(R) CAPITOLO 21: La Domus della Follia

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"Inammissibile! È del tutto inammissibile!" sbraitò entrando nel grande salone un ometto di bassa statura.

"Onorevole Varyen, via, non sia sgarbato. Abbiamo degli ospiti," lo redarguì pacatamente l'uomo che ci aveva accolto, il veggente Toriem.

"Ospiti! È questo il problema: noi non dovremmo avere degli ospiti!" rispose invece il nuovo arrivato, con il volto ovale e glabro arrossato dall'ira. Era talmente ridicolo che mi dovetti sforzare parecchio per evitare di scoppiare a ridergli in faccia.

"Suvvia, Varyen, si calmi. La rabbia le nuoce alla salute," riprese allora l'altro, trattenendo anche lui a malapena un sorrisetto divertito.

"Eh no, Toriem, non si azzardi a deridermi! Sa benissimo che ho ragione e le porte della Domus sono chiuse a chiunque non abbia la Vista. Quindi questi mocciosi non sono ammessi qua dentro!" strillò Varyen, diventando se possibile ancora più rosso.

"Non sono dei mocciosi. Sono i Prescelti," disse semplicemente Toriem, con quel suo sorriso calmo e rilassato.

A quel punto il nanetto ammutolì di colpo e spalancò la sua bocca.

"I Prescelti? Ma c-come?" balbettò. "Normalmente loro non si presentano all'entrata, ma entrano di nascosto, non capisco cosa..."

"Amico mio, si dà il caso che questi ragazzi, a differenza dei precedenti, hanno avuto il buon senso di bussare al portone principale. E mi chiedo, se loro sono stati tanto cristallini da non ricorrere a sotterfugi, perché noi dovremmo negare loro ospitalità? In fondo, sappiamo alla perfezione chi sono e ancora più che cosa sono venuti a fare," rispose l'altro. Aveva una voce così profonda e rilassante che mi chiedevo come facesse il suo compagno Veggente ad essere ancora così irritato. Probabilmente era consapevole, sotto sotto, di sembrare ridicolo e la cosa... lo irritava ancora di più.

Stavo per ridacchiare a quel pensiero, quando qualcosa fece clic nella mia testa. I Prescelti che ci avevano preceduto erano stati lì per fare qualcosa e, siccome non credevo fino a quel punto alle coincidenze, finalmente mi sentivo certa del fatto che fossimo sulla strada giusta per portare a termine il nostro compito su Candor e raggiungere il mondo successivo, Mondeor.

"Capisco... sì, capisco," sussurrò quasi tra sé e sé l'uomo calvo, abbassando il capo pensieroso. Poi lo rialzò deciso, con un'espressione seria e dura, e si rivolse direttamente a noi: "Dunque voi siete i Prescelti di quest'anno. Bene. Vi facevo un po' più... grandi. Sembrate dei bambocci. Sappiate che io vi terrò d'occhio, sempre: non mi convincete per nulla."

Assurdamente mi sentii quasi intimidita dalle sue parole, anche se a ben pensarci potevano essere paradossali: Varyen era una spanna più basso di me - e sia chiaro che io non sono una spilungona - e il suo volto privo di peli poteva ben essere paragonabile a quello di un bimbo, se non avesse avuto numerose e sottili pieghe ai lati degli occhi che tradivano la sua età.

MAJESTEN- Il ViaggioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora