4

149 32 14
                                    

Cinque anni dopo...

Annika incrociò le braccia al petto.
Era seduta sugli spalti del campo da basket, e stava guardando la squadra allenarsi.
Sbuffò. Erano due ore che se ne stava lì, e questo solo perché Jace le aveva espressamente vietato di andare a casa senza di lui.
Aveva persino dovuto rifiutare un passaggio da Andrew Jash, uno dei ragazzi più carini del terzo anno.
E questo solo perché Jace le doveva mostrare una cosa.
Si alzò in piedi quando vide i ragazzi uscire dal campo, e corse verso l'entrata degli spogliatoi.
-Vedi di sbrigarti.- disse a Jace quando lo vide arrivare.
-Certo, mamma.- rispose Jace, alzando gli occhi al cielo.
-JACE ARK!- urlò Annika- Sono stata ben DUE ore ad aspettare che finissi i tuoi stramaledetti allenamenti, ed adesso TU ti muovi!
Jace iniziò a ridere, ma poi corse negli spogliatoi.
Annika sorrise, soddisfatta, poi sentì un applauso.
Si voltò, e dietro di lei vide un ragazzo. Era ben più alto di Jace, che sfiorava quasi il metro e novanta.
Gli occhi color nocciola la guardavano intensamente, e i capelli neri sembravano scompigliati ad arte.
Non lo conosceva, ma aveva come il presentimento che lui sapesse chi fosse lei.
-Gli fai spesso le ramanzine?- le domandò, avvicinandosi. Indossava la tenuta da basket, e Annika si stupì di non averlo notato prima. Era veramente un bel ragazzo.
-.- rispose Annika, distogliendo poi lo sguardo dal suo.
-Si vede. È una relazione difficile, la vostra?
Lei iniziò a ridere:- Non stiamo insieme.
Il ragazzo sorrise:- Ah no? Non posso negare di esserne felice. Come mai tutta la scuola dice il contrario?
-Non mi interessa ciò che dice tutta la scuola. – ribatté Annika- Tu piuttosto chi sei?
-Perdona la mia maleducazione.- rispose il ragazzo, tendendole la mano- Mark Brock. Gioco con Jace a basket.
Annika gli strinse la mano:- Sei nuovo? Non mi ricordo di te.
Mark rise:- Veramente gioco nella squadra da due anni, ma il fatto che tu non mi abbia notato è normale. Non ti piace molto il basket, vero?
La ragazza scosse la testa:- Lo odio.
-Però sei nella squadra di nuoto vero? Sei forte nella staffetta. Quando c'è la prossima gara?
-Tra due settimane, ma non mi preoccupo.
Annika si sentì chiamare e si voltò. Jace le stava facendo segno di raggiungerlo.
Era uscito dagli spogliatoi e lei neanche se ne era accorta.
-Mi ha fatto piacere conoscerti, Mark- gli disse- ma ora devo andare.
-Sai, è strano.- le disse, prima di salutarla- La scorsa settimana ho chiesto a Jace se stavate insieme. Lui mi ha detto di sì.
Annika rimase a guardarlo per un paio di secondi, indecisa se credergli o no.
Jace odiava le bugie.
-Avrai sicuramente capito male.- gli rispose.
Jace la chiamò ancora.
La stava aspettando, con il borsone in spalla e una faccia interrogativa.
-Scusa, devo andare.- disse Annika.
-Piacere di averti conosciuta.- le rispose, poi si avviò nello spogliatoio.

Start AgainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora