Era fradicia.
La pioggia le gocciava dai capelli, ed i vestiti la facevano rabbrividire.
Pregò di non prendersi un raffreddore o qualunque altro malanno. Non poteva permettersi di saltare gli allenamenti.
Le nazionali si stavano avvicinando sempre di più, ed in quel momento erano l'unica cosa cui doveva pensare.***
Riemerse dall'acqua, e si appoggiò al muro per riprendere fiato.
-Sei andata meglio di ieri.- le disse Sam, il suo allenatore- È bello vederti così agguerrita. Penso che tu sia sulla buona strada per vincere.
Annika sorrise.
Era stato straordinariamente bello. Sentiva le membra spossate, la mente vuota ed i polmoni in fiamme.
Ma era fantastico confidare le sue paure, angosce, e problemi all'acqua.
Uscì dalla vasca sorridendo.
Erano due mesi che non aveva notizie di Jace.
Le sarebbe piaciuto dire che non le importava nulla, che finalmente si era lasciata tutto alle spalle, ma sarebbe stato come mentire a se stessa.
Certo, ci stava ancora male.
Certo, era rimasta delusa.
Certo, le mancava.
Ma ormai aveva superato il limite.
O forse no.***
Quando rientrò in casa trovò la porta di casa aperta.
Come era possibile? Era sicura di averla chiusa a chiave prima di uscire.
Mentre fissava attonita la maniglia della porta, sentì dei rumori provenire dall'interno del suo appartamento.
Il cuore iniziò a batterle fortissimo, e lei non sapeva se era il caso di chiamare la polizia.
Ma probabilmente non le avrebbero creduto, così entrò in casa silenziosamente e prese l'attizzatoio dal camino.
-So che sei arrabbiata con me, ma non ti sembra eccessivo tirarmi quello in testa?- disse Jace, comparso improvvisamente alle sue spalle.
Annika sussultò, lasciò cadere l'attizzatoio, e si voltò.
Jace la guardava con uno strano miscuglio di emozioni che non sarebbe riuscita a decifrare.
-Cosa ci fai qui?!- urlò Annika.
-Volevo parlarti e...
-Come hai fatto ad aprire? E cosa ti fa pensare che io voglia parlare con te? Sono passate tre settimane Jace!
-Annika, fammi parlare. Per favore.- disse Jace.
Lei guardò i suoi occhi verdi.
Erano così familiari, e non sarebbe stata in grado di dire quante volte, da ragazzina, ci si fosse persa dentro.
Cosa le aveva insegnato sua madre? Alle persone bisogna sempre dare una seconda possibilità.
Ma non gliene aveva già concesse troppe?
Si prese la testa fra le mani, sbuffò e disse:- Jace, sono stanca. Se devi dirmi qualcosa, voglio che sia la verità.
Il ragazzo fece un respiro profondo, poi annuì.
Si sedette sul divano, ed Annika fece lo stesso.
-Non ne parlo mai perché non mi piace ricordarlo.
Dopo l'arruolamento sono stato mandato in guerra.
Non è come dicono, sai? È peggio.
Si combatte giorno e notte, e nelle orecchie risuona sempre il rumore delle mitragliatrici.
Quando cammini nel deserto hai sempre la sensazione che ogni tuo passo potrebbe essere l'ultimo.
Sai che nel terreno che calpesti potrebbe nascondersi una bomba, ma allo stesso tempo devi andare avanti.
La polvere ti brucia i polmoni, e il caldo è terribile.
Gli scontri a fuoco sono orribili.
Vedi i tuoi compagni cadere accanto a te, come pedine, con la consapevolezza che il prossimo potresti essere tu.
Una volta tornato in America avevo una voglia sfrenata di vederti... Ma tutte le cose brutte che avevo visto e provato... non volevo che facessero parte di te.
Annika si avvicinò a lui e gli prese le mani, ed il ragazzo continuò a parlare.
-Ecco perché non sono tornato a Boston.
Avevo talmente tanta rabbia in corpo che avrei potuto rovinare la nostra amicizia. Ma, in qualche modo, sparendo, ho fatto lo stesso. Ed è stato allora che tutto ha iniziato ad andare a rotoli.
Sono andato a stare nella casa di mia madre a New York, dove lavora.
Non so cosa stessi facendo, ma sentivo il bisogno di stare con lei.
Ed un pomeriggio ho trovato dei documenti di cordoglio da parte del Presidente per la morte di mio padre.
Ed è lì che ho scoperto che, in realtà, non era un soldato, ma un agente del FBI, ucciso sotto copertura da un gangster internazionale.
Decisi di vendicarlo. Entrai nell'organizzazione del gangster, dopo testimoniai contro di lui in tribunale e grazie al mio passato di soldato e alle mie informazioni riuscii ad entrare nel FBI. Ed ho arrestato l'assassino di mio padre.
Chiaramente ho dovuto cambiare identità, ma non mi dispiace.
Jace ormai non esiste più, perché sono cambiate troppe cose.
Sono solo Ash. E mi basta.
Ecco perché ogni tanto scompaio.
Ecco perché non ti più cercata, nonostante desiderassi abbracciarti più di qualunque cosa al mondo.
Non dovrei coinvolgerti, ma ormai non ho scelta.
E, se mi vuoi ancora, io sono qui.
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Start Again
RomanceTerzo libro della serie "Choice" "Poi si alzò in piedi:- È stato bello parlare con te senza essere cacciato via.- le disse, sorridendo beffardo- Buonanotte, mia Clary. E poi si arrampicò sulla quercia, e pian piano scese giù. Annika era rimasta sul...