potere di farla addormentare. La stanchezza doveva averla vinta, e dopo un'ora e mezzo era crollata.
Dopo poco Ash si fermò in un'area di servizio per fare rifornimento e comprare qualcosa per la colazione. Si voltò a guardarla. Dormiva con le labbra leggermente dischiuse, e qualche volta aggrottava le sopracciglia o muoveva le palpebre.
Gli sarebbe piaciuto entrare nella sua testa, per capire cosa stesse sognando.
Qualcuno bussò al finestrino, ed Ash vide il benzinaio che aspettava la sua richiesta. Era un uomo sulla cinquantina con un sorriso amichevole e una matassa di ricci castani che stavano iniziando ad ingrigirsi.
Ash scese dall'auto:- Il pieno, grazie.
L'uomo annuì, e quando il ragazzo tornò dal piccolo negozietto accanto al distributore, carico di dolcetti e snack salati, aveva appena finito di fare rifornimento.
Ash gli allunggò il denaro, e mentre aspettava lo scontrino il benzinaio disse:- Fuga romantica?
Ash rise:- Non è la mia ragazza.
-Non è nemmeno tua sorella, lo si capisce da come la guardi. Cosa aspetti a farla tua?
-Potrei definire la nostra situazione... complicata.
-Il concetto di complicato è relativo, figliolo. Se mi chiedessi cosa per me è complicato, ti risponderei una cosa diversa da quella che dice mio figlio, o mia moglie, o chiunque altro. Non esistono cose complicate o semplici. Esistono cose per cui ci impegniamo per venirne a capo, ed altre che non riteniamo abbastanza importanti da uscirne fuori, e allora gettiamo la spugna troppo presto. Tutto si riduce alle cose per cui vale la pena lottare. È una questione di scelte e di priorità.
Ash lo guardò pensieroso:- Come faccio a capire quando ne vale veramente la pena?
-Quando le tue priorità e le tue scelte coincidono.
-Lei non è sempre stata la mia priorità, ma non c'è stato un giorno da quando la conosco in cui sono andato a dormire senza non pensare a lei. Sembra strano da dire, lo so. Ma lei mi ha accettato nonostante tutto, e da allora è la mia priorità. Però non sono stato io a decidere di farla diventare una mia scelta. È stato un processo inconscio e...
-Non sta a me decidere, figliolo. Non so cosa avete passato, non so se effettivamente avete passato qualcosa, non so cosa vi porti qui e non so dove siete diretti. Ma, credimi, non bisogna fare chissà quali strani ragionamenti. Nel momento in cui hai capito che sarebbe stata una tua priorità, hai fatto una scelta. Se sia stata giusta o sbagliata lo dirà il tempo.
Ash sorrise:- Mi sta facendo venire il mal di testa, e ho ancora due ore di viaggio davanti a me. Forse è meglio che vada.
L'uomo scoppiò in una sonora risata, poi prese un pezzo di carta ed una penna ed iniziò a scrivere qualcosa:- Mi hai incuriosito, ragazzo. – disse, porgendo ad Ash i suo numero di telefono- Chiamami quando avrai deciso se ne vale la pena. Ma sai... ho la sensazione che lo capirai a breve.
Ash sorrise, e dopo un breve cenno di saluto, risalì in auto e partì.

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