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Annika entrò in casa sbattendo la porta.
Represse un conato e lasciò cadere la borsa sul pavimento, poi corse in bagno senza preoccuparsi di accendere la luce nella casa semibuia.
Alzò la tavoletta del water e si piegò su di esso, il petto sconquassato dagli spasmi.
Dopo aver rigettato tutto ciò che conteneva il suo stomaco si accasciò a terra.
Chiuse gli occhi e imprecò mentalmente. Inspirò ed enspirò, più e più volte, finché il cuore non rallentò e le ultime tracce di nausea svanirono.
Si alzò in piedi e si lavò i denti, cercando di scacciare quel saporaccio dalla bocca.
In quel momento suonò il campanello.
Imprecò nuovamente quando si ricordò che quella sera Ash sarebbe venuto a cena da lei.
Non era nelle condizioni fisiche di vedere nessuno, e sarebbero sicuramente finiti ad ordinare una pizza.
Annika si sforzò di sorridere, ma lo specchio le restituì solo il suo viso pallido e smunto.
Sbuffò, e quando il campanello suonò nuovamente alzò gli occhi al cielo, poi corse alla porta.
Quando la aprì Ash le sorrise, porgendole una rosa rossa, ma poi aggrottò le sopracciglia:- Cosa ti è successo?
-Sono quattro giorni che combatto contro un virus intestinale.- rispose Annika, poi lasciò che entrasse in casa.
-Perché non mi hai detto nulla quando ti ho chiamata ieri?- chiese Ash, poi le prese le mani fra le sue.
Annika scosse la testa:-È un brutto periodo questo. Tra te che non riesci nemmeno a respirare da quanto sei oberato dal lavoro, ed io che mi alleno per le qualificazioni...
-Sei stressata.- disse Ash, poi sorrise:- Ma io sono qua per risollevarti il morale.
Annika rise:- Smettila di fare lo spiritoso. Domani verrai a vedere le qualificazioni?
-Come pensi di fare con il virus?- le domandò, evitando di rispondere alla sua domanda.
-Prenderò delle medicine. Non posso rinunciare. È troppo importante.
Il ragazzo annuì, poi la attirò a sé e la abbracciò.

***

Annika entrò nello spogliatoio, i pugni chiusi dentro le tasche del giubbotto.
Trovò posto accanto a Sarah Joss, un'altra stella emergente del nuoto. Avevano gareggiato varie volte insieme, ed ormai Annika sapeva quali fossero i suoi punti forti o deboli.
Si spogliò ed indossò il costume.
Si legò i capelli in una crocchia veloce, poi si infilò la cuffia e gli occhialini.
Prese un respiro profondo, poi si portò una mano sulla bocca dello stomaco.
-Ho intenzione di qualificarmi.- mormorò alla sua pancia- E tu non sarai in grado di fermarmi.
Sarah le sorrise:- È la prima gara che fai con lui?
Annika la guardò, interrogativa:- Lui chi?
La ragazza le indicò la pancia:- Mi ricordi mia sorella.
Anche lei parlava al suo bambino quando era incinta.
Annika iniziò a ridere:- No, non sono incinta. Ho solo il virus intestinale.
-Sicura? Sembri piuttosto in forma.
-Non ho la febbre, solo nausea e a volte mal di testa.- affermò Annika, ma un piccolo dubbio le si insinuò nella mente.
-Strano come virus.- rispose Sarah, poi si alzò e se ne andò.
In quel momento il suo cellulare iniziò a vibrare violentemente nella tasca del suo giubbotto.
Annika lo prese e rispose:- Annabeth, cosa succede? Sto per entrare in vasca.
Prima di dire qualcosa, la ragazza prese un gran respiro:- Lo, ma non potevo aspettare la fine della gara per dirtelo.
Ho appena fatto una cosa assurda.
-Cioè?
-Ho... comprato dei test di gravidanza.- disse Annabeth, abbassando la voce- Ho un ritardo di tre settimane. È piuttosto significativo.
Annika trattenne il respiro:- Bene.
-Bene?- ripeté Annabeth- Sono sugli spalti per vedere le tue qualificazioni, con una decina di test di gravidanza nella borsa e tu dici... bene?
-Certo.- asserì Annika- Almeno potrai darmene qualcuno dopo aver finito la gara.

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